economia circolare Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/economia-circolare/ l'economia che gira bene Fri, 02 Feb 2024 09:27:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.mercatocircolare.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-Temp_IconaLogoMC2020_bluDark-32x32.png economia circolare Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/economia-circolare/ 32 32 10 idee regalo per un Natale circolare https://www.mercatocircolare.it/10-idee-regalo-per-un-natale-circolare/ Wed, 20 Dec 2023 16:04:27 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3657 Quando si sceglie di fare (o farsi) un regalo, è importante farlo consapevolmente, prestando attenzione all’impatto c’è dietro ad ogni prodotto, alla sua storia, al […]

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Quando si sceglie di fare (o farsi) un regalo, è importante farlo consapevolmente, prestando attenzione all’impatto c’è dietro ad ogni prodotto, alla sua storia, al modo in cui è stato progettato e realizzato. Ancora di più in un periodo come quello natalizio, quando la fretta e l’ansia di presentarsi da parenti e amici a mani vuote possono portare a fare acquisti all’ultimo momento, ignorandone l’impatto ambientale e sociale.
Per aiutarvi, abbiamo selezionato alcune proposte, sostenibili e a basso impatto, tra le realtà presenti sulla app Mercato Circolare. Per far sì che questa occasione possa trasformarsi in un’opportunità per scoprire aziende che fanno della sostenibilità la propria ragione, piccoli negozi di quartiere e attività artigiane del territorio, valorizzando chi presta attenzione all’impatto ambientale e sociale dei propri prodotti.

L’economia della ciambella spiegata alle bambine e ai bambini

La prima idea che vogliamo proporvi, però, non arriva da molto lontano. Si tratta del libro L’economia della ciambella spiegata alle bambine e ai bambini scritto da Nadia Lambiase mettendo a punto esperienze e riflessioni maturate insieme al team di Mercato Circolare, illustrato da Eleonora Casetta e edito da BeccoGiallo, una casa editrice da sempre attenta ai temi della sostenibilità. Un omaggio al Piccolo Principe, ispirato al testo di Kate Raworth. Ma soprattutto uno strumento per cominciare a parlare di economia ai più piccoli, a partire da una rivoluzione del linguaggio e da una domanda filosofica: che cosa ci rende felici?
Utilizzando il codice c1amb3ll4 usufruirete di uno sconto del 10% complessivo per acquistarlo dallo shop di BeccoGiallo editore. Cosa state aspettando?

Exito

E quale modo migliore per leggerlo se non con i bellissimi segnalibri in stoffa realizzati dal progetto Exito, il laboratorio di sartoria e produzione accessori della cooperativa Esserci rivolto a donne fragili.

Sassi

L’atelier di Sassi, a Torino, realizza una linea di abbigliamento donna made in Italy con tessuti di recupero. La collezione autunno inverno, realizzata per il 90% con scampoli e pezze fine serie di pregiati tessuti di recupero, propone animali fantastici ed elementi botanici serigrafati a mano su capi dalle linee comode e lineari.

Tre borse uniche confezionate con scampoli recuperati: la nipponica, la berlinese e la botanica

Ritagli di G

Ritagli di G è un laboratorio artigianale che produce borse, zaini e accessori con gli scarti di pelle derivati dalla lavorazione di divani e poltrone, campionari di pelle e tessuti, rimanenze di magazzino. E allora perché non regalare una G Joy Hobo Bag, in vera pelle recuperata, pratica, resistente, comoda e capiente?

Cartalana

Cartalana è un brand di gioielli interamente fatti a mano con carta da recupero e carta pregiata. Giornali, volantini pubblicitari, posta in cassetta e qualsiasi altro tipo di carta a bassa grammatura e scarsa porosità, sono filati a mano con un fuso, proprio come se fosse lana. Ogni pezzo è unico e rappresenta un regalo originale e sostenibile.

Verdessenza

Da Verdessenza Ecobottega si possono trovare prodotti locali a filiera corta e controllata, prodotti biologici e certificati con marchi ambientali e prodotti etici, provenienti da progetti di economia carceraria, dalle zone terremotate, dal circuito del commercio equo e solidale e da Libera Terra, cresciuti sulle terre confiscate alle mafie.
Le sue proposte natalizie vanno dalle tavolette di cioccolata realizzate dai detenuti del carcere di Padova, alle intramontabili matite Perpetua, in grafite recuperata, fino agli shopper con le eccellenze agroalimentari delle Alte Valli.

ZAC

Tutti da gustare i pacchi di Natale dello Zac di Ivrea realizzati in confezioni riciclate che contengono prodotti “giusti e buoni”. Come il Pacco Daggiù con i prodotti di progetti su terreni confiscati alle mafie, il Pacco Daqquì proveniente invece da aziende canavesane di qualità e il Pacco dal Mondo dal commercio equo e solidale.

Mindful Morsel

Mindful Morsel è un negozio online di prodotti vegani made in Italy. Propone un’ampia selezione di prodotti tipici italiani, vegani ed eco friendly, da acquistare in confezioni singole o in box sostenibili e riciclabili. Come la selezione di caffè Donna Felice, un progetto dedicato all’imprenditoria femminile che sostiene piantagioni tutelate dall’International Women Coffee Alliance in Brasile. O la box con le tisane di montagna realizzate dall’azienda agricola la Calcina secondo i principi dell’agricoltura biologica.

Mondo di Eutèpia

Per li amanti del tè, il regalo perfetto, è la scatola degustazione natalizia di Mondo di Eutèpia, negozio bolognese specializzato in tè, tisane e infusi biologici. La confezione include cinque tipologie di tè e tisane, per un totale di 200 grammi, dal gusto e profumo di Natale.

Barbaciiu

E perché invece non regalare (o regalarsi) una vacanza green? Barbaciiu propone camere e appartamenti in una struttura interamente costruita in bioedilizia a Pietra Ligure. Dallo smart working alla vacanza sportiva per i bikers, dal week end romantico ai lunghi periodi di villeggiatura, a pochi passi dalla spiaggia e dal centro storico. Con il codice DIRECT10 si avrà diritto a uno sconto del 10%.

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Comunità energetiche rinnovabili: che cosa sono e la sperimentazione torinese https://www.mercatocircolare.it/comunita-energetiche-rinnovabili-cosa-sono-e-la-sperimentazione-torinese/ Thu, 14 Dec 2023 14:50:07 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3574 Di cosa parliamo quando parliamo di comunità energetiche rinnovabili? Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un insieme di soggetti – possono essere persone fisiche, ma […]

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Di cosa parliamo quando parliamo di comunità energetiche rinnovabili?

Una comunità energetica rinnovabile (CER) è un insieme di soggetti – possono essere persone fisiche, ma anche piccole e medie imprese, enti territoriali e amministrazioni locali – che decidono di aggregarsi con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia proveniente da fonti rinnovabili su scala locale. Per farlo è necessario che uno o più membri della comunità possiedano o abbiano la disponibilità di uno o più impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo da permettere l’autoproduzione di energia elettrica per coprire in parte o del tutto i consumi dei membri della CER. In particolare, l’energia che viene autoprodotta e consumata, dà diritto a degli incentivi che possono essere redistribuiti tra i membri della comunità energetica o investiti in attività locali ad impatto sociale, in base a quanto è stato deciso e stabilito nel regolamento della CER.

Il percorso di costituzione di una CER può variare in base ai soggetti promotori dell’iniziativa, alle caratteristiche del territorio in cui si sviluppa, agli obiettivi principali che la comunità si propone di perseguire.
In ogni caso, sicuramente il processo prevede: l’analisi dei possibili aderenti, verificando che si trovino all’interno del perimetro afferente alla stessa cabina primaria (dato che può essere reperito qui); il calcolo dei consumi di energia dei vari membri in modo da dimensionare l’impianto e redigere uno studio di fattibilità tecnico-economica; la scelta della forma giuridica e la definizione dei ruoli dei membri; la scrittura dello statuto e/o del regolamento della CER in cui viene indicato anche come i membri decidono di redistribuire gli incentivi.

L’attuazione di iniziative a favore della costituzione di comunità energetiche rinnovabili (CER) nasce a partire dal recepimento di direttive europee legate alla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare la così detta “RED II” (Direttiva (UE) 2018/2001)
Questa direttiva ha come scopo principale l’aumento della quota dell’energia prodotta da fonti rinnovabili nell’Unione Europea e l’incremento del coinvolgimento da parte dei cittadini verso i progetti di nuovi impianti rinnovabili.

L’accezione della CER recepita dalla legislazione italiana è contenuta nel decreto legislativo 8 novembre 2021, n.199, che descrive la comunità energetica come un soggetto di diritto autonomo che può essere composto da persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, gli enti del terzo settore e di protezione ambientale”. Inoltre, viene delineato l’obiettivo principale delle CER, che è “quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità ai suoi membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari”. La CER permette un autoconsumo diffuso, senza dover costruire nuove reti private e permettendo a ciascun membro di mantenere il proprio contratto di fornitura, oltre a dare diritto agli incentivi, redistribuiti in base al regolamento della CER stessa.

Oltre all’obiettivo di autoprodurre e condividere l’energia prodotta dai propri impianti, la CER può anche erogare i seguenti servizi:

  • efficienza energetica;
  • servizi di ricarica di veicoli elettrici;
  • servizi di vendita al dettaglio dell’energia elettrica;
  • servizi ancillari di rete e di flessibilità (della domanda e della produzione).

Se da un lato quindi i vantaggi ambientali ed economici sono facilmente intuibili, citiamo, ad esempio, la riduzione delle emissioni di CO2 dovute alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il contributo alla transizione energetica, la riduzione dei costi di trasporto e di dispersione dell’energia e, nel lungo periodo, il risparmio in bolletta per i membri e la redistribuzione dei benefici economici derivanti dagli incentivi.

Il grande potere innovativo è contenuto nei vantaggi sociali delle CER, essendo un modello collaborativo che permette di coinvolgere in maniera diretta le comunità locali, permettendo di avere un ruolo chiave nelle dinamiche sociali che va oltre la produzione di energia pulita. Possono, infatti, essere definite delle vere e proprie innovazioni sociali, ovvero “nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che allo stesso tempo soddisfano bisogni sociali (più efficacemente delle alternative) e creano nuove relazioni sociali e collaborazioni. In altre parole, sono innovazioni che non solo sono buone per la società ma che rafforzano la capacità della società di agire” (“Empowering people, driving change” BEPA, 2011).
Il processo di costituzione delle CER è di per sé un percorso di governance partecipata, in cui attori diversi, tra cui cittadini/e, imprese, pubbliche amministrazioni, sono in una posizione paritaria tra loro, permettendo così di rafforzare un rapporto di fiducia e di cooperazione lungo il processo di promozione della crescita sostenibile dell’intero sistema. Oltre a questo, le CER possono essere potenti strumenti di mitigazione della povertà energetica. A tal fine, nella composizione dell’aggregato dei membri in fase di progettazione, particolare attenzione può essere posta dai promotori nell’inclusione di soggetti non in grado di soddisfare i propri bisogni energetici primari. Infine, la possibilità di utilizzare i proventi, derivanti dal sistema di incentivazione, nella promozione di servizi ad alto valore sociale sul territorio, le caratterizza come potenziali strumenti ad alto impatto sociale.

Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali

Focalizzandosi sui benefici sociali delle CER, non si può non citare la definizione fornita da Legambiente di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (CERS), tratta dalla sua “Guida pratica allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e solidali e all’autoconsumo collettivo”. Si tratta di “una speciale categoria di comunità energetiche, che possono essere sviluppate in qualsiasi realtà, dai piccoli comuni ai super condomini, dalle periferie urbane ai parchi, con lo specifico obiettivo di portare oltre ai benefici ambientali anche quelli sociali”. Con CERS si fa riferimento a comunità energetiche “dedicate ai soggetti e ai territori più in difficoltà: famiglie, imprese, scuole, periferie, piccoli comuni, territori rurali”. La CERS può quindi “non solo essere occasione di innovazione tecnologica e di lotta all’emergenza climatica, ma rappresentare anche una chiave per combattere disuguaglianze, povertà energetica e per offrire occasioni di sviluppo grazie ad interventi strutturali non assistenziali che favoriscano l’agire collettivo, le realtà locali e la nascita di nuove figure professionali”.

L’esperienza di CERTo

Due workshop organizzati a febbraio 2023, e guidati dal Settore Studi della Camera di commercio di Torino hanno fatto emergere l’esigenza di creare un modello sperimentale di CER nel contesto torinese, attraverso la sperimentazione di un progetto pilota con le caratteristiche di replicabilità, coinvolgimento e sensibilizzazione ed attivazione di un modello di governance partecipata. È nato così CERTo (Comunità Energetiche Rinnovabili Torino), di cui la Camera di commercio di Torino ha assunto il ruolo di coordinatore e facilitatore, in collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino, il Consorzio Univer e la Fondazione LINKS.

Nell’ambito del progetto sono state individuate due aree di interesse – una nell’area urbana, Monterosa, nel quartiere Barriera di Milano a Torino, e una in quella metropolitana, il Canavese -, in cui sono presenti le precondizioni per realizzare una CER-P (comunità energetica rinnovabile a cabina primaria) ed avviare sperimentazioni. Al momento sono stati raccolti i dati necessari per l’avvio delle due sperimentazioni e le manifestazioni di interesse da parte dei soggetti dei due territori interessati ad essere coinvolti nella sperimentazione.

Per il futuro il progetto CERTo, aspira a: offrire soluzioni sistemiche per la realizzazione di CER nelle aree urbane, attraverso l’attivazione di una CET (Comunità Energetica del Territorio); creare un ecosistema urbano attrattivo per investitori pubblici e privati; definire nuovi modelli di business sostenibili su scala urbana; creare sinergie tra le CER e la mobilità elettrica; definire i requisiti della piattaforma necessaria alla gestione smart della complessità energetica dell’ecosistema urbano.

CERTo è una delle azioni che fanno capo alla Camera di commercio di Torino, soggetto attuatore, insieme alla Città di Torino e a Torino Social Impact, del progetto europeo Respondet, che ha portato alla redazione di un Local Action Plan sull’economia circolare e sulle comunità energetiche.

Fonti

  • Unioncamere, Dintec (2023), “Piccole e Medie Imprese, grandi energie. Guida alle Comunità energetiche rinnovabili
  • Legambiente (2022), “Guida pratica allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e solidali e all’autoconsumo collettivo”
  • Avellini, E. Cabria, N. Pellitteri, D. (2023), “Comunità energetiche. Guida per un modello di sviluppo sostenibile e solidale”
  • Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Energy Center del Politecnico di Torino, Fondazione LINKS, (luglio, 2023). “Progetto CERTo. Risultati della prima fase del progetto”.

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Torino, un Green Deal e un Action Plan per la neutralità climatica https://www.mercatocircolare.it/torino-un-green-deal-e-un-action-plan-per-la-neutralita-climatica/ Wed, 11 Oct 2023 15:39:18 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3527 Da ieri la città di Torino ha due nuovi strumenti per proseguire il suo percorso verso la neutralità climatica e la circolarità. Mercato Circolare ha […]

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Da ieri la città di Torino ha due nuovi strumenti per proseguire il suo percorso verso la neutralità climatica e la circolarità.
Mercato Circolare ha collaborato alla stesura del Local Green Deal e del Local Action Plan, rispettivamente dedicati alla realizzazione di un sistema del cibo sostenibile e circolare e all’accompagnamento delle realtà dell’economia sociale verso una transizione ecologica. I due documenti mettono in campo le azioni di sostenibilità che contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica che la città intende perseguire entro il 2030.

Torino, infatti, è una delle 100 città europee che si impegnano a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando anche una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per le altre città europee.

“Promuovere un’economia circolare e senza sprechi contribuisce alla riduzione delle emissioni, verso l’ambizioso obiettivo del raggiungimento della neutralità climatica nel 2030, un obiettivo su cui la nostra città si sta impegnando a fondo” ha dichiarato l’assessora alla Transizione Ecologica e all’Innovazione di Torino Chiara Foglietta che ha siglato l’accordo insieme al presidente di Environment Park Giacomo Portas, al dirigente della Camera di Commercio di Torino Guido Cerrato e ai rappresentanti di piccole e medie imprese e start up che hanno contribuito, alla stesura dei due atti.
“Ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo, recuperare e ridistribuire le eccedenze e sostenere i cittadini nella creazione di nuove comunità energetiche da fonti rinnovabili, promuovendo azioni di sistema, non è solo una contromisura agli effetti del cambiamento climatico, ma può dare un contributo importante allo sviluppo umano, alla riduzione della povertà e al miglioramento della qualità di vita di tutte le persone, accrescendone la fiducia in un futuro più equo, green e sostenibile”.

Le imprese firmatarie del Local Green Deal con l’assessora Foglietta

Local Green Deal

Il Local Green Deal del progetto SME4GREEN è stato sottoscritto da più di 20 imprese e associazioni  che operano nella filiera del cibo (produzione, distribuzione, trasformazione e ristorazione) e raccoglie una serie di azioni per promuovere una produzione sostenibile, incentivare una distribuzione a basso impatto ed espandere la filiera corta, educare a un’alimentazione sana, prevenire e ridurre gli sprechi alimentari e il packaging dei prodotti.                       

Il risultato di un percorso iniziato a marzo dello scorso anno che mira a creare entro il 2024 le condizioni necessarie per la cooperazione tra le PMI locali del comparto del cibo e le autorità pubbliche e a facilitare l’assunzione di politiche a sostegno dell’adozione di soluzioni sostenibili e innovative.

Le azioni del Local Green Deal:

  • 4 azioni relative alla Governance del sistema cibo cittadino;
  • 2 azioni relative ai finanziamenti;
  • 1 azione relativa a Dati, monitoraggio e valutazione;
  • 3 azioni relative a Promuovere e sostenere una produzione sostenibile;
  • 4 azioni relative a Incentivare una distribuzione a basso impatto ed espandere la filiera corta;
  • 1 azione relativa a Educare ad un’alimentazione sana e sostenibile;
  • 1 azione relativa a Prevenire e ridurre gli sprechi alimentari;
  • 1 azione relativa a Ridurre il packaging;

Il partner di progetto del Comune di Torino è il Parco Tecnologico Environment Park.

Local Action Plan

Il piano d’azione è stato sviluppato nell’ambito progetto RESPONDET, nato per rafforzare l’economia sociale favorendo il networking del territorio e rendendo la gestione comune delle risorse il principale elemento di sostenibilità sociale nel processo di transizione verde, con particolare attenzione all’economia circolare e alla comunità energetiche rinnovabili.

L’Action Plan definisce una serie di azioni nel medio e lungo periodo per il raggiungimento della neutralità climatica.

Per l’economia circolare sono state individuate:

  • 7 azioni in capo al Comune di Torino, di cui una in collaborazione con la Camera di commercio di Torino, rivolte al territorio;
  • 3 azioni in capo al Comune di Torino rivolte all’interno dell’organizzazione comunale;
  • 4 azioni in capo alla Camera di commercio di Torino, di cui una in collaborazione con l al Comune di Torino, rivolte al territorio;
  • 2 azioni da portare avanti in sinergia con altri attori del territorio.

Per le comunità energetiche rinnovabili sono state individuate:

  • 3 azioni in capo al Comune di Torino rivolte al territorio;
  • 1 azione in capo alla Camera di commercio di Torino;
  • 3 azioni da portare avanti in sinergia con altri attori del territorio.

Il partner di progetto del Comune di Torino è stata la Camera di commercio di Torino nell’ambito delle attività di Torino Social Impact.

Climate City Contract

Sia il Local Green Deal che il Local Action Plan andranno a confluire nel Climate City Contract, il documento che guiderà Torino verso la neutralità climatica nel 2030.
Le fondamenta sono state poste attraverso due incontri che nei mesi scorsi hanno coinvolto il mondo delle imprese, le associazioni e il terzo settore in un percorso di partecipazione che porterà alla stesura degli impegni strategici per la neutralità climatica, dotati di un piano d’azione e un piano economico per valutare costi e mobilitare finanziamenti e investimenti.

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Che cos’è un abito? https://www.mercatocircolare.it/attacca-bottone/ Thu, 21 Sep 2023 14:14:37 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3486 Riflessioni filosofico – pratiche per raccontare l’avvio del progetto Attacca Bottone Che cosa è un abito? Un manufatto che ci copre dal freddo e dal […]

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Riflessioni filosofico – pratiche per raccontare l’avvio del progetto Attacca Bottone

Che cosa è un abito?

Un manufatto che ci copre dal freddo e dal sole. Ma anche che ci rende più belli e belle.
Ci copre dalla nudità, nasconde i nostri corpi dallo sguardo altrui. E contemporaneamente ci mette in vista, attira lo sguardo altrui su di noi.

Nel libro della Genesi si legge che ad Adamo ed Eva, dopo aver mangiato del frutto che Dio aveva detto loro di non mangiare, “si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Genesi 3, 7).
L’abito – e non un utensile, un’arma, o un gioco – è il primo manufatto della storia, il primo atto di manipolazione del mondo da parte dell’essere umano, come sottolinea il filosofo Emanuele Coccia.

Cosa è allora un abito?
È un oggetto caratterizzato da attributi opposti: definisce la condizione di visibilità dei nostri corpi, nel momento stesso in cui li nega alla vista altrui. È qualcosa che portiamo, indossiamo, perché un abito ha bisogno di un corpo per assumer vita ed essere ammirato, ma così facendo conferisce a noi bellezza ed è quindi lui a portarci, ci permette di arrivare là dove, da soli, nudi, non potremmo arrivare.

Ecco, dunque, due caratteristiche che possiamo riconosce agli abiti.
Sono oggetti soglia: non si situano nello spazio, ma nell’intersezione che separa l’essere umano dal mondo che lo circonda, abitano l’intervallo che separa e unisce la coscienza e la realtà oggettiva.
Sono oggetti metamorfici: sono dei trasmettitori di proprietà che il soggetto e il corpo non sono in grado di ottenere autonomamente. Abbiamo bisogno degli abiti per trasformarci (pensate alla cravatta, all’abito da cerimonia, alle divise o alle maschere..). La personalità passa da una dimensione soggettiva, privata, a un riconoscimento oggettivo, pubblico.

Due, in realtà, sono le tipologie di abiti raccontati nella Genesi. Infatti, pochi versetti dopo si legge: Allora “Dio, il Signore, fece per l’uomo e la sua donna tuniche di pelle e li vestì”. (Genesi 3, 21)
Oltre a notare ironicamente che nella Genesi è già presente l’idea di collezione primavera/estate e autunno/inverno, Emanuele Coccia si sofferma sul materiale utilizzato: piante e animali. Per vestirci, così come per nutrirci abbiamo bisogno della vita altrui. La vita, per noi esseri animali è sempre “vita degli altri” (cibo e vestito). Solo le piante, creature celesti, grazie all’energia soleare, non hanno bisogno di vite altrui per vivere, anzi, donano vita.

Da qualche tempo a questa parte, tuttavia, per gli abiti come per tanti altri oggetti, spopola il materiale sintetico. Che a ben vedere altro non è che petrolio, ossia materia organica fossile, materia che un tempo fu vita. Ancora una volta ci vestiamo di vita morta altrui.
Destinata a diventare un rifiuto, sempre più in fretta.
Se un tempo infatti, il materiale di origine vegetale o animale, garantiva una lunga vita agli abiti, oggi con i materiali sintetici non è più così. Compriamo sempre più vestiti che durano sempre di meno.
Ecco alcuni dati.

La quantità di materiali tessili consumata pro capite è globalmente è cresciuta da 9 kg nel 2000 a 14 kg nel 2020. E ci si aspetta superi i 17 kg nel prossimo decennio. Questo aumento di consumo del materiale tessile significa aumento di consumo di acqua e materie prime. Da un punto di vista del consumo privato dei singoli nuclei famigliari dell’UE, infatti, il settore tessile (vestiti, calzature e biancheria domestica) occupa la quarta posizione, per quanto riguarda il consumo di materie prime e acqua dopo il settore alimentare, consumi domestici, e i trasporti.
E a fronte di questo aumento del consumo si stima che meno dell’1 % di tutti i prodotti tessili nel mondo siano riciclati in nuovi prodotti.

Attacca Bottone

Consapevoli dunque che un abito ha contemporaneamente una funzione pratica e una funzione estetica e che ha un peso materico che va gestito, tanto nella sua origine quanto nella sua fine, il progetto Attacca Bottone intende proporsi come un percorso culturale in grado di tenere assieme la complessità dei temi legati alla moda e sostenibilità con la creatività, attraverso 5 laboratori. Quattro pratico creativi – Cucito creativo a cura di Sassi, Tintura naturale a cura di Emina Batik, Serigrafia a cura di Volcanic DreaM e Telaio a cura di Lavgon – e uno di narrazione, il laboratorio di Podcast curato da Mercato Circolare.

Promosso dall’Associazione Alvà e da 5Pani Emporio Solidale Piossasco, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, il progetto Attacca Bottone si propone di ripartire dall’abito come oggetto in grado di spostare l’esperienza etica ed estetica in quella quotidiana quotidiana che ciascuno e ciascuna di noi ha con sé stesso, con gli altri e con il mondo.

Per info su programma e modalità di iscrizione associazionealvapiossasco@gmail.com

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L’economia circolare salverà il pianeta? https://www.mercatocircolare.it/leconomia-circolare-salvera-il-pianeta/ Fri, 12 May 2023 10:51:24 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3441 Articolo pubblicato su Futura News il 22 aprile 2023 in occasione della Giornata della Terra “Abbiamo iniziato ad utilizzare più Terra di quanta ne possediamo”. […]

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Articolo pubblicato su Futura News il 22 aprile 2023 in occasione della Giornata della Terra

“Abbiamo iniziato ad utilizzare più Terra di quanta ne possediamo”. Parte da qui Nadia Lambiase, ricercatrice, dottore di ricerca in economia circolare, ceo e fondatrice di Mercato Circolare, una startup innovativa a vocazione sociale che attraverso una piattaforma di connessione tra cittadini, imprese e istituzioni, offre formazione e consulenza sui temi dell’economia circolare. In occasione dell’Earth Day abbiamo scelto di partire da qui, dalla prospettiva dell’economia circolare. In milioni di anni, la Terra è stata più volte in grave pericolo (come dimostrano le cinque estinzioni di massa), ma la vera novità, sia pur drammatica, sta nel fatto che a mettere a rischio il pianeta siano oggi per la prima volta non più fattori esogeni bensì cause imputabili all’essere umano, una delle specie viventi che abitano l’ecosistema: dinamiche, processi e circostanze gravi, dall’innalzamento delle temperature globali alla perdita di biodiversità, che in un futuro sempre più prossimo promettono di minacciare anche l’homo sapiens.

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Continua l’avventura in Senegal https://www.mercatocircolare.it/continua-lavventura-in-senegal/ Thu, 30 Mar 2023 11:39:31 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3398 Un anno dopo, rieccoci in Senegal. Nei primi giorni di marzo Nadia e Carlotta di Mercato Circolare si sono recate a Thiés nell’ambito del progetto […]

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Un anno dopo, rieccoci in Senegal.
Nei primi giorni di marzo Nadia e Carlotta di Mercato Circolare si sono recate a Thiés nell’ambito del progetto ProVives – PROgramma di Valorizzazione dell’Impresa VErde e Sociale per l’innovazione, la crescita e il lavoro.

Prima di raccontarvi questa nuova avventura, però, occorre fare un piccolo passo indietro.

Il progetto

I primi passi in Senegal li avevamo mossi con il progetto Coopen, conclusosi nel 2022, che ci aveva permesso di portare la app Mercato Circolare in Senegal, in particolare nella regione di Thiés e di Dakar. In continuità con Coopen, ProVives si propone di rafforzare i risultati ottenuti e di allargare ad altre regioni del Senegal – Louga e Saint-Louis – la mappatura delle realtà locali di economia circolare. Infatti, ProVives intende contribuire alla promozione della crescita economica sostenibile e inclusiva dell’imprenditoria e dell’occupazione nelle aree di intervento e ha l’obiettivo specifico di promuovere la catena del valore e delle politiche in favore delle MPMI a carattere sociale e ambientale con gli approcci della green economy e dell’innovazione digitale.

Il progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha una durata di tre anni (2023 – 2025), si sviluppa in quattro regioni del Senegal – Thiés, Dakar, Saint-Louis e Louga – e comprende in tutto 9 partner:

  • 3 Ong italiane (LVIA, CISV e Rete)
  • 3 Partner locali con competenze specifiche (Caper-Sas, impresa sociale che si occupa di accompagnare le PMI; Espere, organizzazione specializzata nell’economia circolare e Fapal, che rappresenta il mondo contadino)
  • 3 Partner italiani con competenze specifiche (Cisao Unito, Pin e Mercato Circolare)

In particolare, il partenariato LVIA ong, Espere e Mercato Circolare accompagnerà la promozione di iniziative locali di economia circolare grazie all’attività di cartografia che attiverà 19 sentinelle, appartenenti ad associazioni locali di promozione sociale e ambientale. Le sentinelle avranno il compito di individuare e mappare nelle quattro regioni le iniziative di economia circolare. I dati ottenuti con la cartografia ci permetteranno di censire e valorizzare le aziende sulla app Mercato Circolare e, in un secondo momento, di selezionare le 40 realtà che potranno usufruire di un finanziamento e di un supporto tecnico dedicato.

La missione

E così, siamo tornate a Thiés a trovare Elena di LVIA ong e Ahmed di Espere che, grazie alla loro conoscenza approfondita del contesto e dei soggetti locali, ci stanno affiancando nella realizzazione delle azioni previste.
Durante la missione abbiamo incontrato le sentinelle, alcune delle quali erano state già coinvolte nella cartografia del progetto Coopen, e le abbiamo formate sui principi e sui modelli di business dell’economia circolare, creando occasioni di scambio e apprendimento reciproco.

La condivisione di esperienze, lo scambio reciproco e il desiderio condiviso di contribuire ad un cambiamento positivo locale sono gli elementi che più hanno caratterizzato la nostra permanenza.

Cosa abbiamo fatto

Ecco alcuni momenti significativi di contaminazione reciproca (la lista completa sarebbe troppo lunga).

  • Abbiamo partecipato al festival Banlieue Koom La a Guédiawaye, il cui tema era “Promuovere l’innovazione e l’uso del digitale nell’ecosistema imprenditoriale delle periferie”. Nell’occasione abbiamo presentato il progetto ProVives e la app Mercato Circolare, ad un ampio pubblico di imprese innovative senegalesi.
  • Recyclor, una delle associazione che si occuperà della cartografia, ci ha mostrato come funziona la zona ecologica di Rufisque, un’area in cui si occupa della raccolta differenziata dei rifiuti recuperati lungo le spiagge e di attività di sensibilizzazione che coinvolgono la comunità locale.
  • Giovanna di Ases (Agricoltori Solidarietà e Sviluppo) ci ha raccontato il progetto SB-AGROIN che ha lo scopo di aumentare la sicurezza alimentare e il reddito dei piccoli produttori agricoli, sviluppando la filiera agroalimentare nella regione di Thiés. L’incontro è avvenuto direttamente in uno dei campi coltivati, in cui la comunità locale sta portando avanti, in modo fortemente partecipato, la gestione dell’orto. Oltre a raccontarci delle diverse coltivazioni in atto e della produzione del compost, Giovanna ci ha mostrato anche la sperimentazione dell’impianto di idroponica, tecnica di coltivazione fuori suolo, avviato all’interno della comunità.
  • Siamo state poi molto felici di accogliere l’invito delle rappresentanti della Cooperazione Italiana nella sede di Dakar, un incontro che ha dato vita ad un interessante scambio di visioni sulle possibili ricadute del progetto ProVives.

I dieci giorni si sono conclusi con il primo “Atelier dell’economia circolare”, organizzato a Thiès dal partner di progetto Espere, dove abbiamo raccontato il progetto insieme a CISV e LVIA.

Pochi giorni dopo il nostro rientro, il 20 marzo, si è tenuto l’evento ufficiale di lancio del progetto ProVives, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dakar. In momento di racconto e condivisione degli obiettivi del progetto che ha visto la partecipazione di enti locali e nazionali, rappresentanti dell’agenzia AICS, partner di progetto e collaboratori di diverse organizzazioni che condividono percorsi ed obiettivi.

Non ci resta quindi che augurare buon lavoro a tutti i partner di progetto e alle sentinelle!

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Mercato Circolare App https://www.mercatocircolare.it/mercato-circolare-lapp-delleconomia-circolare/ Fri, 24 Mar 2023 17:01:28 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=2781 Mercato Circolare è la prima App che censisce beni, servizi, imprese e realtà dell’economia circolare. Gratuita, intuitiva e piacevole da usare, è la compagna perfetta […]

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Mercato Circolare è la prima App che censisce beni, servizi, imprese e realtà dell’economia circolare. Gratuita, intuitiva e piacevole da usare, è la compagna perfetta per vivere il rapporto con l’acquisto e la condivisione di beni e servizi in modo sostenibile, sotto tutti i punti di vista.

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Il costo della vita https://www.mercatocircolare.it/il-costo-della-vita/ Thu, 13 Oct 2022 16:26:19 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3194 Sentiamo parlare spesso di caro vita, un tema reso ancora più attuale dagli eventi di questi mesi. Eppure, ci siamo mai fermati un attimo a […]

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Sentiamo parlare spesso di caro vita, un tema reso ancora più attuale dagli eventi di questi mesi. Eppure, ci siamo mai fermati un attimo a riflettere su quanto costa effettivamente la vita?
La nostra vita, quella degli altri, quella del pianeta…

A partire dal trittico costo, valore, prezzo, il ciclo di incontri gratuito Il costo della vita intende aprire una riflessione pubblica sulla necessita di avviare nuove metriche del valore, in grado di intersecarsi con la questione del cambiamento climatico e della giustizia sociale.

Il tema

Cosa significa riconoscere il costo delle cose tangibili e intangibili che ogni giorno rendono possibile la nostra vita? Perché parlare di costo? È sempre possibile trasformare il costo in prezzo? E quale posto è riservato al valore?
Per rispondere a questi interrogativi il ciclo di incontri si snoda tra i “rivoli” della vita attraverso 10 incontri tematici, che si interrogano di volta in volta su costo del cibo e dei vestiti, sul costo del denaro, delle relazioni, del lavoro, della tecnologia, della natura e della giustizia.
Obiettivo della rassegna è ragionare, in forma laboratoriale, su possibili nuove narrazioni ecosistemiche, e quindi su nuove azioni collettive, politiche e personali da attivare.

Pubblico

Il progetto Il costo della vita si rivolge ai giovani, in particolare universitari ed universitarie e studenti e studentesse all’ultimo anno delle superiori.
A loro si lancia una sfida: partecipare a tutti e 10 gli incontri, per poter costruire e consolidare un vero e proprio gruppo di lavoro.
Per questo motivo è previsto un numero massimo di 30 partecipanti.
Coloro che parteciperanno ad almeno 8 incontri su 10 riceveranno in omaggio un libro inerente i temi chiave affrontati durante il percorso.

Il format

L’esperienza offerta si snoda attraverso 10 incontri tematici, tardo-pomeridiani del martedì, di 2h cadauno tra ottobre 2022 e febbraio 2023. Lo stile laboratoriale è garantito dalla presenza congiunta a ogni incontro di uno sguardo accademico e uno sguardo che arriva dalla testimonianza di un’impresa e/o della società civile, grazie ai quali verranno poste questioni sul tavolo da dibattere e discutere. Il tutto arricchito da degustazioni culinarie in tema con la rassegna.
L’ultimo incontro vedrà la partecipazione, oltre a diverse realtà della società civile, della vicesindaca Michela Favaro, chiamata a confrontarsi con i giovani che hanno partecipato al percorso.

Il ciclo di incontri, tutti gratuiti, si svolgerà a Torino tra il Centro Teologico di Corso Stati Uniti 11H, che ospiterà i primi 5 incontri, e il coworking Poliedro di corso Matteotti 11, dove si terranno gli ultimi cinque.

Calendario

18 ottobre 2022 | Costo, prezzo e valore

Mercato Circolare Srl Società Benefit & Centro Teologico | Gesuiti Torino

25 ottobre 2022 | Il costo di un hamburger

Egidio Dansero, Prof. Ordinario di Geografia Economico-politica @UniTO + Soc. Coop Karibu Open – Catering sostenibile

08 novembre 2022 | Il costo di una maglietta

Laura Corazza, Assistant Professor, Business administration and management @UniTO + Atelier Riforma Srl – Tecnologia per una moda circolare

22 novembre 2022 | Il costo del denaro

Pietro Terna, Prof. di Economia @UniTO + Banca Etica

06 dicembre 2022 | Il costo delle relazioni

Luigi Bistagnino, Prof. e architetto esperto di design sistemico + ACMOS (Aggregazione, Coscientizzazione, MOvimentazione Sociale) Aps

10 gennaio 2023 | Il costo del lavoro

Lia Pacelli, Prof.ssa associata, Dipartimento di economia e Statistica “Cognetti de Martiis” @UniTO + Humus Job Srl – jobsharing agricolo

17 gennaio 2023 | Il costo della tecnologia

Fabrizio Valpreda, architetto, designer e Prof. in Design @PoliTO + Brixel, Digital Creative Agency

24 gennaio 2023 | Il costo della natura

Silvana Dalmazzone, Prof.ssa di economia dell’ambiente @UniTO + SEACoop coop. sociale

31 gennaio 2023 | Il costo della giustizia

Davide Petrini, Prof. ordinario di Diritto penale e di Diritto penale del lavoro @UniTO + ASAI, ASsociazione di Animazione Interculturale

07 febbraio 2023 | Nuove narrazioni ecosistemicheMercato Circolare Srl Società Benefit & Centro Teologico | Gesuiti Torino + diverse realtà della società civile. Ospite la vicesindaca di Torino Michela Favaro

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti previa registrazione a questo link

Il valore della rete

Il ciclo di incontri “Il costo della vita” è nato dall’incontro tra il Centro Teologico dei Gesuiti della città di Torino e Mercato Circolare.
L’idea è venuta a Padre Guido Bertagna, chiamato a rilanciare il Centro quale luogo e strumento di incontro, confronto e arricchimento reciproco per i giovani della città, dopo aver ascoltato la discussione della tesi di dottorato di Nadia Lambiase, fondatrice di Mercato Circolare e dottoressa di ricerca in Innovation for the circular economy.
La tesi di dottorato, così, è uscita dall’accademia per trasformarsi in una rassegna culturale dedicata agli studenti e alle studentesse.

«Il fatto che una ricerca di dottorato diventi un laboratorio di confronto tra giovani, cittadine/i, attori della società civile, imprenditori e imprenditrici, è uno dei valori più alti di questa iniziativa – racconta Nadia Lambiase, Ceo e fondatrice di Mercato Circolare –. Quello di cui c’è assoluta urgenza oggi giorno, infatti, è l’attivazione di un dibattito pubblico attorno ai limiti morali dei mercati, per poter ragionare collettivamente su come valutare i beni sociali, relazionali e naturali a cui diamo un prezzo».

«Questa proposta si rivolge in particolare ai giovani – spiega Guido Bertagna, del Centro Teologico di Torino – nell’intento di offrire loro e vivere con loro uno spazio di ricerca, acquisire strumenti per capire le connessioni e le distanze tra il costo e il valore delle cose della vita e, in definitiva, della vita stessa. Come leggere più in profondità i meccanismi e le leggi che governano il nostro tempo e impongono spesso la loro visione di ciò che vale? In un confronto con esperti di economia, sociologia, diritto, architettura i giovani potranno ascoltarsi e confrontarsi con una polifonia di voci e acquisire maggiore consapevolezza del nostro mondo e dei suoi meccanismi, le sue leggi e di cosa davvero stabilisce il valore della vita».

Fin da subito il Centro Teologico e Mercato Circolare hanno inteso costruire questa esperienza in forma collaborativa con tante e diverse realtà del territorio. Così la proposta si è arricchita della collaborazione del Coworking Poliedro, dei soci e delle socie del Git Torino Aosta di Banca Etica, di Frida Unito, del Centro Studi Argo, dell’Associazione di Animazione Interculturale Asai, dei Fridays For Future Torino, dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro e della Pastorale Universitaria.

Il tutto è reso possibile grazie alle risorse messe a disposizione del Centro Teologico e al contributo dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro.

«Il costo della transizione non è minimamente comparabile al prezzo che dovremo pagare se non agiamo immediatamente» dichiara Andrea John Dejanaz, attivista di Fridays For Future Torino.

«L’itinerario formativo “Il costo della vita” rappresenta un laboratorio ideale in cui ripensare, da un lato i nostri stili di vita personali e dall’altro lato gli interventi e i programmi per modificare il nostro paradigma di sviluppo e orientarlo verso un modello sostenibile e inclusivo – spiega Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Torino –. Sosteniamo e promuoviamo questo percorso in quanto siamo convinti che si debba ripartire dall’educazione delle coscienze per contribuire ad un cambiamento culturale quanto mai necessario e urgente per prendersi cura, consapevolmente, della casa comune».

«È indispensabile oggi prendere coscienza del fatto che il prezzo è cosa ben diversa dal costo – sostiene Isabella Brianza di “La tela della diocesi”, che anima gli appuntamenti del coworking Poliedro –. Spesso, senza neanche accorgercene, ci illudiamo che prezzi bassi ci consentano un accesso illimitato a beni e servizi. Questo percorso ci aiuterà a comprendere la differenza ulteriore tra costo e valore, sperando di renderci tutti più attivi a difendere quest’ultimo, soprattutto perché toccano l’uomo e l’ambiente».

«Siamo felici di poter partecipare a questa splendida iniziativa formativa – dichiara Giacomo Molinari di Acmos crediamo che la condivisione di buone pratiche e la testimonianza diretta di una vita vissuta diversamente possano essere le giuste leve per concorrere alla creazione di un sistema economico più equo e giusto. Parteciperemo con orgoglio all’iniziativa, desiderosi di portare la nostra esperienza e di intrecciarla con le altre promosse dai vari partecipanti».

Il percorso è gratuito previa registrazione

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Connessioni, limite, valore e felicità pubblica: le parole in gioco per un’economia circolare https://www.mercatocircolare.it/connessioni-limite-valore-e-felicita-pubblica-le-parole-in-gioco-per-uneconomia-circolare/ Mon, 13 Jun 2022 10:29:51 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3063 Economia sociale, solidale, circolare. Finanza etica, verde o sostenibile. Perché dobbiamo utilizzare tutti questi aggettivi per qualificare un certo tipo di economia e finanza? non […]

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Economia sociale, solidale, circolare. Finanza etica, verde o sostenibile. Perché dobbiamo utilizzare tutti questi aggettivi per qualificare un certo tipo di economia e finanza? non basterebbe parlare di economia e finanza tout court?

È la domanda da cui siamo partiti giovedì 2 giugno al Festival Internazionale dell’Economia di Torino, dove abbiamo partecipato, all’interno della compagine di Torino Social Impact, al panel dal titolo La finanza che fa bene all’economia sociale insieme ad Andrea Limone, presidente di Permicro e a Davide Dal Maso di Avanzi, referente del progetto della Borsa sociale promossa da Torino Social Impact.

Noi di Mercato Circolare siamo stati chiamati a rappresentare l’universo delle imprese sociali e delle start up innovative a vocazione sociale che alimentano l’ecosistema di Torino Social Impact. Imprese che nascono per ri-occupare lo spazio economico in modo diverso: non per massimizzare il proprio profitto, ma per concorrere alla generazione della felicità pubblica, assumendo fino in fondo il concetto di limite in modo generativo.
All’interno di questo universo, Mercato Circolare è intervenuta in rappresentanza delle realtà socie e clienti di Banca Etica, il cui articolo 5 dello statuto (che a sua volta si rifà ai principi della finanza etica) postula la necessità di considerare le conseguenze non economiche dell’agire economico.

festival economia
Nadia Lambiase insieme ad Andrea Limone e Davide Dal Maso al Festival dell’Economia di Torino (foto Permicro)

Il nostro contributo si è focalizzato sul ruolo che l’economia circolare può avere nel contribuire a un cambio di paradigma.
Per prima cosa siamo partiti da una domanda, quella con cui si apre questo articolo, per offrire due sottolineature:
Non basta parlare di economia e finanza?

Evidentemente no, perché quando parliamo di economia immediatamente pensiamo a un’economia dove il protagonista è l’homo oeconomicus, soggetto adulto e maschio, che punta a massimizzare il proprio benessere, e le imprese sono soggetti economici il cui obiettivo è la massimizzazione del profitto. Quando parliamo di finanza, allora, l’unica metrica possibile è quella economica e monetaria.
Ed è normale che sia così, è la realtà in cui viviamo. Oppure no?
E se questa fosse solamente una delle possibili narrazioni dell’economia e della finanza e, di conseguenza, della società? Una visione parziale assunta a unica descrizione possibile del reale.

Ed ecco la prima sottolineatura: non esistono l’economia e la finanza come scienze naturali e immutabili, ma piuttosto il pensiero economico di uomini e (purtroppo ancora poche) donne che sono figli e figlie del loro tempo.
Qual è il pensiero che abbiamo sul mondo? Sugli essere umani e sui viventi? E sulle relazioni tra questi?
È a partire dalle visioni, immagini e parole che usiamo che discende una narrazione economica piuttosto che un’altra
.

E veniamo alla seconda sottolineatura.
Aggiungere l’aggettivo circolare accanto alla parola economia, ci fa intuire che esiste anche un’economia che circolare non è. Quella lineare in cui siamo immersi, che considera la Terra come una riserva infinita di risorse che possono essere utilizzate a piacimento, contaminate, trasformate in beni e abbandonate come rifiuti inutili. È l’economia del cow boy e del far west a cui l’economista americano Kennet Boulding, nel 1966, contrapponeva l’economia dell’astronauta, per la quale la Terra in quanto sistema chiuso che scambia energia con l’esterno ma non materia, è da considerarsi alla stregua di una navicella spaziale: quello che si porta a bordo prima a poi finisce e i rifiuti prodotti si accumulano all’interno.
Dunque possiamo definire l’economia circolare come quel paradigma economico che punta a mantenere il valore materico ed energetico dei beni e delle risorse il più a lungo possibile all’interno dei cicli produttivi, riducendo l’utilizzo di materia vergine e la produzione di rifiuti.

Bene, ma questo descrive una dimensione puramente tecnica.
E la dimensione politica? Qual è obiettivo di fondo? Qual è lo sguardo che abbiamo sul mondo?

A questo punto bisogna precisare che non esiste una definizione unica di economia circolare. Basti pensare che uno studio del 2017 ha analizzato ben 114 definizioni. La maggior parte di queste considera l’economia circolare come una strategia per valorizzare meglio la materia e l’energia dove l’obiettivo continua a essere è la crescita economica.
Il problema della crescita infinita in un mondo chiuso e limitato non è tematizzato.

Si tratta di un’economia circolare tecnica, che continua a inserirsi nella narrazione main stream dell’economia lineare della crescita infinita.

C’è anche, però, un’economia circolare politica che può essere ben rappresentata dalla ciambella descritta dall’economista Kate Raworth in “L’economia della ciambella”. La ciambella raffigura due limiti ben chiari da non superare, quello esterno che corrisponde ai limiti planetari del nostro pianeta e quello interno che rappresenta il limite entro cui stare per condurre, tutti quanti una vita dignitosa. Lo spazio tra i due cerchi è quello in cui è possibile perseguire un benessere dinamico, equo, sicuro e duraturo per tutti i  viventi.

Ecco dunque la nostra definizione di economia circolare.

Una narrazione economica

  • che elegge la natura come maestra (punta a chiudere i cicli, riconosce che tutto è connesso e che la vita è segnata dal limite); 
  • che elegge il pensiero sistemico quale strategia per progettare modelli di business in grado di usare meno risorse vergini, di preservare il valore della materia e dell’energia nel tempo, di prediligere l’uso al possesso e di generare valore dallo scarto;
  • il cui fine è generare felicità pubblica, per la quale è necessario individuare e sperimentare nuovi e multidimensionali indicatori e metriche  per valutare e valorizzare il benessere di tutti gli esseri viventi, presenti e futuri.

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Buone pratiche di economia circolare in Piemonte e Valle d’Aosta https://www.mercatocircolare.it/raccolta-buone-pratiche-economia-circolare/ Fri, 10 Jun 2022 09:59:22 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3055 Quali sono le tue buone pratiche aziendali di economia circolare e sostenibilità? Mercato Circolare sta collaborando con le Camere di commercio del Piemonte e Ecocerved […]

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Quali sono le tue buone pratiche aziendali di economia circolare e sostenibilità?

Mercato Circolare sta collaborando con le Camere di commercio del Piemonte e Ecocerved per favorire la conoscenza e la diffusione del modo italiano di fare economia circolare attraverso un servizio di promozione delle buone pratiche di economia circolare e sostenibilità delle imprese piemontesi e valdostane.

Il servizio prevede:

  • Raccolta delle buone pratiche aziendali
  • Promozione sul porrtale CSR Piemonte, Ecocamere e altri canali istituzionali
  • Promozione sul portale nazionale Icesp delle buone pratiche ritenute idonee
  • Pubblicazione sulla App Mercato Circolare che collega imprese e utenti votati alla sosteniblità
  • Realizzazione di un breve video promozionale per le esperienze più interessanti.

Ma che cos’è una buona pratica di economia circolare e sostenibilità?
È un’esperienza di impresa che applica, anche in una singola procedura, un metodo coerente con i principi di circolarità (scelta di materie prime, efficienza dei processi produttivi, riciclo ecc.).
Gli elementi che caratterizzano le loro pratiche sono, secondo le linee guida redatte da Icesp, il carattere innovativo, ovvero la capacità di produrre soluzioni nuove o che interpretino in modo creativo soluzioni già sperimentate; la trasferibilità; la replicabilità, vale a dire la possibilità di replicare alcuni aspetti del modello proposto in altri contesti o applicarli alla risoluzione di altri problemi.

Possono aderire alla raccolta le imprese del Piemonte e della Valle d’Aosta che abbiano da proporre una buona pratica in materia di economia circolare e sostenibilità.

Per candidare la propria buona pratica occorre scaricare, compilare e inviare la scheda di candidatura a economia.circolare@pie.camcom.it entro il 30 giugno
Per ricevere supporto nella compilazione della scheda si può partecipare all’evento “Question time” del 23 giugno.

​Per informazioni contattare: economia.circolare@pie.camcom.it; 011/5669262

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