L’utilizzo di abiti di seconda mano è sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, ma un* torinese su quattro usa la metà o meno dei vestiti che ha nell’armadio e l’obbligo della raccolta differenziata del tessile non è ancora stato recepito del tutto dalla cittadinanza.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine Abitus: I vestiti che (non) abito, condotta sul territorio dal progetto RiVestiTo attraverso un questionario rivolto alla cittadinanza per indagare gli attuali comportamenti di consumo e utilizzo dei materiali tessili, invitando a una riflessione sulle proprie abitudini e all’adozione di pratiche sostenibili.
I risultati dell’indagine
Nonostante l’obbligo della raccolta differenziata del tessile (abiti e casalinghi) in Italia sia entrato in vigore a gennaio del 2022, l’indagine ha messo in luce come i torinesi e le torinesi non abbiano ancora completamente accolto e preso consapevolezza della nuova norma. Infatti, oltre una persona su 10 (l’11,4%) butta nell’indifferenziato i vestiti ancora in buono stato. Se presentano un difetto la percentuale sale quasi al 14%, arriva al 24% in presenza di tessili e casalinghi per la casa e sale ulteriormente al 41% quando si tratta di abiti logori non più indossabili.

Se è un dato molto positivo il fatto che siano quasi 9 su 10 (l’88,18%) le persone che dichiarano di donare i propri vestiti ancora in buono stato ad enti caritatevoli e realtà che si occupano della raccolta e redistribuzione dei vestiti usati, è invece un aspetto problematico il fatto che circa metà delle persone intervistate dichiari di donarli anche quando presentino dei difetti riparabili (50,51%) o addirittura siano logori (47,89%).
Torinesi virtuos* quando si tratta di riparare i propri capi, sia in autonomia (circa l’87%) sia rivolgendosi a riparatori/trici di professione (90%).
In ascesa l’abitudine ad usare abiti di seconda mano, dichiarata dal 73,23% degli intervistati con la percentuale che sale addirittura al 96,7% quando si restringe il campione ai giovani fino a 24 anni.
Un dato interessante, inoltre, riguarda i capi dormienti. Circa un intervistato su quattro ha dichiarato di usare solo la metà (o meno) dei capi di abbigliamento che possiede nel proprio guardaroba.

Diversi sono i suggerimenti arrivati dai e dalle cittadine torinesi: aumentare i momenti di scambio (non solo dei vestiti) sfruttando luoghi di prossimità come le Case del Quartiere; creare mercati rionali dedicati all’usato; incentivare attività artigiane di riparazione e upcycling; istituire un centro di raccolta di materiale tessile con laboratorio di trasformazione; posizionare cassonetti di raccolta abiti in prossimità delle scuole; prevedere cassonetti distinti per abiti in buono stato e cassonetti per materiale logoro; offrire più corsi di cucito, dalle scuole alle Case del Quartiere; creare mappe o elenchi aggiornati dei luoghi di raccolta, donazione per facilitare il conferimento degli abiti e oggetti usati; ma anche luoghi per la riparazione e per fare acquisti di qualità rifiuti; fare informazione sulla composizione delle fibre; approfondimento sulle fibre naturali e su quelle maggiormente riciclabili.
Il campione
Al questionario, veicolato online tra novembre 2024 e febbraio 2025, ha risposto un campione di 1184 persone che abitano a Torino. La maggioranza delle persone è di genere femminile (81,76%), ha più di 40 anni (70%), è di nazionalità italiana (98,14%), è composto per lo più da persone con laurea magistrale (34,97%) e con diploma di scuola media superiore (34,80%). Circa il 36% del campione vive con partner e figli/e (nella maggior parte dei casi 2 o + figli/e).
Il Progetto RiVestiTo
La Città di Torino ha scelto di concentrarsi sulla sfida di una corretta e trasparente gestione della raccolta dei rifiuti tessili post consumo attraverso il progetto europeo Climaborough, finanziato da CINEA e dall’Unione Europea all’interno della missione “100 Climate neutral and Smart Cities” con cui ha bandito una gara per individuare soluzioni innovative nella gestione del tessile post consumo, a servizio dell’amministrazione e della cittadinanza.
È nato così il progetto RiVestiTo ideato da Atelier Riforma, Mercato Circolare e Huulke, e finalizzato a tracciare e incrementare il recupero dei prodotti tessili che vengono raccolti in città, valorizzando e connettendo iniziative di riutilizzo e recupero circolari già presenti sul territorio.
Per farlo il progetto RiVestiTo si avvale di due tecnologie innovative.
Re4Circular uno strumentosupportato dall’intelligenza artificiale che facilita l’indirizzamento di ciascun materiale tessile verso la modalità di valorizzazione più adatta. E l’app Mercato Circolare che mette in rete le realtà che danno una seconda vita ai materiali tessili, mappate dal progetto, con la cittadinanza e le istituzioni. Per coinvolgere ulteriormente la cittadinanza sono state organizzate delle giornate cittadine di sensibilizzazione sulle urgenze della filiera tessile, organizzati insieme alle realtà del territorio e agli attori attivi nella valorizzazione dei tessili dismessi, coinvolgendo vari luoghi della città. Le prime tre giornate di RiVestiTo Live hanno approfondito i temi dello scambio, della cura e della riparazione.
Il prossimo appuntamento è in programma sabato 14 giugno tra Cascina Falchera e Borgo Vanchiglia e sarà dedicato al tema dell’usato. In programma laboratori di ecoprinting, vintage tour, swap party di abbigliamento per bambine e bambini, mostre fotografiche, installazioni artistiche, talk e una tavola rotonda in cui il progetto RiVestiTo dialogherà con alcune realtà attive nella rivendita di capi usati.
Il 25 luglio, invece, RiVestiTo Live si sposterà a Mirafiori sud per una giornata dedicata al dono agli Orti Generali. L’ultimo appuntamento è previsto a settembre nel quartiere di San Salvario e sarà dedicata al tema della creatività.