Beatrice Cavallari, Author at Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/author/beatrice-cavallari/ l'economia che gira bene Fri, 18 Aug 2023 09:40:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.mercatocircolare.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-Temp_IconaLogoMC2020_bluDark-32x32.png Beatrice Cavallari, Author at Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/author/beatrice-cavallari/ 32 32 Il cibo del futuro: quali alternative per il benessere del pianeta? https://www.mercatocircolare.it/il-cibo-del-futuro-quali-alternative-per-il-benessere-del-pianeta/ Thu, 12 Aug 2021 16:46:20 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1800 Diventeremo tutti vegetariani? Gli insetti sono il cibo del futuro? domanda di GG su Conversation Community Mangiare è un’attività che riguarda da vicino ognuno di […]

The post Il cibo del futuro: quali alternative per il benessere del pianeta? appeared first on Mercato Circolare.

]]>

Diventeremo tutti vegetariani?
Gli insetti sono il cibo del futuro?

domanda di GG su Conversation Community

Mangiare è un’attività che riguarda da vicino ognuno di noi: ogni giorno per più volte al giorno scegliamo cosa mettere nel nostro piatto.

Come sappiamo, tutte le nostre scelte hanno un impatto ambientale e quello che mangiamo non è esente da tutto ciò. Tra le tante alternative però, ci sono alimenti che incidono maggiormente sull’ambiente.
Il consumo di carne, ad esempio, è tra questi.

L’eccessivo consumo di carne

Negli ultimi 60 anni il consumo di carne è cresciuto molto rapidamente: la quantità di carne prodotta è oggi quasi cinque volte maggiore di quella dei primi anni ’60: siamo passati da 70 milioni di tonnellate a quasi 340 milioni di tonnellate nel 2020. Un tale incremento è dovuto non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale. Ma quali saranno le conseguenze di questo incremento? aumento delle emissioni inquinanti e perdita di biodiversità!

Secondo il WWF circa l’80% del disboscamento della foresta amazzonica è dovuto alla necessità di fare spazio agli allevamenti di bovini. Questa perdita di foreste libera nell’aria migliaia di tonnellate di CO2, e ci priva della possibilità di ri-assorbire l’anidride carbonica presente nell’atmosfera. E non solo, gli impatti si vedono anche dal punto di vista del consumo del suolo: secondo la FAO, gli allevamenti equivalgono al 26% di tutte terre emerse ghiacciai inclusi e il 70% di tutta la superficie dell’Unione Europea è destinata alla produzione di mangime e foraggio per gli animali. In aggiunta, i ruminanti come bovini e ovini producono e rilasciano metano come effetto della digestione e lo stoccaggio del loro letame produce esalazioni di metano e di protossido di azoto. Infatti, l’industria della carne, sempre secondo la FAO, è oggi una delle principali responsabili dell’emissione di gas serra nell’atmosfera, producendo il 14% delle emissioni globali. Senza dimenticare la questione etica: Compassion in World Farming stima in circa 70 miliardi gli animali terrestri allevati ogni anno per l’alimentazione umana, due terzi dei quali condannati ad una vita-non vita negli allevamenti intensivi.

Le possibilità per il futuro

Cosa possiamo fare? La commissione Eat-Lancet suggerisce di ridurre il nostro consumo di manzo del 90% rispetto agli standard attuali, che equivarrebbe a consumare circa una bistecca al mese. Per aiutare il nostro pianeta è suggerito di mangiare più fagioli e legumi, noci e semi. L’ideale, però, sarebbe passare completamente a una dieta vegetariana o, ancora meglio, vegana.

Infatti, diete a base di verdure e legumi hanno un’impronta sul clima significativamente minore. Secondo Nature, entro il 2050 i cambiamenti dietetici e la maggiore propensione alle diete vegetali potrebbero liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno, che equivalgono circa al 21% delle emissioni odierne. Le diete a base di carne sono responsabili di quasi il doppio delle emissioni di gas serra al giorno rispetto a quelle vegetariane e circa due volte e mezzo rispetto alle vegane. Ad esempio, se un amante della carne è responsabile, ogni anno, di circa 3,3 tonnellate di CO2, un vegetariano è responsabile solo di 1,7 tonnellate, ed un vegano di 1,5. Rinunciare alla carne rossa farebbe, da sola, una grande differenza, riducendo la propria impronta di carbonio a 1,9 tonnellate di CO2. 

Nuove alternative sostenibili

Inoltre, bisogna tenere in considerazione che se i trend di crescita della popolazione mondiale dovessero rimanere invariati, entro il 2050 potremmo ritrovarci in 10 miliardi. Considerando che già oggi circa un miliardo di persone soffre di denutrizione e che siamo già in debito con la Terra in quanto a risorse naturali, occorre trovare qualcos’altro da mettere nel piatto. Diventa allora necessario sperimentare generi alimentari “alternativi”, sostenibili, nutrienti e che possano bastare per un gran numero di persone.

Anche qui una valida soluzione è il passaggio a una dieta vegana: Se infatti sono infatti necessari 930 chili di cereali per nutrire – indirettamente – per un anno una persona la cui alimentazione si basa su alimenti di origine animale, ne basterebbero 180 kg per un’alimentazione su base vegetale (Millstone and Lang,The Atlas of Food: Who Eats What, Where and Why, 2003).

Ma esistono anche cibi di origine animale che non hanno lo stesso impatto della carne che siamo abituati a consumare: gli insetti!

Nel mondo li consumano regolarmente già 2 miliardi di persone, e sono almeno 1900 le specie commestibili. Per promuovere in tutto il mondo la diffusione di questo alimento, la FAO ha pubblicato un rapporto sui benefici dell’entomofagia, il consumo alimentare di insetti.

Tra i benefici citati nel rapporto, si sottolinea che la dieta a base di insetti è sostenibile. Infatti, a differenza del bestiame d’allevamento, sono molto efficienti nel convertire in massa edibile il cibo che mangiano: ad esempio, ai grilli servono 2 kg di cibo per produrre 1 kg di carne, e sono commestibili all’80%, mentre ai bovini occorrono in media 10 kg di cibo per produrre la stessa quantità di carne e solo il 40% di essi è commestibile. Inoltre, allevare insetti richiede meno spazio, meno fatica e minori risorse idriche. Senza contare che gli insetti produrrebbero meno gas climalteranti e sarebbero inoltre meno soggetti a infezioni. Infine, non competerebbero con gli esseri umani nel consumo di cibo, perché potrebbero nutrirsi di scarti vegetali che noi non mangiamo.

Quindi cosa mangeremo?

In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, arrivata nell’ambito del progetto Conversation Community, il nostro attuale regime alimentare è insostenibile. Che sia il passaggio a una dieta completamente vegetariana o vegana, l’entomofagia o altre soluzioni come la carne sintetica, un cambiamento è necessario. Per noi e per il nostro pianeta.

The post Il cibo del futuro: quali alternative per il benessere del pianeta? appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Piantare alberi non basterà a salvare il Pianeta https://www.mercatocircolare.it/piantare-alberi-non-bastera-a-salvare-il-pianeta/ Sat, 05 Jun 2021 12:45:27 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1668 Serve davvero piantare alberi o è solo greenwashing? e quanti dovremmo piantarne per compensare le emissioni che produciamo?

The post Piantare alberi non basterà a salvare il Pianeta appeared first on Mercato Circolare.

]]>

Tutte queste aziende che piantano alberi (come la Juve che pianta 200 alberi ogni gol ma ce ne sono anche tante altre) servono davvero a qualcosa o è solo greenwashing?

Domanda di marks su Conversation Community

I doni degli alberi

Partiamo col dire che gli alberi sono fondamentali per la vita sul nostro pianeta. Può sembrare una banalità ma forse non tutti si rendono conto della quantità di funzioni che svolgono: producono ossigeno e assorbono anidride carbonica, contribuiscono alla pulizia dell’aria filtrando le sostanze inquinanti e prevengono l’inquinamento idrico, salvaguardano argini e terreni dall’erosione, nelle città svolgono un’importante funzione di termoregolazione dell’ambiente favorendo il risparmio energetico. Gli alberi sono anche una parte essenziale della catena alimentare e di sostentamento per le specie del nostro pianeta, e un fondamentale presidio di biodiversità con circa l’80% delle specie terrestri ospitate in ambiente forestale e ben 1,6 miliardi di persone che dipendono dalle foreste per la loro sopravvivenza. 

Deforestazione e rimboschimento

Eppure, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, da quando è iniziata l’antropizzazione del mondo abbiamo distrutto quasi la metà degli alberi presenti sulla Terra. E continuiamo ad abbatterne oltre 15 miliardi ogni anno. Perché?

Una delle cause principali è l’espansione delle attività di coltivazione agricola. Lo afferma la FAO nel report “The State of the World’s Forests”, che sottolinea anche come l’attività di espansione agricola riguardi maggiormente la produzione di beni agricoli destinati all’esportazione e non a coprire i fabbisogni locali della popolazione.

ogni anno vengono abbattuti 15 miliardi di alberi

Oggi, secondo stime della FAO, le foreste ricoprono complessivamente un’area di circa 4 miliardi di ettari, che corrisponde a circa il 30% della superficie terrestre e il tasso di deforestazione aumenta ogni anno, confermandosi come una delle principali cause del riscaldamento globale, con una produzione di emissioni di gas serra che va dal 12 al 20% delle emissioni totali.

A supporto di attività di rimboschimento sono nate negli ultimi anni iniziative di cittadini, imprese, associazioni e volontari. Tra queste troviamo piattaforme come Treedom e ZeroCo2, ma anche iniziative internazionali come la Billion Tree Campaign, nata con lo scopo di piantare un miliardo di alberi, che è stata rilanciata attraverso un obiettivo ancora più ambizioso: la Trillion Tree Campaign, per piantare un trilione di alberi.

A questo punto la domanda sorge spontanea: quanti alberi dobbiamo piantare per azzerare le emissioni prodotte?

Non si riduce solo a una questione di quantità

Secondo uno studio di fattibilità condotto da Bastin et al., per compensare le emissioni complessive del pianeta per 20 anni, sarebbe necessario piantare alberi per una superficie pari 900 milioni di ettari, un’area equivalente a quella degli Stati Uniti. Ma non è così “semplice”. Questo dato, infatti, non tiene in considerazione la tipologia di alberi da piantumare: i boschi non sono tutti uguali, la quantità di carbonio assorbita dipende dal tipo di albero, dall’ambiente circostante e dalla gestione forestale.

La piantumazione al posto di specie autoctone o in luoghi che non possono accogliere alberi può causare danni ambientali ancora maggiori di quelli che mira a riparare. Infine, è fondamentale il coinvolgimento delle comunità locali, che dovranno prendersene cura nel tempo.
Insomma, non basta semplicemente piantare qualche albero per ripulire il brand (e la coscienza).

Inoltre è bene ricordare che le foreste naturali hanno una maggiore ricchezza di biodiversità rispetto a quelle antropiche.
Per questo la gestione e la salvaguardia delle foreste esistenti è di vitale importanza.
Per quanto piantare alberi resti molto importante, richiede un grande sforzo nel tempo per prendersene cura, con costi che talvolta finiscono per superare quelli di piantumazione.

Anche l’IPCC nel suo report “Climate Change and Land”, afferma che per la lotta alla crisi climatica, la riduzione della deforestazione e la conservazione e la gestione delle risorse forestali sono più efficaci dei rimboschimenti.

Le foreste italiane

In Italia la superficie forestale raggiunge quasi gli 11 milioni di ettari. Oggi il nostro Paese sta andando verso un processo di saturazione, in quanto non ci sono più aree dove rimboschire, e le superfici già esistenti vivono in uno stato di abbandono. Per questo è importante che foreste siano periodicamente soggette a manutenzione, un’azione necessaria per prevenire incendi ed attacchi parassitari.

Per la salvaguardia delle foreste esistenti in Italia sono nate molte iniziative. Tra queste troviamo Forest Sharing, una piattaforma che consente ai proprietari di foreste inutilizzate di entrare gratuitamente in contatto con tecnici forestali. In questo modo, attraverso pratiche di gestione sostenibile, le foreste sono trasformate in beni che generano reddito, come ad esempio prodotti e sottoprodotti legnosi o aree ricreative.

Piantare alberi salverà il mondo?

Per rispondere alla domanda iniziale, quindi, piantare alberi è sicuramente una buona cosa e può essere una soluzione temporanea ma è sbagliato pensare che basterà a salvare il mondo. Dovremmo prima impegnarci a fermare la deforestazione e a salvaguardare e valorizzare le foreste esistenti, facendo un uso corretto dei prodotti e servizi che ci offrono. Ma soprattutto, come sottolineano gli scienziati Erle C. Ellis, Mark Maslin and Simon Lewis, non dobbiamo distogliere l’attenzione dalle cause che stanno determinando il cambiamento climatico: “Piantare alberi rallenterebbe il riscaldamento del pianeta, ma l’unica cosa che potrà salvare noi e le generazioni future da pagare un alto prezzo in termini di denaro, di vite umane e di danni alla natura è una riduzione rapida e significativa delle emissioni di anidride carbonica derivante dall’utilizzo dei combustibili fossili, che devono essere portate a emissioni nette zero entro il 2050”.

Ma cosa intendiamo per emissioni nette zero?
Quando si parla di “emissioni zero” spesso si tende a pensare che significhi smettere di produrre completamente emissioni di gas serra. Ma questo non è possibile. Quello che si può fare è ridurre il più possibile le emissioni e compensare quelle residue rimuovendole dall’atmosfera, portando così in pari il bilancio tra emissioni positive e negative. Cioè a emissioni nette zero!
In particolare ci sono due tecnologie che consentono di rimuovere la CO2 dall’atmosfera in modo più o meno permanente: tramite la biomassa (fotosintesi), e da qui le varie iniziative di rimboschimento, o chimicamente (tramite filtri dell’aria o legandosi a minerali). Nessuna delle due, tuttavia, rappresenta un’alternativa alla necessaria riduzione delle emissioni di CO2.

The post Piantare alberi non basterà a salvare il Pianeta appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Giovani idee in circolo https://www.mercatocircolare.it/idee-in-circolo/ Wed, 03 Mar 2021 09:24:46 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1571 Colonnine per l’autoriparazione delle biciclette, slip e assorbenti sostenibili, cargo bike polifunzionali e eco-furgoncini per consegnare prodotti locali. Quattro idee green per un futuro circolare. […]

The post Giovani idee in circolo appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Colonnine per l’autoriparazione delle biciclette, slip e assorbenti sostenibili, cargo bike polifunzionali e eco-furgoncini per consegnare prodotti locali. Quattro idee green per un futuro circolare. Sono le Giovani idee in circolo piemontesi, individuate e premiate dal progetto Metti in Circolo il Cambiamento, promosso da Lvia insieme a Legambiente, per promuovere il necessario cambiamento culturale verso i principi dell’economia circolare.

WomanNature

Il progetto delle giovani Yana Nyzhegorodova e Veronica Di Natale si propone di applicare l’economia circolare alla produzione di slip e assorbenti, alternative comode e sostenibili ai classici assorbenti usa e getta. Un’intuizione nata dal problema dell’ingente quantità di rifiuti che ogni donna produce post-parto e durante il ciclo mestruale.

Ad oggi, Yana e Veronica hanno ideato quattro tipologie diverse di slip, di cui hanno già creato cartamodelli e prototipi, pensati per diversi tipi di flussi e assorbenza.

Il progetto prevede l’ideazione di slip e assorbenti realizzati con tessuti solo made in Italy, ipoallergenici, sostenibili e di qualità, come ad esempio con cotone biologico. Ma non solo, tutti i loro prodotti devono essere realizzati in maniera etica e venduti a prezzi accessibili.

Il progetto WomanNature, per confezionare i prodotti, sta cercando sartorie sociali con cui collaborare.

TurinGoAt

TurinGoAt è un servizio di self-reparing per biciclette accessibile, economico e sempre disponibile, ideato da cinque giovani con competenze e formazioni differenti ma con l’obiettivo comune di rendere la città a misura d’uomo.

Nasce in risposta ai problemi legati all’assenza, nella città di Torino, di servizi dedicati alla auto-manutenzione su strada di biciclette e monopattini e alla scarsa presenza di investimenti e incentivi alla mobilità ciclabile.

Il progetto vuole rendere disponibile, in punti strategici, colonnine attrezzate per l’autoriparazione su strada delle biciclette e per la ricarica della mobilità elettrica (e-bike e monopattini elettrici), oltre a incentivare la mobilità attiva tramite payback.

Le colonnine, differenti in base alle diverse necessità dei ciclisti, conterranno strumenti per la manutenzione ordinaria della bicicletta, come cacciaviti, leve smonta copertone, pompe, spazzole per la pulizia e diverse tipologie di chiavi.

TurinGoAt si rivolge sia ai cittadini interessati alla mobilità sostenibile, ma anche al Comune, attento alla salute dei cittadini e dell’ambiente, e alle imprese del territorio che possono avere opportunità di guadagno.

Una Cargo bike per due

Un unico mezzo per realizzare due progetti. La Cargo bike per due è il mezzo scelto da GreenTo – realtà studentesca nata nel 2015, oggi Circolo di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, e censita sulla app Mercato Circolare -, per portare avanti Plastic Free Movida (PFM) e Radiobici, la radio che pedala.

Plastic Free Movida è un sistema integrato su scala urbana volto a ridurre il consumo di bicchieri di plastica usa e getta nei luoghi della movida torinese. L’obiettivo è quello di sostituire i bicchieri monouso con bicchieri in polipropilene resistenti, attraverso il sistema del “vuoto a rendere”. Il progetto prevede, inoltre, la creazione di una rete tra i locali dello stesso quartiere, consentendo a chi consuma di poter riutilizzare il bicchiere più volte e, alla fine, di ottenere in qualunque locale la restituzione della caparra rendendo il bicchiere.

In questo caso, la Cargo bike verrà usata per tutta la parte logistica del progetto, riducendo al minimo le emissioni.

Radiobici, la radio che pedala, è, invece, una trasmissione nata da GreenToChange, un programma radiofonico realizzato in collaborazione con la web radio RadioOhm. Il programma racconta iniziative sostenibili portate avanti da imprese, associazioni e privati cittadini. 

La Cargo bike in questo caso farà da stazione radiofonica vera e propria, con la quale pedalare per le vie di Torino, parlando di ambiente. 

Sgasà

Un servizio di consegna sostenibile con un eco-furgoncino 100% elettrico che viaggia tra le città della provincia di Cuneo. Ma non solo.
L’obiettivo di Sgasà, infatti, è quello di creare una rete di acquisto solidale che permetta l’incontro e il dialogo tra i produttori locali e i consumatori attenti al tema della sostenibilità, favorendo la valorizzazione e la diffusione di prodotti sfusi, locali, etici e plastic free, venduti a prezzi accessibili.

Sgasà mira a creare una rete sostenibile, che sia in grado di promuovere modalità produttive etiche ed ecologiche, di incentivare il consumo critico, di coinvolgere i consumatori già esistenti nel territorio e di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti fragili.

Infine, il progetto vuole individuare i produttori virtuosi del territorio, al fine di organizzare una piattaforma per far incontrare la domanda e l’offerta di prodotti alimentari di alta qualità e a ridotto impatto ambientale.

Le quattro idee green piemontesi sono state presentate il 25 febbraio nel primo dei quattro incontri pensati per fare dialogare i giovani vincitori del Bando e gli stakeholder del territorio. Un’occasione di conoscenza e confronto per attivare ulteriori spunti di crescita e possibili sinergie.

L’evento è stato presieduto da Lorenzo Barucca, Responsabile Nazionale di Economia Civile di Legambiente e Nicoletta Gorgerino, responsabile di Lvia e del progetto Metti in Circolo il Cambiamento.

Sono 13 in totale le idee vincitrici, selezionate in quanto radicate sul territorio, innovative e con un impatto duraturo nel tempo e premiate con un contributo di 3 mila euro.

Metti in Circolo il Cambiamento è un progetto di educazione alla cittadinanza globale e di formazione professionale per promuovere idee “green” e si sviluppa in quattro Regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Sicilia). Il progetto si propone di aumentare la formazione, la responsabilità e le competenze tecniche e digitali legate al tema dell’economia circolare e si rivolge alle scuole secondarie, ai neolaureati e a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e 32 anni.

The post Giovani idee in circolo appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Agricoltura bio e oltre: le varie forme del biologico https://www.mercatocircolare.it/biologico/ Sat, 20 Feb 2021 11:03:01 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1516 Tante volte abbiamo sentito parlare di biologico, lo leggiamo sulle etichette di frutta e verdura, della carne, dei cosmetici e perfino dei tessuti, ma siamo […]

The post Agricoltura bio e oltre: le varie forme del biologico appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Tante volte abbiamo sentito parlare di biologico, lo leggiamo sulle etichette di frutta e verdura, della carne, dei cosmetici e perfino dei tessuti, ma siamo sicuri di sapere cosa significa?

Biologico significa prodotto solo attraverso sostanze e processi naturali, escludendo sostanze di sintesi chimica.

Un concetto che si è affermato soprattutto nel campo dell’agricoltura, dove è sempre più diffuso.
L’agricoltura biologica, infatti, contrapposta a quella industriale, propone un modello di coltivazione e allevamento che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.

A livello comunitario l’agricoltura biologica è disciplinata dai regolamenti CE n. 834/2007 e CE n. 889/2008. Il primo, che stabilisce le norme sulla produzione biologica valide per tutta l’Unione Europea, la definisce come “un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali”.

Il biologico, oltre a vietare l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM), ricorre a pratiche tradizionali, essenzialmente preventive, selezionando specie locali resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione adeguate. I contadini biologici riprendono la tecnica della rotazione del terreno, utilizzano la piantumazione di alberi o siepi che ospitano insetti e microrganismi che fungono da antiparassitari naturali ed effettuano il controllo sul letame che non deve provenire da animali allevati con steroidi o altre sostanze non derivanti dalla natura.

Infine, tra gli obiettivi che si prefigge il movimento biologico non vi è soltanto la salute del consumatore di prodotti ortofrutticoli, ma anche quella dell’operatore agricolo che lavora nei terreni coltivati e che nell’agricoltura convenzionale è sempre a stretto contatto con prodotti chimici dannosi.

In Italia, il settore biologico è in crescita e in salute, come dimostrano i dati elaborati dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il Mipaaf (Ministero Risorse Agricole Alimentari E Forestali) relativi all’anno 2019: rispetto al 2010, infatti, il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%.

Per aiutare i consumatori a individuare più facilmente i prodotti biologici e gli agricoltori a commercializzarli, dal 2010 è nato il logo biologico, che fornisce un’identità visiva coerente ai prodotti biologici venduti nell’Unione Europea. Il logo europeo deve essere applicato ai prodotti certificati da un organismo autorizzato, chiusi, confezionati ed etichettati, con una percentuale di prodotto di origine agricola bio di almeno il 95%.

Il logo biologico identifica i prodotti alimentari, ma esistono realtà che si occupano di biologico anche in altri ambiti, come il tessile o la cosmetica.

Molte di queste realtà le puoi trovare sull’app di Mercato Circolare. Eccone alcune:

Ca’ Mariuccia è un agriturismo biologico nato nel 2016 ad Albugnano, sulle colline del Monferrato, in Piemonte. Qui troviamo una cascina, ristrutturata con materiali naturali e di recupero secondo i principi dell’autocostruzione, che offre un servizio ristorazione, ospitalità in b&b, una fattoria didattica e corsi di formazione. All’interno di Ca’ Mariuccia è presente anche uno spaccio alimentare, in cui è possibile acquistare una selezione di prodotti agricoli e alimentari, coltivati e trasformati in loco o provenienti da altre realtà della zona tracciabili, biologici e biodinamici, selezionati per prossimità ed etica produttiva.

Inoltre, dal giovedì al sabato è possibile acquistare i prodotti biologici, i vini e la gastronomia contadina di Ca’ Mariuccia presso il Mercato di Porta Palazzo a Torino.

Ci spostiamo in Campania, dove troviamo ‘O Grin, un punto di ristorazione e incontro in cui è possibile acquistare e consumare cibo biologico, etico, locale e vegetariano. ‘O Grin è nato a Napoli dall’esigenza di tre amici di creare qualcosa di coerente con la loro coscienza sociale e consapevolezza ambientale. Ogni giorno è possibile gustare piatti diversi, ricchi di semplici e colorati ingredienti biologici e locali. ‘O Grin non utilizza plastica, ma stoviglie in materiale biodegradabile e offre l’acqua del rubinetto, sottolineando così l’idea che l’acqua è un bene pubblico.

A Rimini invece è nato Bio’s Cafè, la prima caffetteria certificata biologica in Italia nata dal negozio bio Terra e Sole. Oggi Bio’s Cafè è una caffetteria, gelateria artigianale e punto di ristorazione veloce, tutto bio certificato. La giornata inizia con le colazioni, che prevedono brioches vegan di propria produzione, freschi estratti e panini per continuare con la pausa pranzo con un nuovo menù ogni mese, composto da insalate, piatti caldi e freddi, anche take away. Nel pomeriggio, oltre alla gelateria, un’ampia selezione di tè e tisane, cioccolate calde, piccola pasticceria, il tutto in un’atmosfera intima e rilassante. La materia prima proviene da produttori conosciuti e la filiera è interamente tracciata. La verdura, fresca, viene lavorata e cucinata con l’obiettivo di mantenerne quanto più possibile integre le qualità e i principi nutritivi. Oltre a Bio’s Cafè, da Terra e Sole sono nati anche Bio’s Kitchen (ristorazione) e Bio’s Merenderia (laboratorio produzione pasticceria e panificati bio e vegan).

Ma come dicevamo il concetto di biologico può essere applicato anche ad altri campi.
In provincia di Bergamo, ad esempio, troviamo il Linificio e Canapificio Nazionale, un’azienda nata nel 1873 che produce filati di lino e canapa per i settori dell’abbigliamento e dell’arredamento. Il Linificio e Canapificio Nazionale utilizza per i filati solo materie prime naturali e a basso impatto ambientale, come la canapa e il lino. Tra questi troviamo Bioflax, un filato di lino biologico controllato e certificato, proveniente da piante coltivate senza l’uso di sostanze chimiche. L’azienda fa parte di “Master of Linen”, una comunità tessile che assicura ai suoi membri la tracciabilità del lino europeo, dalla filatura alla tessitura. Il marchio Master of Linen, inoltre, garantisce che l’intera produzione sia sostenibile, senza sprechi e OGM free. Infine, il Linificio e Canapificio Nazionale ha aderito al “Progetto Tessile e Salute” finanziato dal Ministero della Salute per garantire al consumatore la sicurezza e la trasparenza del prodotto tessile ed è certificata Oeko-Tex Standard 100, GOTS per quanto riguarda la linea biologica ed utilizza solo energia 100% rinnovabile per la propria produzione.

Cerca biologico sull’app Mercato Circolare e scopri le altre realtà della nostra community che si occupano di biologico.

The post Agricoltura bio e oltre: le varie forme del biologico appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Dal campo alla tavola: la riscoperta dei produttori locali https://www.mercatocircolare.it/dal-campo-alla-tavola-la-riscoperta-dei-produttori-locali/ Fri, 05 Feb 2021 11:24:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1428 Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente […]

The post Dal campo alla tavola: la riscoperta dei produttori locali appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente dal produttore primario al consumatore, abbattendo così le distanze tra il campo e la tavola.

In questi casi parliamo anche di filiera corta o locale, un modello che crea una prossimità non soltanto geografica tra gli attori, ma anche sociale, riducendo gli intermediari, generando una maggior condivisione di saperi e tradizioni e valorizzando la comunità e i prodotti del territorio.

Il vantaggio della vendita diretta è la possibilità di degustare prodotti stagionali, freschi e di qualità a prezzi convenienti, acquistati dal produttore a un prezzo giusto e a ridotto impatto ambientale, generalmente prodotto dai trasporti e da imballaggi non necessari.

Inoltre, come abbiamo evidenziato in un nostro articolo precedente, l’eliminazione di passaggi intermedi, oltre ad allungare la durata dei prodotti stagionali, consente di ridurre gli sprechi. Infatti, è stato evidenziato come le filiere corte biologiche e locali abbattano i livelli di scarti nelle fasi precedenti al consumo finale, che normalmente oscillano attorno al 40%, fino a portarli a solo il 5%.

Gli esempi di filiera corta nel territorio sono molteplici, oltre alla vendita diretta in azienda, ci sono le consegne a domicilio, i negozi collettivi degli agricoltori, i mercati rionali, i mercati contadini e le varie forme di gruppi di acquisto.

Il problema si pone per chi abita nelle grandi città, poiché non sempre si hanno a disposizione negozi di frutta e verdura fresca a km0 o mercati rionali vicini e non rimane che acquistare nei supermercati che vendono prodotti belli, ma non per questo buoni.

La filiera corta ha generato un processo di ritorno dei contadini alla produzione ortofrutticola nelle cinture peri-urbane, spinti da una domanda di prodotti locali non sempre soddisfatta dalla grande distribuzione organizzata. Proprio da questi principi nasce l’idea delle cassette di frutta e verdura a domicilio: dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi e senza imballaggi. Frutta, verdura, pasta, pane, latte, carne, riso e molto altro, sono gli elementi che compongono le cassette ordinabili dai contadini locali per azzerare le distanze. Tutti i contadini e i produttori sono situati nel territorio e chi acquista conosce sempre la provenienza dei cibi che riceve.

Per chi non vuole rinunciare ai prodotti freschi e locali ma non ha la possibilità o il tempo di acquistarli personalmente dal contadino esistono portali auto-organizzati dove i produttori stessi vendono i propri prodotti ortofrutticoli o piattaforme gestite da terzi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Entrambe le strutture hanno l’obiettivo comune di offrire un servizio facile e veloce: è possibile acquistare le cassette online, in ogni momento, direttamente dal proprio dispositivo.

Si possono acquistare box di prodotti selezionabili o mix di frutta e verdura di stagione, scegliendo tra il ritiro in un punto vendita, una sola consegna al domicilio o un abbonamento settimanale. Insomma, non ci sono più scuse per non comprare dal produttore. La vendita diretta ormai è a portata di mano.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà, sia portali dei produttori, sia piattaforme gestite da terzi, che si impegnano ad accorciare la filiera e consentono a tutti di acquistare prodotti freschi e sani.

I PRODUTTORI

portaNatura nasce nel 2009 in provincia di Alessandria dall’idea di una coppia di convertire la propria azienda agricola in agricoltura biologica e biodinamica. Oggi è un sito di spesa bio a domicilio che permette di ordinare online e di ricevere a casa una box di prodotti biologici senza intermediari, senza lunghi viaggi e senza sprechi. Da orti, campi e frutteti coltivati senza sostanze chimiche di sintesi, portaNatura garantisce frutta e verdura fresche di stagione, a cui si possono aggiungere anche uova, farina, pane, latte, pasta, cereali e tutto ciò che serve in cucina e per la casa. In ogni box di portaNatura ci sono la frutta e la verdura che provengono da piccole nicchie di produttori biologici virtuosi che in genere non trovano spazio nei negozi, nei supermercati né nei grandi shop online. I prodotti sono consegnati in bicicletta o usando altri mezzi ecologici, con imballaggi sempre più ridotti, anche i contenitori, le box e le bottiglie di vetro utilizzate per la consegna, non vengono gettate ma ripulite e rimesse in circolo. Il servizio di portaNatura per il momento è attivo a Milano e hinterland, Genova, Torino, Alessandria, Novi Ligure. Inserendo il proprio CAP sul sito è possibile verificare se si effettua la consegna nell’area indicata.

In Alto Adige invece troviamo Bioexpress, un gruppo di produttori locali che si dedica alla coltivazione di frutta e verdura applicando le regole dell’agricoltura biologica. In collaborazione con altri colleghi produttori di diverse regioni d’Italia si impegna inoltre nella commercializzazione diretta dei propri prodotti. Il sistema di vendita di Bioexpress non solo instaura un rapporto diretto e personalizzato tra il produttore e il consumatore ma consente anche un vantaggio di prezzo per il consumatore e un ricavo equo per il produttore. Particolare attenzione viene dedicata alla produzione locale e, attraverso un articolato piano di produzione, riesce a garantire una vasta e varia offerta di frutta e verdura, rispettando le caratteristiche di stagionalità e di regionalità. Sul sito Bioexpress propone anche gustose ricette da cucinare con i prodotti stagionali.

LE PIATTAFORME

Il Contadino Online è una piattaforma nata dall’idea di portare in ogni casa e in ogni famiglia, a prezzi decisamente convenienti, prodotti genuini e sani direttamente dalla produzione. Il Contadino Online consegna in tutta Italia e seleziona solo prodotti di qualità, certificati da produttori qualificati e rispettosi della natura. Attraverso il loro portale e-commerce è possibile ordinare varie tipologie di prodotti, dalla frutta e verdura alla pasta, dai formaggi alla birra artigianale, che verranno consegnati direttamente a casa.

Infine, Spesa dal contadino, un portale ricco di informazioni sull’enogastronomia legata al mondo contadino e agricolo. Il suo obiettivo è quello di essere il punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati a conoscere le fattorie che vendono direttamente i prodotti tipici e tradizionali del territorio, con la convinzione che una filiera corta ed una spesa a km zero fatta direttamente presso gli agricoltori rappresentino un grosso stimolo a conoscere il territorio e siano un’opportunità fantastica per una spesa più economica, più ecologica e più genuina. Spesa dal Contadino non consegna a domicilio, ma suggerisce le attività che dispongono di un punto vendita dove il cliente può acquistare a km zero i loro prodotti.

Dal campo alla tavola è stato anche il tema di una delle puntate di Spuntini Circolari

The post Dal campo alla tavola: la riscoperta dei produttori locali appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Scegli, indossa e restituisci: la nuova frontiera del fashion https://www.mercatocircolare.it/prodotto-come-servizio/ Sat, 19 Dec 2020 15:02:50 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1287 Un’automobile trascorre oltre il 90% della propria vita in sosta. È un dato che abbiamo sentito spesso e che sta spingendo sempre più persone a […]

The post Scegli, indossa e restituisci: la nuova frontiera del fashion appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Un’automobile trascorre oltre il 90% della propria vita in sosta. È un dato che abbiamo sentito spesso e che sta spingendo sempre più persone a preferire l’uso del car sharing rispetto all’acquisto di un veicolo. E proprio come l’automobile, ci sono tanti altri prodotti che traggono un vantaggio, sia ambientale che economico, maggiore se noleggiati: pensiamo a macchinari industriali, macchinari agricoli, lavatrici, attrezzature sportive e molto altro.

E un abito? Avete mai pensato a quante volte avete davvero indossato un abito da cerimonia?

In un nostro articolo precedente, abbiamo sottolineato come il settore abbigliamento contribuisca alle emissioni globali di gas serra con 1,7 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Un abito “usa e getta nell’armadio” forse non è tanto diverso da un veicolo fermo.

Alcune realtà si sono mobilitate per avanzare nuovi modelli di business circolari per passare da una logica di fornitura di un prodotto ad una logica di fornitura di servizi. Questo modello viene chiamato “prodotto come servizio”.

In questo modello, l’azienda offre e vende sul mercato non più un bene, ma la possibilità di poter usufruire di tale bene, rimanendo pertanto proprietaria del prodotto. L’utente, quindi, paga per il tempo per cui utilizza tale bene (noleggio, affitto, pay for use).

E’ un modello pratico e flessibile. Da una parte, l’utente può prendere in prestito un oggetto solo per il tempo necessario all’utilizzo, dall’altra, l’azienda rimane proprietaria del bene e ha tutto l’interesse che questo mantenga alta la sua prestazione nel tempo.

Questo modello può essere applicato anche nel mondo dell’abbigliamento, pensato per quelle occasioni in cui abbiamo bisogno di specifici abiti o vestiti per specifiche e temporanee occasioni: vacanze, matrimoni, gite fuori porta, feste di laurea, ma anche per la maternità.

Queste realtà offrono la possibilità di acquistare diversi “pacchetti” e noleggiare gli abiti per uno, due, tre giorni fino a qualche mese, come nel caso degli abiti premaman.

E non si noleggiano solo abiti, ma anche scarpe, accessori e capi sportivi tecnici, pensato per quelle occasioni in cui gli sport richiedono abbigliamento preciso (mute da sub, tute da sci, ecc..)

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà che hanno fatto proprio il modello di business “prodotto come servizio”:

Dress You Can è una start up al femminile che permette di affittare vestiti e accessori di grandi marchi, invece che di comprarli. Le sue fondatrici, Caterina ed Elena, fanno ricerca in tutto il mondo, per individuare capi esclusivi da proporre alle loro clienti.  Lo showroom Dress You Can ha sede nel centro di Milano, dove è possibile provare tutti i vestiti presenti a magazzino, approfittare del servizio di consulenza e sartoria e ritirare e/o riconsegnare gli abiti noleggiati, risparmiando così sulle spese di spedizione. Altro elemento interessante del business Dress You Can è la raccolta e l’elaborazione dei dati: quello delle utenti (taglie, gusti e preferenze) e quello dei capi (tipo tessuto, tenuta dei colori, resistenza ai lavaggi).

VIC – Very Important Choice è un’impresa di abbigliamento di Treviso che permette di noleggiare per cinque giorni o acquistare abiti selezionati tra una serie di brand sostenibili e artigiani sulla base di 3 criteri: design, sostenibilità e trasparenza. Il servizio di Ecorenting di VIC è disponibile a Treviso e provincia, ma VIC offre anche un servizio ad hoc in tutta Italia con consulenza privata in videocall.

Infine, Circos, un marchio di abbigliamento premaman e bambino dell’omonima impresa sociale con base ad Amsterdam. Con Circos, da 8 a 10 famiglie riutilizzano e godono degli stessi capi di abbigliamento di alta qualità, prolungando la durata dei prodotti. Una volta che un capo di abbigliamento si consuma, il tessuto viene riutilizzato per creare nuovi prodotti. Anche gli imballaggi e le spedizioni sono ecosostenibili. Infatti, per la spedizione, vengono utilizzate buste postali a base vegetale, biodegradabili e compostabili.

Il modello di business “prodotto come servizio” applicato al campo dell’abbigliamento è stato anche il tema di questa puntata di Spuntini Circolari

The post Scegli, indossa e restituisci: la nuova frontiera del fashion appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Rigenerare e trasformare scarti tessili, il futuro della moda sostenibile https://www.mercatocircolare.it/moda-sostenibile/ Sat, 05 Dec 2020 10:48:54 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1248 Quante volte aprendo l’armadio abbiamo trovato un capo d’abbigliamento che non mettiamo da anni o che abbiamo messo una sola volta e ci siamo chiesti perché […]

The post Rigenerare e trasformare scarti tessili, il futuro della moda sostenibile appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Quante volte aprendo l’armadio abbiamo trovato un capo d’abbigliamento che non mettiamo da anni o che abbiamo messo una sola volta e ci siamo chiesti perché lo abbiamo acquistato? O lo teniamo nel cassetto sperando di trovare un’occasione per riusarlo. oppure ci rassegniamo e decidiamo di eliminarlo dal nostro guardaroba. E qui si pone il problema: come ci liberiamo degli abiti usati?

Una prima soluzione potrebbe essere rivenderli o donarli: negli ultimi anni sta aumentando l’interesse per gli abiti di seconda mano, ma non sempre i nostri cari e vecchi abiti (a volte troppo rovinati) possono essere riutilizzati. Come facciamo in questi casi? Non ci resta che la discarica?

Il settore abbigliamento contribuisce per 1,7 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno alle emissioni globali di gas serra e ad incidere sono tutte le fasi che costituiscono la filiera. Le produzioni tessili sono infatti spesso caratterizzate da processi notevolmente impattanti per l’ambiente in termini di consumo di risorse naturali, energia elettrica e acqua, processi di tintura, stampa e finissaggio, ma anche legati allo smaltimento del fine vita tessile.

In Italia, negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti riguardo al riutilizzo e al riciclo dei capi tessili. Tramite i cassonetti per la raccolta abiti che si possono trovare in tutte le città italiane, secondo il rapporto Unicircular sui rifiuti tessili urbani in Italia,  il 68% degli abiti viene recuperato e riutilizzato, il 29% viene riciclato e il 3% smaltito nella raccolta indifferenziata.

Il settore abbigliamento sta implementando nuovi modelli di business e tecnologie per ridurre al minimo il consumo di risorse e l’impatto negativo sull’ambiente. In questo contesto, sempre più realtà fanno proprio uno dei principi dell’economia circolare: generare valore dallo scarto, dando nuova vita a materiali destinati alla discarica.

A dire il vero, l’innovazione riprende in mano le antiche tradizioni locali, come la tecnica pratese della rigenerazione dei cenci. Qui, gli scarti tessili, dopo un’accurata cernita e divisione in base a colori e materiali, vengono sfilacciati, mentre le nuove fibre stratificate e filate mantenendo la colorazione originale.

A riprendere questo tipo di lavorazione, ad esempio, è il progetto Rilana dell’azienda LOFOIO condotta da una famiglia di artigiani in collaborazione con i cencaioli di Prato. Insieme realizzano accessori invernali in maglieria: scaldacolli, sciarpe, cappelli e guanti, tutti realizzati utilizzando filati di lane e cashmere rigenerati. Le lane non più vergini, ma che presentano le stesse caratteristiche delle lane di qualità, diventano un’altra volta materia prima, anziché rifiuto.

Lana rigenerata da Lofoio a Prato

Sempre nel distretto pratese nasce nel 2017 Rifò, un progetto imprenditoriale a sfondo sociale con lo scopo di promuovere un consumo più responsabile e sostenibile, specialmente nel settore abbigliamento. Qui, i vecchi maglioni di cashmere vengono trinciati e trasformati in un nuovo filato e riconfezionati in un nuovo maglione o cappello, il tutto in un raggio di pochi chilometri per accorciare la filiera. Il processo permette di riciclare scarti tessili e risparmiare risorse limitate come l’acqua. È presente anche il servizio di ritiro di capi usati per poteri riparare, riusare e riciclare da parte dell’azienda.

Il team di Rifò

Infine, troviamo Atelier Riforma, un’impresa al femminile torinese che raccoglie abiti usati sia da privati che da enti, restituisce loro nuova vita attraverso la lavorazione sartoriale e li rivende. Atelier Riforma coinvolge molti professionisti del territorio, come giovani sarte, designer, un brand di ricamo a mano, una magliaia, sartorie sociali, ma anche gli studenti di due istituti di moda.

I capi usati vengono ritirati gratuitamente a casa e il percorso di ogni capo donato viene tracciato attraverso un sistema di codici, che permette a chi ha donato di sapere esattamente dove è andato a finire il proprio capo. Con questo sistema, l’acquirente può apprezzare il lavoro sartoriale effettuato sul capo ed essere informato su quali benefici ha portato il suo acquisto all’ambiente.

Lavorazione sartoriale Atelier Riforma
Generare valore dallo scarto, nel campo dell’abbigliamento, è anche il tema di questa puntata di Spuntini Circolari

The post Rigenerare e trasformare scarti tessili, il futuro della moda sostenibile appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Tante idee, un obiettivo: un Natale d’impatto https://www.mercatocircolare.it/idee-regalo/ Fri, 04 Dec 2020 13:48:16 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1217 Acquistare consapevolmente, facendo attenzione alla storia che c’è dietro ogni prodotto, è il nostro mantra 365 giorni l’anno. A maggior ragione in questo periodo natalizio.   […]

The post Tante idee, un obiettivo: un Natale d’impatto appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Acquistare consapevolmente, facendo attenzione alla storia che c’è dietro ogni prodotto, è il nostro mantra 365 giorni l’anno. A maggior ragione in questo periodo natalizio.  

Anno dopo anno è sempre più difficile trovare il regalo giusto per i nostri cari, spesso ci ritroviamo ad acquistare all’ultimo momento oggetti, di cui spesso ignoriamo l’impatto ambientale e sociale, e magari a volte anche poco utili: nessuno vorrebbe presentarsi dai parenti a mani vuote!

Quest’anno vogliamo aiutarvi a vivere un Natale d’impatto, proponendo alcune idee regalo tutte prodotte in Italia, di qualità e, naturalmente, sostenibili. Siamo certi che vi piaceranno, sono versatili e attente alle esigenze di tutti!

Sì, per questo Natale puntiamo alla riscoperta degli artigiani del territorio, dei piccoli negozi locali e delle realtà attente al valore sociale dei prodotti, anche nella spedizione, usando canali alternativi a Amazon.

Tra queste, troviamo il caffè Lazzarelle e Made in Carcere, laboratori artigianali nati all’interno di case circondariali, ma pensiamo anche alle sartorie sociali che si trovano in tutte le città, ad esempio Filo d’Alga, sartoria torinese che rigenera tessuti in collaborazione con Atelier Riforma.

Non dimenticatevi di riscoprire i negozi di quartiere, vi consigliamo l’Emporio di via Marsigli 14 e Verdessenza Ecobottega, dove è possibile acquistare anche prodotti sfusi.

E poi ancora, varie realtà che realizzano e vendono sul proprio e-commerce prodotti sostenibili che vanno dall’abbigliamento agli accessori (Atelier Riforma, Lofoio), dai prodotti per la casa e a quelli per il corpo (Friendly Shop, Erbe di Brillor), fino ai prodotti alimentari (Funghi Espresso, Rimaflow).

Insomma, qui di seguito vi proponiamo alcune idee regalo che hanno a cuore l’ambiente e le persone.

Idee per la casa

Leaf Wrap, fogli cerati vegani per avvolgere gli alimenti, venduti da Friendly shop. 

Beeopak, involucro in cotone e cera d’api che sostituisce le pellicole per alimenti, acquistabile da Verdessenza Ecobottega a Torino.

Set Natale milleusi, sgrassatutto e pavimenti da 1l un set per la pulizia della casa sostenibile di Erbe di Brillor.

Poggia Moka e Scatola con caffè e tazzine prodotti artigianali realizzati da Lazzarelle all’interno del carcere femminile di Pozzuoli (Na) per gli amanti del caffè.

Idee da assaggiare

Sempre dalla Cooperativa Lazzarelle nasce la Crema artigianale al caffè 

Miele bio di Girba, acquistabile nell’emporio di consumo critico Verdessenza Ecobottega a Torino.

Cesto di Natale, Kit Funghi Espresso e il tuo kit combo degustazione, Funghi Espresso vende funghi a partire da fondi di caffè recuperati, anche in kit per coltivare i propri funghi a casa.

La crema artigianale al caffè della cooperativa Lazzarelle

Regali da degustare

Amaro partigiano e Dezember cest birre prodotti da Rimaflow sul sito Fuorimercato.

Cartoleria 

Astuccio con zip di Made in Carcere, realizzato con vari tessuti di recupero dalle donne detenute all’interno della casa circondariale Borgo San Nicola di Lecce.

Agenda Deluxe 2021 in Carta di Scarto e Agenda mappe 2021 agende per il nuovo anno realizzate a mano da Friendly Shop con materiali riciclati.

Libro “Storia di una fabbrica recuperata” una storia che racconta la nascita della Cooperativa di riuso e riciclo Rimaflow.

L’Agenda Deluxe in carta di scarto realizzata a mano da Friendly Shop

Prodotti per l’igiene e la cosmesi

Piccolo pensiero profumato, Regalo profumato e Pieno di profumo, prodotti naturali per il benessere del corpo dell’Emporio di via Marsigli 14 a Torino, acquistabili nel negozio.

Set Natale: 4 Agrisaponi e Set Natale: Olio Rosa confezioni regalo con prodotti cosmetici naturali ideati da Erbe di Brillor.

La confezione regalo con gli agrisaponi di Erbe di Brillor

Decorazioni natalizie

Pallina di Natale Scaldacollo e Pallina di Natale bracciale di Made in Carcere realizzate dalle donne detenute all’interno della casa circondariale Borgo San Nicola di Lecce.

Regali da indossare

Camicia Riccardo e Maglione Atelier Riforma sono capi usati che trovano nuova vita attraverso la lavorazione sartoriale.

Accessori

Zaino Atelier Riforma è un accessorio realizzato utilizzando vecchi jeans e tessuto wax dalla sartoria sociale il Filo d’Alga per Atelier Riforma.

Stola Novella, Ganzo Lana e Sciarpello sono accessori invernali realizzati dall’azienda Lofoio utilizzando filati di lane e cashmere rigenerati.

Infine vi suggeriamo di curiosare nella sezione Natale dell’associazione Architettura Senza Frontiere Piemonte, dove potete trovare panettoni, birre, zainetti, cornici per foto, e tanti libri per bambini.

Accanto ai doni per i cari e gli amici conosciuti, inoltre, ci sono anche iniziative solidali per gli “amici sconosciuti” come quelle promosse da Verdessenza. Natale senza dimora per chi non ha casa (con l’impresa sociale onlus Stranaidea), e la Spesa Solidale per le tante famiglie in difficoltà, con la Casa del Quartiere di San Salvario.

Altre idee vi aspettano sulla nostra app, cercale con “Natale 2020”.

Non l’avete ancora scaricata? Fatelo ora! È disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store.

The post Tante idee, un obiettivo: un Natale d’impatto appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Agricoltura sociale: mettere in campo risorse e relazioni https://www.mercatocircolare.it/agricoltura-sociale/ Sat, 21 Nov 2020 20:21:08 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1164 Prendete la parola agricoltura e aggiungete l’aggettivo sociale, cosa ne viene fuori? Un bel connubio tutto da approfondire. Il concetto di agricoltura sociale, è così […]

The post Agricoltura sociale: mettere in campo risorse e relazioni appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Prendete la parola agricoltura e aggiungete l’aggettivo sociale, cosa ne viene fuori? Un bel connubio tutto da approfondire.

Il concetto di agricoltura sociale, è così ampio e recente che non esiste una definizione univoca: possiamo dire che è un’attività che intreccia l’utilizzo delle risorse della terra, attraverso processi produttivi a basso o nullo impatto ambientale, con la valorizzazione e l’inclusione delle persone a rischio di esclusione sociale.  Ma non è solo questo, è molto di più: si tratta di una prassi di sviluppo locale che parte dal concetto di multifunzionalità dell’agricoltura e che offre un’ampia gamma di servizi finalizzata al benessere dell’intera comunità.

Il termine agricoltura sociale nasce alla fine degli anni Novanta in Olanda per indicare un nuovo modello di agricoltura, in cui i frutti raccolti non sono solo quelli concreti nati dalla terra, ma anche i benefici che l’atto di prendersi cura della terra genera per la salute mentale e fisica delle persone coinvolte e della comunità. 

E la cosa bella è che per fare agricoltura sociale basta avere alcuni ingredienti fondamentali: un terreno e il desiderio e l’impegno di valorizzare le persone e l’ambiente. Nella pluralità di esperienze nate fino ad ora, che in Italia si attestano a circa mille, non ci si può riferire ad un unico modello, possiamo infatti contare esempi avviati da soggetti diversi, come ad esempio aziende agricole, cooperative sociali, comunità terapeutiche; attività svolte diversificate come ad esempio attività agricole, di floricoltura, di riabilitazione all’interno di ospedali psichiatrici e ancora, destinate a diverse tipologie di beneficiari, come ad esempio migranti, pazienti psichiatrici, detenuti, ex-detenuti.

Non solo, l’intera comunità può trarre vantaggi da questo nuovo modello: ne beneficiano i lavoratori svantaggiati, attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro e l’apprendimento di nuove mansioni che comprendono, talvolta, un reddito percepito, e ne beneficia la comunità locale, grazie a una maggiore opportunità occupazionale che migliora la qualità della vita e dell’ambiente nelle aree rurali.

L’app di Mercato Circolare raccoglie alcune di queste attività agricole dislocate nel territorio nazionale. Qui di seguito vogliamo raccontare alcuni esempi.

Cosepbio, progetto di agricoltura biologica della Cooperativa sociale Cosep di Padova, coinvolge persone a rischio di esclusione sociale lungo tutte le fasi della produzione, dalle attività in pieno campo alla preparazione e consegna delle cassette di verdura. Promuove il valore del cibo buono e sano, quello della persona e della comunità inclusiva nata attorno ad esso. Si coltivano prevalentemente ortaggi, ma anche frutta e cereali, che vengono poi distribuiti in città attraverso alcuni gruppi di acquisto, stimolando un percorso a stretto contatto con i “consumattori”, i quali attraverso un acquisto consapevole diventano attori di un cambiamento. 

Il progetto “rAccogliamo” nasce proprio per offrire percorsi di inserimento lavorativo a disoccupati e inoccupati nei vari ambiti del settore agroalimentare. Nato nel comune di Solero, in provincia di Alessandria,  il progetto ha come sottotitolo “agricoltura biosociale”, come a voler rafforzare l’interrelazione tra uomo e natura. Attraverso attività di orticoltura, apicoltura, lombricoltura, gli utenti hanno la possibilità di creare una micro-impresa agricola, il tutto nel rispetto del terreno, seguendo la rotazione delle colture e la stagionalità degli ortaggi, biologici e OGM free.

Inoltre, sono nate in questo contesto associazioni come Terre Colte, che recupera terreni abbandonati nel territorio sardo e, attraverso l’inclusione di persone svantaggiate, li trasforma in orti condivisi.
I soci di Terre Colte, oltre a coltivare direttamente il proprio orto, supportano le produzioni di altri soci, prenotando una parte della produzione. Tramite laboratori collettivi, inoltre, insegnano i segreti del mestiere.

Infine, EtaBeta, una Cooperativa sociale di Bologna che offre molti servizi per la comunità. Tra questi troviamo EtaBetaBio, che contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro destinati a persone in situazione di disagio, grazie alla coltivazione di ortaggi e di cereali. EtaBetaBio infatti dispone di 4 ettari di terreno agricolo destinati alla coltivazione e all’agricoltura sociale. Su questo terreno sorge la casa colonica Zanardi, dotata di un laboratorio di cucina, di aule didattiche e una biblioteca. Qui Eta Beta organizza eventi, incontri e dibattiti aperti per coinvolgere in maniera attiva i cittadini.

Quindi, l’agricoltura diventa una vera risorsa e un bene comune per la comunità, per trasmettere saperi e tradizioni, promuovere stili di vita incontaminati, valorizzare il patrimonio culturale e molto altro ancora che non sappiamo, lasciamo che siano le esperienze future a dircelo.

Abbiamo parlato di Agricoltura Sociale anche qui, nel nostro format Spuntini Circolari

The post Agricoltura sociale: mettere in campo risorse e relazioni appeared first on Mercato Circolare.

]]>
CinemAmbiente: il miglior cinema green anche online https://www.mercatocircolare.it/cinemambiente-il-miglior-cinema-green-anche-online/ Wed, 30 Sep 2020 12:47:23 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1021 Movies Save the Planet. I film salveranno il pianeta. È questo lo slogan della 23 esima edizione del Festival CinemAmbiente, il più antico festival cinematografico […]

The post CinemAmbiente: il miglior cinema green anche online appeared first on Mercato Circolare.

]]>
Movies Save the Planet. I film salveranno il pianeta. È questo lo slogan della 23 esima edizione del Festival CinemAmbiente, il più antico festival cinematografico italiano a tematica ambientale, al via il 1 ottobre con un’edizione speciale in sala e online.

La grande novità dell’edizione 2020, infatti, è la possibilità di vedere una selezione dei film in cartellone, oltre che dal vivo (dal 1 al 4 ottobre al Cinema Massimo di Torino), nella sala virtuale ospitata sulla piattaforma streaming di Mymovies.
Un’iniziativa, realizzata grazie alla partnership con il Ministero dell’Ambiente, nata sulla scia del grande successo della rassegna di film in streaming rilasciati durante il lockdown “CinemAmbiente a casa tua”.

«Il cinema può fare molto per l’ambiente – spiega il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – attraverso le immagini può raccontare un mondo diverso, può denunciare e può spiegare ai più giovani come agli adulti come costruire un futuro più green”.

L’edizione 2020 di CinemAmbiente – aperta giovedì 1 ottobre dal report sullo stato del Pianeta di Luca Mercalli –  presenta 65 film tra lungo, medio e cortometraggi, selezionati tra la miglior produzione internazionale di settore e provenienti da 26 Paesi, accompagnati da incontri con autori, protagonisti, esperti, presenti in sala o in collegamento online.

“Questi mesi di epidemia hanno fatto toccare con mano che cos’è un’emergenza globale e quanto sia fragile l’equilibrio su cui le nostre vite si reggono – racconta Gaetano Capizzi, direttore di CinemAmbiente – Il tentativo di quest’edizione di CinemAmbiente è di richiamare l’attenzione sul modo in cui le crisi ambientali possano generare conseguenze di portata irrimediabile, di mostrare come i nostri atteggiamenti possono cambiare le cose e di invitare tutti ad agire immediatamente”.

Online verranno proposti 9 titoli del cartellone visibili per 24 ore dal momento del rilascio.
Per accedere alle proiezioni, tutte gratuite, è necessario registrarsi nella sala virtuale da mille posti, raggiungibile dal sito www.cinemambiente.it, dove saranno disponibili anche le registrazioni degli incontri con registi e protagonisti dei film avvenuti dopo la proiezione in sala.

Ecco i 9 film disponibili:

Génération Greta

di Johan Boulanger, Simon Kessler (Francia 2020, 54’) 
Giovedi 1° ottobre dalle ore 17.30

Nonostante le loro differenze culturali e geografiche, nove giovani attiviste sono unite nella stessa lotta: sensibilizzazione sull’emergenza climatica, lotta contro l’inazione dei politici e promozione di cambiamenti sociali radicali, in modo che la natura e la giustizia sociale diventino la nostra priorità .

Sulla scia di Greta Thunberg, la più famosa di tutte, queste giovani donne, di età compresa tra i 12 e i 23 anni, possiedono già il carisma e la certezza di alcune delle più grandi personalità politiche della storia. Grazie alle loro testimonianze entriamo nel vivo di manifestazioni dinanzi a tribunali, di petizioni presentate alle conferenze internazionali, di tutto ciò che è in loro potere per fermare la devastazione del Pianeta e per promuovere un cambiamento radicale, affinché l’ambiente e la giustizia sociale diventino la priorità assoluta. 

Rebuilding Paradise

di Ron Howard (USA 2020, 95’)
Giovedi 1° ottobre dalle ore 21.00

Affronta la situazione drammatica degli incendi incontrollabili, alimentati dalla siccità, di cui la California è ormai vittima sistematica. Il film è stato girato a Paradise, ridente cittadina rasa al suolo l’8 novembre 2018 nel giro di poche ore, dal “Camp Fire”, uno degli incendi più devastanti nella storia dello Stato. Il film racconta la storia di una comunità resiliente, determinata a non lasciarsi sopraffare dalle avversità e a ricostruire tutto quanto andato perso tra le fiamme 

Al termine della proiezione vi sarà l’incontro online con Michelle John e Steve “Woody” Culleton,  protagonisti del film.

Revelation of  Jonah

di Alexander e Nicole Gratovsky (Spagna 2020, 57’) 
Venerdi 2 Ottobre dalle ore 20.00

L’uomo e la potenza della Natura. Quante volte siamo riusciti a sentire che qualcosa di  molto più grande di noi ci circonda e ci pervade? Un percepire che può tradursi in  un’intuizione, in una premonizione o forse in una presa di coscienza fugace verso  l’interrogarsi più profondo sul chi siamo davvero. Prendendo ispirazione dal racconto biblico di Giona, sfuggito al suo destino e inghiottito dalla balena, in cui trascorre tre giorni, tre notti e tre vite. Il film è una parabola filosofica, una prospettiva sugli eventi che si verificano oggi per l’umanità nel suo insieme e per ogni essere umano.

La separazione si trasforma in unità, una prospettiva che coglie il particolare per poi  estendersi nella vastità dell’insieme.

Al termine della proiezione incontro online con i registi.

Amussu

di Nadir Bouhmouch (Marocco/Qatar 2019, 99’)
Venerdi 2 Ottobre dalle ore 20.30

Il film è girato a Imider, Marocco sud-orientale. A poca distanza dal villaggio si trova la più grande miniera d’argento di tutto il continente africano, la cui attività ha causato un veloce esaurimento delle falde acquifere circostanti. Nel 2011, la Comunità Amazigh ha intrapreso un’azione di protesta chiudendo un oleodotto alla più grande miniera d’argento per salvare la loro oasi. Il presidio costituito allora, malgrado i soprusi da parte dell’azienda mineraria e delle autorità locali, oggi si è trasformato nel “Mouvement sur la Route 96”, raccolto in una sorta di piccolo villaggio alimentato ad energia solare. 

Otto anni dopo, gli abitanti del villaggio cantano mentre raccolgono i frutti della loro militanza.

Once You Know

di Emmanuel Cappellin (Francia 2020, 104’) 
Sabato 3 Ottobre dalle ore 16.30

Il cambiamento climatico non è più solo una minaccia per il nostro pianeta e il nostro modo di vivere, ma una sorte inevitabile che deve essere affrontata e accettata. 

Attraversando il globo su una nave portacontainer, il regista in questo film incontra alcuni dei più importanti scienziati del clima del mondo, mette in discussione le proprie certezze e condivide con loro gli interrogativi, le paure, le verità, il caos e la speranza, nella coraggiosa ricerca di una via d’uscita.

Il film cerca la bellezza in mezzo al degrado, esplora l’importanza della “consapevolezza del collasso” e suggerisce che ciò verso cui stiamo tutti precipitando potrebbe non essere la fine, ma un’opportunità per ricominciare e costruire insieme un nuovo mondo migliore. Come? Concentrandoci sulla nostra capacità collettiva di affrontare le sfide che ci attendono e di adattarci rivolgendoci l’un l’altro per ricevere supporto.

The Troublemaker

di Sasha Snow (Regno Unito 2020, 56’) 
Sabato 3 Ottobre dalle ore 20

“The Troublemaker” approfondisce le idee e le emozioni dietro l’ondata internazionale di protesta civile, nata di fronte alla crisi climatica in atto. Il film segue il risveglio personale e di due Roger Hallam, co-fondatore del movimento Extinction Rebellion, e di Sylvia Dell, lavoratrice informatica in pensione e mamma di 4 figli, mentre imparano ad accettare la realtà del cambiamento climatico e decidono di attivarsi al riguardo.

I cittadini comuni, sensibili alla giustizia e alla pace, hanno preso coscienza di un problema considerato remoto e astratto. Dinanzi alla resa dei conti finale, il “piantagrane”, con uno sguardo rivolto al passato e al futuro, ha motivazioni concrete per uscire dalla passività, scegliendo l’azione diretta e la partecipazione collettiva. 

Al termine della proiezione si terrà un incontro online con il regista, Roger Hallam, fondatore di  Extinction Rebellion e Sylvia Dell, attivista, protagonisti del film.

Pariah Dog

di Jesse Alk (USA 2019, 77’) 
Sabato 3 Ottobre dalle ore 22.00

Decine di migliaia di cani randagi sono sopravvissuti insieme agli esseri umani nelle popolose città e nei villaggi dell’India per migliaia di anni. Si tratta dei cani paria, una delle razze più antiche, così chiamati perché vivono emarginati all’interno delle comunità ma pur sempre a contatto con l’essere umano. Nella città densamente popolata di Calcutta, quattro persone, tra uomini e donne, si dedicano alla cura di questi animali spesso trascurati, nonostante le loro lotte materiali e filosofiche. Un destino simile, fuori luogo e tempo, in un mondo che sentono indifferente e duro. La loro risposta è mostrare compassione e amore alle creature che soffrono. 

Al termine della proiezione incontro online con il regista.

40% – Le mani libere del destino

di Riccardo Jacopino (Italia 2010, 90’) 
Domenica 4 Ottobre dalle ore 16.30

Completa il cartellone online il film italiano a cui CinemAmbiente rende omaggio in occasione del decennale, 40% – Le mani libere del destino

Lucio ha vissuto un’adolescenza nell’anonimato della periferia: droga, traffici e problemi con la legge sono stati l’abisso da cui è riuscito a sottrarsi giusto in tempo. Uscito dalla comunità di recupero, Lucio inizia a lavorare per una cooperativa sociale: qui incontra una variopinta tribù di personaggi, ognuno con alle spalle storie altrettanto complicate. Dopo un inizio problematico, il ragazzo entra a far parte del gruppo e quando il passato sembra riaffacciarsi, con i pericoli e le tentazioni di sempre, ad aiutarlo saranno proprio i suoi nuovi amici a salvarlo da un finale già scritto.

Prima della proiezione incontro con i lavoratori/attori di Arcobaleno Cooperativa Sociale 

The Great Green Wall

di Jared P. Scott (Regno Unito 2019, 92’) 
Domenica 4 Ottobre dalle ore 21

Film di chiusura di CinemAmbiente sarà The Great Green Wall  dedicato alla realizzazione di una muraglia verde di 8.000 chilometri per arginare le minacce ambientali.

Nella vasta fascia dell’Africa sub-sahariana, dove gli effetti della desertificazione e i cambiamenti climatici aggravano una situazione di per sé già critica, si sta realizzando la creazione della Grande Muraglia Verde. Si tratta della più estesa struttura organica del Pianeta, che, se sarà completata, sarà tre volte la lunghezza della Grande Barriera Corallina. Il docu-film narra, la storia della Grande Muraglia Verde attraverso il viaggio della cantante e attivista maliana Inna Modja nelle nazioni devastate dalla guerra e dalla carestia provocata dalla desertificazione, offrendo allo spettatore un’interessante chiave di lettura su temi attuali come immigrazione, guerra nel paese africano e cambiamenti climatici.

Al termine della proiezione incontro con Giulia Braga, program manager di Connect4Climate – World Bank e produttrice esecutiva del film, e, in collegamento online, con il regista, e Inna Modja, cantante 

The Great Green Wall è il film di chiusura di CinemAmbiente. è disponibile in streaming gratuito dalle ore 21 di domenica 4 ottobre


Il programma completo del festival è disponibile qui

The post CinemAmbiente: il miglior cinema green anche online appeared first on Mercato Circolare.

]]>