filiera corta Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/filiera-corta/ l'economia che gira bene Thu, 04 Mar 2021 11:11:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.mercatocircolare.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-Temp_IconaLogoMC2020_bluDark-32x32.png filiera corta Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/filiera-corta/ 32 32 La buona pratica degli Orti Condivisi https://www.mercatocircolare.it/la-buona-pratica-degli-orti-condivisi/ Fri, 12 Feb 2021 12:22:11 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1467 Una nuova realtà che si sta sviluppando in Italia è quella degli orti condivisi, progetti di agricoltura urbana che favoriscono la riqualificazione delle aree verdi […]

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Una nuova realtà che si sta sviluppando in Italia è quella degli orti condivisi, progetti di agricoltura urbana che favoriscono la riqualificazione delle aree verdi cittadine. Un’analisi ISTAT del 2017 ha registrato un’espansione degli orti urbani, una tipologia di orti condivisi, del +4%; una copertura di quasi 2 milioni di metri quadri di superficie in 77 capoluoghi italiani. È qui che si trova oltre il 50% della superficie coltivata.

L’idea è quella di promuovere modelli di coltivazione e stili alimentari sostenibili attraverso l’uso di spazi pubblici, privati, aree verdi o terreni. In questi luoghi chi è interessato, anche se non direttamente proprietario di un giardino o un campo in cui far crescere le proprie piante, ha la possibilità di esprimere e condividere la propria passione per l’agricoltura.

Gli orti condivisi, quindi, riuniscono gruppi eterogenei di persone permettendo loro non solo di coltivare i propri prodotti ma di creare anche un luogo di aggregazione e scambio culturale in cui far nascere nuove relazioni sociali.

Per partecipare solitamente o si paga una quota per l’affitto del terreno o si ottiene un appezzamento di terra gratuitamente in cambio di manutenzione ordinaria del luogo.

Sempre i dati Istat, secondo un’analisi Coldiretti del 2019, indicano che quasi un italiano su due (46,2%) si dedica alla coltivazione in proprio, negli orti o sui terrazzi o nei giardini condivisi. Sembra che la coltivazione amatoriale abbia assunto un ruolo sociale importante nell’ambito cittadino.

Esistono vari tipi di orti condivisi come ad esempio gli orti aziendali promossi da piccole associazioni o aziende. Lo scopo è di far raggiungere ai dipendenti benefici fisici e psicologici per combattere lo stress lavorativo e perché no, aumentare la loro produttività grazie al positivo contatto con la natura.  Poi si hanno gli orti didattici promossi dalle scuole, in cui a lezioni teoriche sull’importanza della natura, tecniche di coltivazione e rispetto dell’ambiente si affiancano dei laboratori; gli alunni coltivano le proprie piante apprendendo i cicli di crescita e la stagionalità dei lavori da fare in agricoltura.
Un esempio di orto didattico è “Orto in Condotta” promosso da Slow Food il quale ha creato una vera e propria comunità tra alunni, genitori, insegnanti e produttori locali con il fine di promuovere un’educazione ambientale e alimentare. Infine, gli orti comunali sono aree concesse al pubblico utilizzo attraverso un bando pubblico.

Gli orti condivisi grazie alla presenza giornaliera di persone che si prendono cura di questi luoghi hanno un’importante funzione nel prevenire il degrado delle aree periferiche.  Per questo le amministrazioni offrono anche corsi che affiancano gli “ortisti” nel primo anno di lavoro per lo sviluppo di questa buona pratica. 

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che svolgono questa buona pratica.

Ad esempio è nata a Roma, nell’estate del 2017, la società cooperativa agricola Orto 2.0 in risposta ad uno dei problemi principali del settore agroalimentare: ottenere una certificazione reale su provenienza, metodo di coltivazione e freschezza dei prodotti orticoli. Attraverso uno smartphone, ogni utente può creare il suo orto virtuale di 50 metri quadrati, personalizzando 8 file di coltivazione con diverse varietà di ortaggi stagionali. Il team di Orto 2.0 si occupa di tutta la fase di coltivazione, dalla semina alla raccolta, aggiornando attraverso delle notifiche l’utente che potrà concordare modalità e orari di ritiro sul posto o di consegna direttamente a casa.

Ogni utente infatti può prendere parte al processo produttivo quando vuole, avvicinandosi al mondo dell’agricoltura e della natura. Per chi invece non ha tempo a disposizione, ma vuole accedere comunque a questo modello, il servizio base offerto dalla cooperativa copre qualsiasi tipo di mansione nell’orto e viene garantito inoltre, un servizio premium ultra rapido, che punta a ridurre al minimo le tempistiche di raccolta.

Le coltivazioni sono naturali, vengono fatte ottimizzando e chiudendo i cicli delle risorse a disposizione, creando macerati con scarti naturali utili per combattere gli attacchi patogeni.

Tramite il know-how conferito dal Dipartimento di Biologia di Tor Vergata, Orto 2.0 si impegna, infine, ad applicare appieno tutti i principi dell’agricoltura naturale.

Si ha poi l’associazione Terre Colte, la quale recupera terre incolte e abbandonate stimolando l’autoproduzione alimentare attraverso l’agricoltura sociale e l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La prima esperienza è nata nel 2012 in provincia di Cagliari dal recupero di un terreno di circa 3000 mq incolto e abbandonato in una residenza di campagna.

Trasformato in un orto condiviso, in meno di un anno più della metà dei 40 lotti da 50 metri quadrati erano stati occupati. Da quest’esperienza, subito replicata in altre realtà, è nata nel 2014 l’Associazione Terre Colte, affiancando al progetto degli orti condivisi – appezzamenti da 50 metri quadrati in terreni privati messi a disposizione dai proprietari – i progetti di adozione nelle nuove sedi agricole associate.

Oggi i soci di Terre Colte, oltre a coltivare direttamente il proprio orto, possono supportare le produzioni di altri soci, prenotando una parte della produzione e, tramite laboratori collettivi, imparare i segreti del mestiere. Al momento Terre Colte ha oltre 1000 soci e sedi a San Sperate, Decimomannu, Assemini, Dolianova e Senorbi, in provincia di Cagliari, e a Tramatza, in provincia di Oristano.

Infine, Orti Generali nasce nel marzo 2019 in un parco sulle rive del torrente Sangone, nel quartiere Mirafiori Sud a Torino. Il parco, che si trovava in stato di abbandono, oggi conta più di 160 orti urbani aperto a cittadini e visitatori.

Chi ha un orto può autoprodurre il suo cibo e chi ama la natura e i temi dell’orticoltura può seguire i corsi di formazione, attività e laboratori per tutte le età. Completano l’area di 3 ettari di riqualificazione urbana la city farm, orti collettivi, orto didattico e sinergico, un apiario e un chiosco, serre per l’autoproduzione e per ospitare i corsi.

Nel parco si coltiva esclusivamente con metodo biologico. Nell’area sono state reintrodotti alberi di varietà antiche, con una speciale attenzione alle piante che favoriscono la ripopolazione di insetti impollinatori, all’interno del progetto internazionale proGIreg.

Inoltre, sperimenta la tecnologia al servizio dell’ambiente: per ridurre lo spreco di acqua, una centralina rileva meteo, umidità, temperatura locali, e aziona all’occorrenza un impianto di irrigazione centralizzato per tutti gli orti.

Sono attive anche borse lavoro e tirocini formativi, in particolare per soggetti svantaggiati. In collaborazione con l’ASL e con associazioni, realizzano percorsi riabilitativi e di ortoterapia. Le eccedenze dell’orto collettivo vengono donate alla rete Mirafiori Quartiere a Spreco Zero.

Il sito web dell’orto è opensource con i parametri meteo della centralina, il calendario delle colture, schede delle piante, fitopatie e alert per avvisare quando è il momento di trattamenti biologici preventivi.

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Dal campo alla tavola: la riscoperta dei produttori locali https://www.mercatocircolare.it/dal-campo-alla-tavola-la-riscoperta-dei-produttori-locali/ Fri, 05 Feb 2021 11:24:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1428 Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente […]

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Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente dal produttore primario al consumatore, abbattendo così le distanze tra il campo e la tavola.

In questi casi parliamo anche di filiera corta o locale, un modello che crea una prossimità non soltanto geografica tra gli attori, ma anche sociale, riducendo gli intermediari, generando una maggior condivisione di saperi e tradizioni e valorizzando la comunità e i prodotti del territorio.

Il vantaggio della vendita diretta è la possibilità di degustare prodotti stagionali, freschi e di qualità a prezzi convenienti, acquistati dal produttore a un prezzo giusto e a ridotto impatto ambientale, generalmente prodotto dai trasporti e da imballaggi non necessari.

Inoltre, come abbiamo evidenziato in un nostro articolo precedente, l’eliminazione di passaggi intermedi, oltre ad allungare la durata dei prodotti stagionali, consente di ridurre gli sprechi. Infatti, è stato evidenziato come le filiere corte biologiche e locali abbattano i livelli di scarti nelle fasi precedenti al consumo finale, che normalmente oscillano attorno al 40%, fino a portarli a solo il 5%.

Gli esempi di filiera corta nel territorio sono molteplici, oltre alla vendita diretta in azienda, ci sono le consegne a domicilio, i negozi collettivi degli agricoltori, i mercati rionali, i mercati contadini e le varie forme di gruppi di acquisto.

Il problema si pone per chi abita nelle grandi città, poiché non sempre si hanno a disposizione negozi di frutta e verdura fresca a km0 o mercati rionali vicini e non rimane che acquistare nei supermercati che vendono prodotti belli, ma non per questo buoni.

La filiera corta ha generato un processo di ritorno dei contadini alla produzione ortofrutticola nelle cinture peri-urbane, spinti da una domanda di prodotti locali non sempre soddisfatta dalla grande distribuzione organizzata. Proprio da questi principi nasce l’idea delle cassette di frutta e verdura a domicilio: dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi e senza imballaggi. Frutta, verdura, pasta, pane, latte, carne, riso e molto altro, sono gli elementi che compongono le cassette ordinabili dai contadini locali per azzerare le distanze. Tutti i contadini e i produttori sono situati nel territorio e chi acquista conosce sempre la provenienza dei cibi che riceve.

Per chi non vuole rinunciare ai prodotti freschi e locali ma non ha la possibilità o il tempo di acquistarli personalmente dal contadino esistono portali auto-organizzati dove i produttori stessi vendono i propri prodotti ortofrutticoli o piattaforme gestite da terzi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Entrambe le strutture hanno l’obiettivo comune di offrire un servizio facile e veloce: è possibile acquistare le cassette online, in ogni momento, direttamente dal proprio dispositivo.

Si possono acquistare box di prodotti selezionabili o mix di frutta e verdura di stagione, scegliendo tra il ritiro in un punto vendita, una sola consegna al domicilio o un abbonamento settimanale. Insomma, non ci sono più scuse per non comprare dal produttore. La vendita diretta ormai è a portata di mano.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà, sia portali dei produttori, sia piattaforme gestite da terzi, che si impegnano ad accorciare la filiera e consentono a tutti di acquistare prodotti freschi e sani.

I PRODUTTORI

portaNatura nasce nel 2009 in provincia di Alessandria dall’idea di una coppia di convertire la propria azienda agricola in agricoltura biologica e biodinamica. Oggi è un sito di spesa bio a domicilio che permette di ordinare online e di ricevere a casa una box di prodotti biologici senza intermediari, senza lunghi viaggi e senza sprechi. Da orti, campi e frutteti coltivati senza sostanze chimiche di sintesi, portaNatura garantisce frutta e verdura fresche di stagione, a cui si possono aggiungere anche uova, farina, pane, latte, pasta, cereali e tutto ciò che serve in cucina e per la casa. In ogni box di portaNatura ci sono la frutta e la verdura che provengono da piccole nicchie di produttori biologici virtuosi che in genere non trovano spazio nei negozi, nei supermercati né nei grandi shop online. I prodotti sono consegnati in bicicletta o usando altri mezzi ecologici, con imballaggi sempre più ridotti, anche i contenitori, le box e le bottiglie di vetro utilizzate per la consegna, non vengono gettate ma ripulite e rimesse in circolo. Il servizio di portaNatura per il momento è attivo a Milano e hinterland, Genova, Torino, Alessandria, Novi Ligure. Inserendo il proprio CAP sul sito è possibile verificare se si effettua la consegna nell’area indicata.

In Alto Adige invece troviamo Bioexpress, un gruppo di produttori locali che si dedica alla coltivazione di frutta e verdura applicando le regole dell’agricoltura biologica. In collaborazione con altri colleghi produttori di diverse regioni d’Italia si impegna inoltre nella commercializzazione diretta dei propri prodotti. Il sistema di vendita di Bioexpress non solo instaura un rapporto diretto e personalizzato tra il produttore e il consumatore ma consente anche un vantaggio di prezzo per il consumatore e un ricavo equo per il produttore. Particolare attenzione viene dedicata alla produzione locale e, attraverso un articolato piano di produzione, riesce a garantire una vasta e varia offerta di frutta e verdura, rispettando le caratteristiche di stagionalità e di regionalità. Sul sito Bioexpress propone anche gustose ricette da cucinare con i prodotti stagionali.

LE PIATTAFORME

Il Contadino Online è una piattaforma nata dall’idea di portare in ogni casa e in ogni famiglia, a prezzi decisamente convenienti, prodotti genuini e sani direttamente dalla produzione. Il Contadino Online consegna in tutta Italia e seleziona solo prodotti di qualità, certificati da produttori qualificati e rispettosi della natura. Attraverso il loro portale e-commerce è possibile ordinare varie tipologie di prodotti, dalla frutta e verdura alla pasta, dai formaggi alla birra artigianale, che verranno consegnati direttamente a casa.

Infine, Spesa dal contadino, un portale ricco di informazioni sull’enogastronomia legata al mondo contadino e agricolo. Il suo obiettivo è quello di essere il punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati a conoscere le fattorie che vendono direttamente i prodotti tipici e tradizionali del territorio, con la convinzione che una filiera corta ed una spesa a km zero fatta direttamente presso gli agricoltori rappresentino un grosso stimolo a conoscere il territorio e siano un’opportunità fantastica per una spesa più economica, più ecologica e più genuina. Spesa dal Contadino non consegna a domicilio, ma suggerisce le attività che dispongono di un punto vendita dove il cliente può acquistare a km zero i loro prodotti.

Dal campo alla tavola è stato anche il tema di una delle puntate di Spuntini Circolari

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Lotta allo spreco. Dalla distribuzione, alla vendita, al consumo finale. Parte seconda https://www.mercatocircolare.it/lotta-allo-spreco-dalla-distribuzione-alla-vendita-al-consumo-finale-parte-seconda/ Sat, 30 Jan 2021 09:51:15 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1398 L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), nel suo report Making Better Policies for Food Systems, prevede che i sistemi alimentari forniranno cibo […]

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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), nel suo report Making Better Policies for Food Systems, prevede che i sistemi alimentari forniranno cibo ad una popolazione mondiale che crescerà fino a quasi 10 miliardi entro la metà del secolo. Questo porterà i sistemi alimentari ad una situazione di stress perché non solo questi dipendono fortemente dall’ambiente, ma esercitano anche pressioni importanti su di esso, come ad esempio: emissioni di gas serra , un uso elevato  di  acqua e di suolo.

Lo stesso report mostra anche che circa 2 miliardi di persone attualmente nel mondo non hanno accesso regolare a cibo sufficiente, sicuro e nutriente ed un numero ancora maggiore è in sovrappeso o a rischio di obesità.  È necessario quindi,  fare nuove scelte politiche per un cambiamento sostenibile che si fondino su tre valori fondamentali: la qualità della produzione, il valore nutritivo e i costi ambientali.

La relazione tra cibo e ambiente chiama in causa un altro tema importante che è quello dello spreco di cibo.

In Italia, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha stilato il rapporto Spreco Alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali” dal quale emergono dati interessanti. Ad esempio, si nota che: “ad incrementi globali di fabbisogno (di cibo) seguono eccessi di prelievi, forniture, consumi e aumenti esponenziali dello spreco (32 volte superiori rispetto a quelli del fabbisogno)”. Questo accade negli attuali sistemi di produzione industriale dove il profitto economico sembra l’unica realtà di cui tenere conto.

Come abbiamo spiegato qui, a parità di risorse usate i sistemi agro-ecologici diversificati e di piccola scala sono più sostenibili nel medio-lungo periodo rispetto ai grandi sistemi agro-industriali. Infatti, secondo il rapporto dell’ISPRA, consumano in totale molte meno risorse, forniscono un valore nutrizionale superiore e producono da 2 a 4 volte meno sprechi. Bisogna ad ogni modo porre attenzione su come sono calcolati i livelli di spreco; infatti questi sono strettamente legati alla struttura di ogni sistema alimentare. Un conto è calcolare lo spreco a valle,  a partire  dalla eccedenza prodotta cercando che non diventi cibo sprecato, un conto è calcolarlo a monte considerando tutti i possibili sprechi che possono esserci nel processo produttivo. Perché un cambiamento sistemico sia efficace è necessario mettere in discussione tutto il processo produttivo e non soltanto l’ultima parte.

Per una riduzione degli sprechi più efficace,  infatti,  un impegno supplementare andrebbe rivolto alla prevenzione strutturale delle eccedenze, basandosi su una serie di interventi, che includono: la pianificazione di modelli alimentari e acquisti pubblici sostenibili, le politiche locali alimentari, l’educazione alimentare e la crescita della consapevolezza, il supporto a reti alimentari locali, solidali, di piccola scala ed ecologiche, la tutela dell’agricoltura contadina e dell’accesso alla terra, l’agro-ecologia e la tutela dell’agro-biodiversità, l’agricoltura sociale, urbana/peri-urbana e in aree interne, il contrasto agli illeciti, il sostegno alle attività di ricerca, le iniziative istituzionali, la cittadinanza attiva. 

A questo proposito, in Italia, nel settembre 2016 è entrata in vigore la legge Gadda che persegue la finalità di riduzione dello spreco di cibo lungo tutta la catena della produzione e della distribuzione, semplificando la struttura normativa e favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza. 

Infine, i dati dell’annuale rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher, realizzato da SWG e da Last Minute Market, ci mostrano come lo spreco domestico sia il più pesante, infatti rappresenta i quattro quinti del totale; anche la distribuzione ha comunque  il suo peso che ammonta a 220mila tonnellate di cibo gettato l’anno, pari a 18,7 chili di cibo per metro quadrato di superficie di vendita.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che si impegnano per la risoluzione di questo problema offrendo soluzioni rivolte ad imprese o enti. 

Equoevento Onlus è una organizzazione senza scopo di lucro, nata nel dicembre del 2014 a Roma dall’idea di quattro giovani professionisti che, rendendosi conto dell’enorme spreco di cibo durante gli eventi, hanno scelto di porvi rimedio recuperando e donando le eccedenze alimentari a enti caritatevoli, case famiglia, poveri e bisognosi. Si rivolge a privati ma anche a a imprese ed enti che fanno eventi, rinfreschi o catering. Attraverso la rete di volontari di Equoevento il cibo prodotto in eccesso negli eventi e non consumato, viene ritirato e donato ai meno fortunati. Sottraendo il cibo alla logica dello spreco si effettua un’azione di sostenibilità, perché da potenziale rifiuto il cibo in eccesso diventa importante risorsa, riducendo le emissioni di CO2 e aiutando chi ne ha bisogno.

Partendo dal Lazio, dove è nato, Equoevento ora opera anche in Lombardia, Torino, Lecce, Parigi e Madrid.

CIR Food, cooperativa italiana nata nel 1992, opera nella ristorazione collettiva e commerciale e incentiva azioni di educazione ambientale con l’obiettivo di educare gli utenti a minor spreco di cibo. Infatti, in molte realtà che gestisce ha promosso la sottoscrizione di protocolli di intesa con comuni, privati, Asl e associazioni al fine di recuperare le eccedenze alimentari e donarle ad enti caritatevoli.

In molte scuole poi, per educare i bambini a recuperare il cibo anziché buttarlo, ha introdotto il progetto “Aiutaci a ridurre lo spreco”: ai bambini viene dato un sacchettino di cotone biologico da usare per portare a casa cibo non deperibile non consumato a scuola, per esempio frutta e pane.

L’idea di Last Minute Market è di trasformare lo spreco in risorsa. Last Minute Market è un’iniziativa sociale nata nel 1998 per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari. Ogni anno, infatti, vengono smaltite 1,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari consumabili, pari ad un valore di mercato di 4 miliardi di euro. Il progetto, della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna e coordinato dal Professore Andrea Segré, ha l’obiettivo di quantificare gli sprechi commestibili legati alla grande distribuzione del settore alimentare per promuoverne un riutilizzo all’interno dei circuiti della solidarietà.

Oggi, gli ambiti di azione si sono ampliati ad altre tipologie di beni non alimentari, ad esempio i farmaci. Last Minute Market promuove un’azione di sviluppo locale sostenibile, con ricadute positive a livello ambientale, economico e sociale. Infatti, permette non solo di sopperire alle necessità materiali di determinate fasce di cittadini, ma assume anche un’interessante valenza educativa nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica alle problematiche dello spreco incentivando il consumo consapevole. Dal 2019 Last Minute Market si è trasformata in impresa sociale.

Abbiamo approfondito il tema della lotta allo spreco alimentare nel b2b anche con il nostro format Spuntini Circolari

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Lotta allo spreco alimentare. Dalla distribuzione, alla vendita, al consumo finale. https://www.mercatocircolare.it/spreco-alimentare/ Sat, 23 Jan 2021 14:33:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1373 Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni […]

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Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni di tonnellate edibili per un valore di 2.600 miliardi di dollari, secondo le stime della Fao.

Per questo è sempre più urgente una “lotta” allo spreco alimentare che tenga conto anche della necessità di salvaguardare le risorse idriche, ittiche e forestali e del suolo;  si tratta, infatti, di un problema non “solo” di cibo, ma di tutto il processo produttivo.  Una priorità globale, inserita anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che prevede, entro il 2030, “di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto” (obiettivo 12.3).  

Un dato interessante è che, restringendo il discorso allo spreco pre-consumo, il livello massimo si attesta al 40% per quanto riguarda i sistemi agroindustriali, mentre per le filiere corte, biologiche e locali non supera il 5% (Ispra).

Le possibili strategie di resilienza per contrastare lo spreco alimentare sono molteplici: assegnare maggior valore sociale ed economico al cibo; favorire una produzione e un accesso equi al cibo, evitare eccessi commerciali e spettacolari. I fabbisogni totali e le eccedenze vanno ridotti, la produzione ecologica e autosufficiente va sostenuta e aumentata, invertendo il consumo di suolo agricolo/naturale, sostenendo reti alimentari alternative, aggregando comunità resilienti, riducendo i prodotti animali, iper-processati, grassi insalubri, sali, zuccheri, contenendo i legami con i sistemi finanziari e il commercio internazionale, favorendo esempi di bioeconomia (quasi) circolare che evitino il cosiddetto ‘paradosso di Jevons (simultanei aumenti di efficienza e di risorse totali consumate).

 
 LO SPRECO ALIMENTARE IN ITALIA
 

Ad oggi, l’Italia si trova al settimo posto all’interno del Food Sustainability Index, l’indice che analizza la sostenibilità alimentare secondo tre “pilastri”: nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare.

Guardando nel dettaglio ai dati italiani, secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, sia i consumatori che la grande distribuzione sono sempre più attenti allo spreco di cibo, fenomeno che vale ogni anno più di 15 miliardi di euro, ovvero lo 0,88% del Pil.

 Più di un italiano su due, si legge nel report, ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometro zero dal campo alla tavola con prodotti freschi che durano di più.

Una tendenza confermata anche da un’indagine di Altroconsumo sottolinea come il 56% degli italiani ritenga che potrebbe ridurre i propri sprechi alimentari se ci fossero più opportunità di comprare alimenti sfusi e che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” andrebbe cambiata per fare chiarezza, dato che i prodotti possono essere consumati in sicurezza anche oltre la data indicata.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che si impegnano per la risoluzione di questo problema. Eccone alcune:

LE ASSOCIAZIONI

Disco Soupe Firenze, una zuppa contro lo spreco, ad esempio, nasce nel 2017 grazie alle associazioni SenzaSpreco e dis.forme, prendendo ispirazione dal movimento internazionale che nasce invece a Parigi nel 2012, sempre con l’intento di sensibilizzare le persone alla problematica dello spreco alimentare.

Il progetto Disco Soupe, infatti, invita chiunque a organizzare riunioni collettive in cui si cucina solo ed esclusivamente con frutta e verdura di scarto, ossia con quei prodotti che non si comprano o non si vendono perché non esteticamente perfetti anche se qualitativamente buoni, in un’atmosfera di festa dove la musica è protagonista. Ogni volta il processo è simile; vengono raccolti gli alimenti invenduti e donati dai negozianti dell’area attorno all’evento (verdura, frutta e pane).

Insieme ai partecipanti viene scelto il menù, vengono cucinate le diverse ricette e viene allestito il pranzo, offerto gratuitamente a tutti gli avventori. Il progetto Disco Soupe, ad oggi, si è diffuso in venticinque paesi (tra cui l’Italia) in ben quattro continenti (Africa, America, Europa e Asia), in particolare grazie alla rete Slow Food Youth Network, voluta appunto da Slow Food.

Per scoprire quando sarà organizzata la prossima Disco Soupe Firenze basta seguire le pagine facebook SenzaSpreco e dis.forme o iscriversi al gruppo facebook DiscoSoupeFirenze.

L’associazione Recup, invece, è nata a Milano nel 2016, e combatte lo spreco alimentare e l’esclusione sociale, recuperando il cibo invenduto nei mercati rionali della città e mettendolo a disposizione delle persone che ne hanno bisogno.

Nata dal desiderio di Rebecca, che ha deciso di importare a Milano questa buona pratica, scoperta dopo aver vissuto per un periodo in Francia, si compone di una ventina di volontari presenti in sette mercati della città. A fine mercato recupera il cibo dai commercianti che liberamente decidono di donare i prodotti che altrimenti scarterebbero, li raggruppa in un punto di ritrovo all’interno dello stesso mercato, suddividendo i prodotti buoni da quelli effettivamente non più commestibili e li mette a disposizione gratuitamente per le persone.

E poi c’è il progetto fa bene nato a Torino nel 2013 da un’idea dell’Associazione Plug insieme alla Cooperativa Liberi Tutti  con l’obiettivo di raccogliere le eccedenze alimentari invendute e le donazioni spontanee degli acquirenti all’interno dei mercati rionali e di gestirne la redistribuzione a famiglie in difficoltà economica, in cambio di azioni di “restituzione” nella comunità locale .

LE APP

Sul fronte digitale troviamo, invece,  l’app MyFoody, nata a Milano nel 2015 per abbattere gli sprechi causati dall’eccedenza nella distribuzione. L’app raccoglie le segnalazioni dei supermercati che propongono a prezzi scontati i prodotti vicino alla data di scadenza o con difetti di nella confezione, tutti generi alimentari perfettamente commestibili che rischierebbero di finire in discarica.

Grazie a MyFoody, invece, possono essere acquistati dai consumatori e dagli esercizi commerciali oppure ritirati gratuitamente dagli enti non profit, perché donati.

Attualmente fanno parte della rete di MyFoody i supermercati di UniCoop Tirreno, Unes, U2 e Lidl.

Grande diffusione negli ultimi anni sta avendo anche  Toogoodtogo, app che consente di individuare nella propria zona bar, ristoranti, supermercati e attività commerciali alimentari che promuovono beni e prodotti in scadenza o in eccedenza.

Attraverso l’app ristoratori e commercianti di prodotti freschi possono proporre ogni giorno delle Magic Box con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Ciascun commerciante ha la possibilità di indicare ogni giorno la quantità di Magic Box disponibili a seconda di quanto invenduto.

I consumatori possono trovare i locali aderenti ed acquistare pasti a prezzi minimi, tra i 2 e i 6 euro. Per ritirarla basta recarsi al negozio nella fascia oraria specificata.

Le attività aderenti a questa iniziativa sono oltre 6.500, dislocate in tutta Italia, fra panettieri, alimentari, ristoranti, pasticcerie e supermercati.

ToGoodToGo organizza anche numerose iniziative, come “Save The Panettone”, attiva per tutto il mese di gennaio e fino al 3 febbraio. L’iniziativa permette agli utenti dell’app di trovare delle Magic Box speciali di pasticcerie, gastronomie, supermercati contenenti gli ultimi prodotti natalizi che necessitano di essere salvati.

 
Altre realtà le puoi trovare sull’app Mercato Circolare con il tag lotta allo spreco. E se ne conosci una che ancora non è censita segnalacela a info@mercatocircolare.it

Abbiamo parlato di lotta allo spreco alimentare anche in questa puntata di Spuntini Circolari

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