cibo Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/cibo/ l'economia che gira bene Thu, 12 Oct 2023 10:57:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.mercatocircolare.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-Temp_IconaLogoMC2020_bluDark-32x32.png cibo Archives - Mercato Circolare https://www.mercatocircolare.it/tag/cibo/ 32 32 Torino, un Green Deal e un Action Plan per la neutralità climatica https://www.mercatocircolare.it/torino-un-green-deal-e-un-action-plan-per-la-neutralita-climatica/ Wed, 11 Oct 2023 15:39:18 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=3527 Da ieri la città di Torino ha due nuovi strumenti per proseguire il suo percorso verso la neutralità climatica e la circolarità. Mercato Circolare ha […]

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Da ieri la città di Torino ha due nuovi strumenti per proseguire il suo percorso verso la neutralità climatica e la circolarità.
Mercato Circolare ha collaborato alla stesura del Local Green Deal e del Local Action Plan, rispettivamente dedicati alla realizzazione di un sistema del cibo sostenibile e circolare e all’accompagnamento delle realtà dell’economia sociale verso una transizione ecologica. I due documenti mettono in campo le azioni di sostenibilità che contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica che la città intende perseguire entro il 2030.

Torino, infatti, è una delle 100 città europee che si impegnano a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando anche una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per le altre città europee.

“Promuovere un’economia circolare e senza sprechi contribuisce alla riduzione delle emissioni, verso l’ambizioso obiettivo del raggiungimento della neutralità climatica nel 2030, un obiettivo su cui la nostra città si sta impegnando a fondo” ha dichiarato l’assessora alla Transizione Ecologica e all’Innovazione di Torino Chiara Foglietta che ha siglato l’accordo insieme al presidente di Environment Park Giacomo Portas, al dirigente della Camera di Commercio di Torino Guido Cerrato e ai rappresentanti di piccole e medie imprese e start up che hanno contribuito, alla stesura dei due atti.
“Ripensare il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo, recuperare e ridistribuire le eccedenze e sostenere i cittadini nella creazione di nuove comunità energetiche da fonti rinnovabili, promuovendo azioni di sistema, non è solo una contromisura agli effetti del cambiamento climatico, ma può dare un contributo importante allo sviluppo umano, alla riduzione della povertà e al miglioramento della qualità di vita di tutte le persone, accrescendone la fiducia in un futuro più equo, green e sostenibile”.

Le imprese firmatarie del Local Green Deal con l’assessora Foglietta

Local Green Deal

Il Local Green Deal del progetto SME4GREEN è stato sottoscritto da più di 20 imprese e associazioni  che operano nella filiera del cibo (produzione, distribuzione, trasformazione e ristorazione) e raccoglie una serie di azioni per promuovere una produzione sostenibile, incentivare una distribuzione a basso impatto ed espandere la filiera corta, educare a un’alimentazione sana, prevenire e ridurre gli sprechi alimentari e il packaging dei prodotti.                       

Il risultato di un percorso iniziato a marzo dello scorso anno che mira a creare entro il 2024 le condizioni necessarie per la cooperazione tra le PMI locali del comparto del cibo e le autorità pubbliche e a facilitare l’assunzione di politiche a sostegno dell’adozione di soluzioni sostenibili e innovative.

Le azioni del Local Green Deal:

  • 4 azioni relative alla Governance del sistema cibo cittadino;
  • 2 azioni relative ai finanziamenti;
  • 1 azione relativa a Dati, monitoraggio e valutazione;
  • 3 azioni relative a Promuovere e sostenere una produzione sostenibile;
  • 4 azioni relative a Incentivare una distribuzione a basso impatto ed espandere la filiera corta;
  • 1 azione relativa a Educare ad un’alimentazione sana e sostenibile;
  • 1 azione relativa a Prevenire e ridurre gli sprechi alimentari;
  • 1 azione relativa a Ridurre il packaging;

Il partner di progetto del Comune di Torino è il Parco Tecnologico Environment Park.

Local Action Plan

Il piano d’azione è stato sviluppato nell’ambito progetto RESPONDET, nato per rafforzare l’economia sociale favorendo il networking del territorio e rendendo la gestione comune delle risorse il principale elemento di sostenibilità sociale nel processo di transizione verde, con particolare attenzione all’economia circolare e alla comunità energetiche rinnovabili.

L’Action Plan definisce una serie di azioni nel medio e lungo periodo per il raggiungimento della neutralità climatica.

Per l’economia circolare sono state individuate:

  • 7 azioni in capo al Comune di Torino, di cui una in collaborazione con la Camera di commercio di Torino, rivolte al territorio;
  • 3 azioni in capo al Comune di Torino rivolte all’interno dell’organizzazione comunale;
  • 4 azioni in capo alla Camera di commercio di Torino, di cui una in collaborazione con l al Comune di Torino, rivolte al territorio;
  • 2 azioni da portare avanti in sinergia con altri attori del territorio.

Per le comunità energetiche rinnovabili sono state individuate:

  • 3 azioni in capo al Comune di Torino rivolte al territorio;
  • 1 azione in capo alla Camera di commercio di Torino;
  • 3 azioni da portare avanti in sinergia con altri attori del territorio.

Il partner di progetto del Comune di Torino è stata la Camera di commercio di Torino nell’ambito delle attività di Torino Social Impact.

Climate City Contract

Sia il Local Green Deal che il Local Action Plan andranno a confluire nel Climate City Contract, il documento che guiderà Torino verso la neutralità climatica nel 2030.
Le fondamenta sono state poste attraverso due incontri che nei mesi scorsi hanno coinvolto il mondo delle imprese, le associazioni e il terzo settore in un percorso di partecipazione che porterà alla stesura degli impegni strategici per la neutralità climatica, dotati di un piano d’azione e un piano economico per valutare costi e mobilitare finanziamenti e investimenti.

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Il cibo del futuro: quali alternative per il benessere del pianeta? https://www.mercatocircolare.it/il-cibo-del-futuro-quali-alternative-per-il-benessere-del-pianeta/ Thu, 12 Aug 2021 16:46:20 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1800 Diventeremo tutti vegetariani? Gli insetti sono il cibo del futuro? domanda di GG su Conversation Community Mangiare è un’attività che riguarda da vicino ognuno di […]

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Diventeremo tutti vegetariani?
Gli insetti sono il cibo del futuro?

domanda di GG su Conversation Community

Mangiare è un’attività che riguarda da vicino ognuno di noi: ogni giorno per più volte al giorno scegliamo cosa mettere nel nostro piatto.

Come sappiamo, tutte le nostre scelte hanno un impatto ambientale e quello che mangiamo non è esente da tutto ciò. Tra le tante alternative però, ci sono alimenti che incidono maggiormente sull’ambiente.
Il consumo di carne, ad esempio, è tra questi.

L’eccessivo consumo di carne

Negli ultimi 60 anni il consumo di carne è cresciuto molto rapidamente: la quantità di carne prodotta è oggi quasi cinque volte maggiore di quella dei primi anni ’60: siamo passati da 70 milioni di tonnellate a quasi 340 milioni di tonnellate nel 2020. Un tale incremento è dovuto non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale. Ma quali saranno le conseguenze di questo incremento? aumento delle emissioni inquinanti e perdita di biodiversità!

Secondo il WWF circa l’80% del disboscamento della foresta amazzonica è dovuto alla necessità di fare spazio agli allevamenti di bovini. Questa perdita di foreste libera nell’aria migliaia di tonnellate di CO2, e ci priva della possibilità di ri-assorbire l’anidride carbonica presente nell’atmosfera. E non solo, gli impatti si vedono anche dal punto di vista del consumo del suolo: secondo la FAO, gli allevamenti equivalgono al 26% di tutte terre emerse ghiacciai inclusi e il 70% di tutta la superficie dell’Unione Europea è destinata alla produzione di mangime e foraggio per gli animali. In aggiunta, i ruminanti come bovini e ovini producono e rilasciano metano come effetto della digestione e lo stoccaggio del loro letame produce esalazioni di metano e di protossido di azoto. Infatti, l’industria della carne, sempre secondo la FAO, è oggi una delle principali responsabili dell’emissione di gas serra nell’atmosfera, producendo il 14% delle emissioni globali. Senza dimenticare la questione etica: Compassion in World Farming stima in circa 70 miliardi gli animali terrestri allevati ogni anno per l’alimentazione umana, due terzi dei quali condannati ad una vita-non vita negli allevamenti intensivi.

Le possibilità per il futuro

Cosa possiamo fare? La commissione Eat-Lancet suggerisce di ridurre il nostro consumo di manzo del 90% rispetto agli standard attuali, che equivarrebbe a consumare circa una bistecca al mese. Per aiutare il nostro pianeta è suggerito di mangiare più fagioli e legumi, noci e semi. L’ideale, però, sarebbe passare completamente a una dieta vegetariana o, ancora meglio, vegana.

Infatti, diete a base di verdure e legumi hanno un’impronta sul clima significativamente minore. Secondo Nature, entro il 2050 i cambiamenti dietetici e la maggiore propensione alle diete vegetali potrebbero liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno, che equivalgono circa al 21% delle emissioni odierne. Le diete a base di carne sono responsabili di quasi il doppio delle emissioni di gas serra al giorno rispetto a quelle vegetariane e circa due volte e mezzo rispetto alle vegane. Ad esempio, se un amante della carne è responsabile, ogni anno, di circa 3,3 tonnellate di CO2, un vegetariano è responsabile solo di 1,7 tonnellate, ed un vegano di 1,5. Rinunciare alla carne rossa farebbe, da sola, una grande differenza, riducendo la propria impronta di carbonio a 1,9 tonnellate di CO2. 

Nuove alternative sostenibili

Inoltre, bisogna tenere in considerazione che se i trend di crescita della popolazione mondiale dovessero rimanere invariati, entro il 2050 potremmo ritrovarci in 10 miliardi. Considerando che già oggi circa un miliardo di persone soffre di denutrizione e che siamo già in debito con la Terra in quanto a risorse naturali, occorre trovare qualcos’altro da mettere nel piatto. Diventa allora necessario sperimentare generi alimentari “alternativi”, sostenibili, nutrienti e che possano bastare per un gran numero di persone.

Anche qui una valida soluzione è il passaggio a una dieta vegana: Se infatti sono infatti necessari 930 chili di cereali per nutrire – indirettamente – per un anno una persona la cui alimentazione si basa su alimenti di origine animale, ne basterebbero 180 kg per un’alimentazione su base vegetale (Millstone and Lang,The Atlas of Food: Who Eats What, Where and Why, 2003).

Ma esistono anche cibi di origine animale che non hanno lo stesso impatto della carne che siamo abituati a consumare: gli insetti!

Nel mondo li consumano regolarmente già 2 miliardi di persone, e sono almeno 1900 le specie commestibili. Per promuovere in tutto il mondo la diffusione di questo alimento, la FAO ha pubblicato un rapporto sui benefici dell’entomofagia, il consumo alimentare di insetti.

Tra i benefici citati nel rapporto, si sottolinea che la dieta a base di insetti è sostenibile. Infatti, a differenza del bestiame d’allevamento, sono molto efficienti nel convertire in massa edibile il cibo che mangiano: ad esempio, ai grilli servono 2 kg di cibo per produrre 1 kg di carne, e sono commestibili all’80%, mentre ai bovini occorrono in media 10 kg di cibo per produrre la stessa quantità di carne e solo il 40% di essi è commestibile. Inoltre, allevare insetti richiede meno spazio, meno fatica e minori risorse idriche. Senza contare che gli insetti produrrebbero meno gas climalteranti e sarebbero inoltre meno soggetti a infezioni. Infine, non competerebbero con gli esseri umani nel consumo di cibo, perché potrebbero nutrirsi di scarti vegetali che noi non mangiamo.

Quindi cosa mangeremo?

In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, arrivata nell’ambito del progetto Conversation Community, il nostro attuale regime alimentare è insostenibile. Che sia il passaggio a una dieta completamente vegetariana o vegana, l’entomofagia o altre soluzioni come la carne sintetica, un cambiamento è necessario. Per noi e per il nostro pianeta.

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Agricoltura bio e oltre: le varie forme del biologico https://www.mercatocircolare.it/biologico/ Sat, 20 Feb 2021 11:03:01 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1516 Tante volte abbiamo sentito parlare di biologico, lo leggiamo sulle etichette di frutta e verdura, della carne, dei cosmetici e perfino dei tessuti, ma siamo […]

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Tante volte abbiamo sentito parlare di biologico, lo leggiamo sulle etichette di frutta e verdura, della carne, dei cosmetici e perfino dei tessuti, ma siamo sicuri di sapere cosa significa?

Biologico significa prodotto solo attraverso sostanze e processi naturali, escludendo sostanze di sintesi chimica.

Un concetto che si è affermato soprattutto nel campo dell’agricoltura, dove è sempre più diffuso.
L’agricoltura biologica, infatti, contrapposta a quella industriale, propone un modello di coltivazione e allevamento che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.

A livello comunitario l’agricoltura biologica è disciplinata dai regolamenti CE n. 834/2007 e CE n. 889/2008. Il primo, che stabilisce le norme sulla produzione biologica valide per tutta l’Unione Europea, la definisce come “un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali”.

Il biologico, oltre a vietare l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM), ricorre a pratiche tradizionali, essenzialmente preventive, selezionando specie locali resistenti alle malattie e intervenendo con tecniche di coltivazione adeguate. I contadini biologici riprendono la tecnica della rotazione del terreno, utilizzano la piantumazione di alberi o siepi che ospitano insetti e microrganismi che fungono da antiparassitari naturali ed effettuano il controllo sul letame che non deve provenire da animali allevati con steroidi o altre sostanze non derivanti dalla natura.

Infine, tra gli obiettivi che si prefigge il movimento biologico non vi è soltanto la salute del consumatore di prodotti ortofrutticoli, ma anche quella dell’operatore agricolo che lavora nei terreni coltivati e che nell’agricoltura convenzionale è sempre a stretto contatto con prodotti chimici dannosi.

In Italia, il settore biologico è in crescita e in salute, come dimostrano i dati elaborati dal SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) per il Mipaaf (Ministero Risorse Agricole Alimentari E Forestali) relativi all’anno 2019: rispetto al 2010, infatti, il numero degli operatori è cresciuto del 69%, mentre gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati del 79%.

Per aiutare i consumatori a individuare più facilmente i prodotti biologici e gli agricoltori a commercializzarli, dal 2010 è nato il logo biologico, che fornisce un’identità visiva coerente ai prodotti biologici venduti nell’Unione Europea. Il logo europeo deve essere applicato ai prodotti certificati da un organismo autorizzato, chiusi, confezionati ed etichettati, con una percentuale di prodotto di origine agricola bio di almeno il 95%.

Il logo biologico identifica i prodotti alimentari, ma esistono realtà che si occupano di biologico anche in altri ambiti, come il tessile o la cosmetica.

Molte di queste realtà le puoi trovare sull’app di Mercato Circolare. Eccone alcune:

Ca’ Mariuccia è un agriturismo biologico nato nel 2016 ad Albugnano, sulle colline del Monferrato, in Piemonte. Qui troviamo una cascina, ristrutturata con materiali naturali e di recupero secondo i principi dell’autocostruzione, che offre un servizio ristorazione, ospitalità in b&b, una fattoria didattica e corsi di formazione. All’interno di Ca’ Mariuccia è presente anche uno spaccio alimentare, in cui è possibile acquistare una selezione di prodotti agricoli e alimentari, coltivati e trasformati in loco o provenienti da altre realtà della zona tracciabili, biologici e biodinamici, selezionati per prossimità ed etica produttiva.

Inoltre, dal giovedì al sabato è possibile acquistare i prodotti biologici, i vini e la gastronomia contadina di Ca’ Mariuccia presso il Mercato di Porta Palazzo a Torino.

Ci spostiamo in Campania, dove troviamo ‘O Grin, un punto di ristorazione e incontro in cui è possibile acquistare e consumare cibo biologico, etico, locale e vegetariano. ‘O Grin è nato a Napoli dall’esigenza di tre amici di creare qualcosa di coerente con la loro coscienza sociale e consapevolezza ambientale. Ogni giorno è possibile gustare piatti diversi, ricchi di semplici e colorati ingredienti biologici e locali. ‘O Grin non utilizza plastica, ma stoviglie in materiale biodegradabile e offre l’acqua del rubinetto, sottolineando così l’idea che l’acqua è un bene pubblico.

A Rimini invece è nato Bio’s Cafè, la prima caffetteria certificata biologica in Italia nata dal negozio bio Terra e Sole. Oggi Bio’s Cafè è una caffetteria, gelateria artigianale e punto di ristorazione veloce, tutto bio certificato. La giornata inizia con le colazioni, che prevedono brioches vegan di propria produzione, freschi estratti e panini per continuare con la pausa pranzo con un nuovo menù ogni mese, composto da insalate, piatti caldi e freddi, anche take away. Nel pomeriggio, oltre alla gelateria, un’ampia selezione di tè e tisane, cioccolate calde, piccola pasticceria, il tutto in un’atmosfera intima e rilassante. La materia prima proviene da produttori conosciuti e la filiera è interamente tracciata. La verdura, fresca, viene lavorata e cucinata con l’obiettivo di mantenerne quanto più possibile integre le qualità e i principi nutritivi. Oltre a Bio’s Cafè, da Terra e Sole sono nati anche Bio’s Kitchen (ristorazione) e Bio’s Merenderia (laboratorio produzione pasticceria e panificati bio e vegan).

Ma come dicevamo il concetto di biologico può essere applicato anche ad altri campi.
In provincia di Bergamo, ad esempio, troviamo il Linificio e Canapificio Nazionale, un’azienda nata nel 1873 che produce filati di lino e canapa per i settori dell’abbigliamento e dell’arredamento. Il Linificio e Canapificio Nazionale utilizza per i filati solo materie prime naturali e a basso impatto ambientale, come la canapa e il lino. Tra questi troviamo Bioflax, un filato di lino biologico controllato e certificato, proveniente da piante coltivate senza l’uso di sostanze chimiche. L’azienda fa parte di “Master of Linen”, una comunità tessile che assicura ai suoi membri la tracciabilità del lino europeo, dalla filatura alla tessitura. Il marchio Master of Linen, inoltre, garantisce che l’intera produzione sia sostenibile, senza sprechi e OGM free. Infine, il Linificio e Canapificio Nazionale ha aderito al “Progetto Tessile e Salute” finanziato dal Ministero della Salute per garantire al consumatore la sicurezza e la trasparenza del prodotto tessile ed è certificata Oeko-Tex Standard 100, GOTS per quanto riguarda la linea biologica ed utilizza solo energia 100% rinnovabile per la propria produzione.

Cerca biologico sull’app Mercato Circolare e scopri le altre realtà della nostra community che si occupano di biologico.

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Dal campo alla tavola: la riscoperta dei produttori locali https://www.mercatocircolare.it/dal-campo-alla-tavola-la-riscoperta-dei-produttori-locali/ Fri, 05 Feb 2021 11:24:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1428 Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente […]

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Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente dal produttore primario al consumatore, abbattendo così le distanze tra il campo e la tavola.

In questi casi parliamo anche di filiera corta o locale, un modello che crea una prossimità non soltanto geografica tra gli attori, ma anche sociale, riducendo gli intermediari, generando una maggior condivisione di saperi e tradizioni e valorizzando la comunità e i prodotti del territorio.

Il vantaggio della vendita diretta è la possibilità di degustare prodotti stagionali, freschi e di qualità a prezzi convenienti, acquistati dal produttore a un prezzo giusto e a ridotto impatto ambientale, generalmente prodotto dai trasporti e da imballaggi non necessari.

Inoltre, come abbiamo evidenziato in un nostro articolo precedente, l’eliminazione di passaggi intermedi, oltre ad allungare la durata dei prodotti stagionali, consente di ridurre gli sprechi. Infatti, è stato evidenziato come le filiere corte biologiche e locali abbattano i livelli di scarti nelle fasi precedenti al consumo finale, che normalmente oscillano attorno al 40%, fino a portarli a solo il 5%.

Gli esempi di filiera corta nel territorio sono molteplici, oltre alla vendita diretta in azienda, ci sono le consegne a domicilio, i negozi collettivi degli agricoltori, i mercati rionali, i mercati contadini e le varie forme di gruppi di acquisto.

Il problema si pone per chi abita nelle grandi città, poiché non sempre si hanno a disposizione negozi di frutta e verdura fresca a km0 o mercati rionali vicini e non rimane che acquistare nei supermercati che vendono prodotti belli, ma non per questo buoni.

La filiera corta ha generato un processo di ritorno dei contadini alla produzione ortofrutticola nelle cinture peri-urbane, spinti da una domanda di prodotti locali non sempre soddisfatta dalla grande distribuzione organizzata. Proprio da questi principi nasce l’idea delle cassette di frutta e verdura a domicilio: dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi e senza imballaggi. Frutta, verdura, pasta, pane, latte, carne, riso e molto altro, sono gli elementi che compongono le cassette ordinabili dai contadini locali per azzerare le distanze. Tutti i contadini e i produttori sono situati nel territorio e chi acquista conosce sempre la provenienza dei cibi che riceve.

Per chi non vuole rinunciare ai prodotti freschi e locali ma non ha la possibilità o il tempo di acquistarli personalmente dal contadino esistono portali auto-organizzati dove i produttori stessi vendono i propri prodotti ortofrutticoli o piattaforme gestite da terzi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Entrambe le strutture hanno l’obiettivo comune di offrire un servizio facile e veloce: è possibile acquistare le cassette online, in ogni momento, direttamente dal proprio dispositivo.

Si possono acquistare box di prodotti selezionabili o mix di frutta e verdura di stagione, scegliendo tra il ritiro in un punto vendita, una sola consegna al domicilio o un abbonamento settimanale. Insomma, non ci sono più scuse per non comprare dal produttore. La vendita diretta ormai è a portata di mano.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà, sia portali dei produttori, sia piattaforme gestite da terzi, che si impegnano ad accorciare la filiera e consentono a tutti di acquistare prodotti freschi e sani.

I PRODUTTORI

portaNatura nasce nel 2009 in provincia di Alessandria dall’idea di una coppia di convertire la propria azienda agricola in agricoltura biologica e biodinamica. Oggi è un sito di spesa bio a domicilio che permette di ordinare online e di ricevere a casa una box di prodotti biologici senza intermediari, senza lunghi viaggi e senza sprechi. Da orti, campi e frutteti coltivati senza sostanze chimiche di sintesi, portaNatura garantisce frutta e verdura fresche di stagione, a cui si possono aggiungere anche uova, farina, pane, latte, pasta, cereali e tutto ciò che serve in cucina e per la casa. In ogni box di portaNatura ci sono la frutta e la verdura che provengono da piccole nicchie di produttori biologici virtuosi che in genere non trovano spazio nei negozi, nei supermercati né nei grandi shop online. I prodotti sono consegnati in bicicletta o usando altri mezzi ecologici, con imballaggi sempre più ridotti, anche i contenitori, le box e le bottiglie di vetro utilizzate per la consegna, non vengono gettate ma ripulite e rimesse in circolo. Il servizio di portaNatura per il momento è attivo a Milano e hinterland, Genova, Torino, Alessandria, Novi Ligure. Inserendo il proprio CAP sul sito è possibile verificare se si effettua la consegna nell’area indicata.

In Alto Adige invece troviamo Bioexpress, un gruppo di produttori locali che si dedica alla coltivazione di frutta e verdura applicando le regole dell’agricoltura biologica. In collaborazione con altri colleghi produttori di diverse regioni d’Italia si impegna inoltre nella commercializzazione diretta dei propri prodotti. Il sistema di vendita di Bioexpress non solo instaura un rapporto diretto e personalizzato tra il produttore e il consumatore ma consente anche un vantaggio di prezzo per il consumatore e un ricavo equo per il produttore. Particolare attenzione viene dedicata alla produzione locale e, attraverso un articolato piano di produzione, riesce a garantire una vasta e varia offerta di frutta e verdura, rispettando le caratteristiche di stagionalità e di regionalità. Sul sito Bioexpress propone anche gustose ricette da cucinare con i prodotti stagionali.

LE PIATTAFORME

Il Contadino Online è una piattaforma nata dall’idea di portare in ogni casa e in ogni famiglia, a prezzi decisamente convenienti, prodotti genuini e sani direttamente dalla produzione. Il Contadino Online consegna in tutta Italia e seleziona solo prodotti di qualità, certificati da produttori qualificati e rispettosi della natura. Attraverso il loro portale e-commerce è possibile ordinare varie tipologie di prodotti, dalla frutta e verdura alla pasta, dai formaggi alla birra artigianale, che verranno consegnati direttamente a casa.

Infine, Spesa dal contadino, un portale ricco di informazioni sull’enogastronomia legata al mondo contadino e agricolo. Il suo obiettivo è quello di essere il punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati a conoscere le fattorie che vendono direttamente i prodotti tipici e tradizionali del territorio, con la convinzione che una filiera corta ed una spesa a km zero fatta direttamente presso gli agricoltori rappresentino un grosso stimolo a conoscere il territorio e siano un’opportunità fantastica per una spesa più economica, più ecologica e più genuina. Spesa dal Contadino non consegna a domicilio, ma suggerisce le attività che dispongono di un punto vendita dove il cliente può acquistare a km zero i loro prodotti.

Dal campo alla tavola è stato anche il tema di una delle puntate di Spuntini Circolari

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Lotta allo spreco. Dalla distribuzione, alla vendita, al consumo finale. Parte seconda https://www.mercatocircolare.it/lotta-allo-spreco-dalla-distribuzione-alla-vendita-al-consumo-finale-parte-seconda/ Sat, 30 Jan 2021 09:51:15 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1398 L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), nel suo report Making Better Policies for Food Systems, prevede che i sistemi alimentari forniranno cibo […]

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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), nel suo report Making Better Policies for Food Systems, prevede che i sistemi alimentari forniranno cibo ad una popolazione mondiale che crescerà fino a quasi 10 miliardi entro la metà del secolo. Questo porterà i sistemi alimentari ad una situazione di stress perché non solo questi dipendono fortemente dall’ambiente, ma esercitano anche pressioni importanti su di esso, come ad esempio: emissioni di gas serra , un uso elevato  di  acqua e di suolo.

Lo stesso report mostra anche che circa 2 miliardi di persone attualmente nel mondo non hanno accesso regolare a cibo sufficiente, sicuro e nutriente ed un numero ancora maggiore è in sovrappeso o a rischio di obesità.  È necessario quindi,  fare nuove scelte politiche per un cambiamento sostenibile che si fondino su tre valori fondamentali: la qualità della produzione, il valore nutritivo e i costi ambientali.

La relazione tra cibo e ambiente chiama in causa un altro tema importante che è quello dello spreco di cibo.

In Italia, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha stilato il rapporto Spreco Alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali” dal quale emergono dati interessanti. Ad esempio, si nota che: “ad incrementi globali di fabbisogno (di cibo) seguono eccessi di prelievi, forniture, consumi e aumenti esponenziali dello spreco (32 volte superiori rispetto a quelli del fabbisogno)”. Questo accade negli attuali sistemi di produzione industriale dove il profitto economico sembra l’unica realtà di cui tenere conto.

Come abbiamo spiegato qui, a parità di risorse usate i sistemi agro-ecologici diversificati e di piccola scala sono più sostenibili nel medio-lungo periodo rispetto ai grandi sistemi agro-industriali. Infatti, secondo il rapporto dell’ISPRA, consumano in totale molte meno risorse, forniscono un valore nutrizionale superiore e producono da 2 a 4 volte meno sprechi. Bisogna ad ogni modo porre attenzione su come sono calcolati i livelli di spreco; infatti questi sono strettamente legati alla struttura di ogni sistema alimentare. Un conto è calcolare lo spreco a valle,  a partire  dalla eccedenza prodotta cercando che non diventi cibo sprecato, un conto è calcolarlo a monte considerando tutti i possibili sprechi che possono esserci nel processo produttivo. Perché un cambiamento sistemico sia efficace è necessario mettere in discussione tutto il processo produttivo e non soltanto l’ultima parte.

Per una riduzione degli sprechi più efficace,  infatti,  un impegno supplementare andrebbe rivolto alla prevenzione strutturale delle eccedenze, basandosi su una serie di interventi, che includono: la pianificazione di modelli alimentari e acquisti pubblici sostenibili, le politiche locali alimentari, l’educazione alimentare e la crescita della consapevolezza, il supporto a reti alimentari locali, solidali, di piccola scala ed ecologiche, la tutela dell’agricoltura contadina e dell’accesso alla terra, l’agro-ecologia e la tutela dell’agro-biodiversità, l’agricoltura sociale, urbana/peri-urbana e in aree interne, il contrasto agli illeciti, il sostegno alle attività di ricerca, le iniziative istituzionali, la cittadinanza attiva. 

A questo proposito, in Italia, nel settembre 2016 è entrata in vigore la legge Gadda che persegue la finalità di riduzione dello spreco di cibo lungo tutta la catena della produzione e della distribuzione, semplificando la struttura normativa e favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza. 

Infine, i dati dell’annuale rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher, realizzato da SWG e da Last Minute Market, ci mostrano come lo spreco domestico sia il più pesante, infatti rappresenta i quattro quinti del totale; anche la distribuzione ha comunque  il suo peso che ammonta a 220mila tonnellate di cibo gettato l’anno, pari a 18,7 chili di cibo per metro quadrato di superficie di vendita.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che si impegnano per la risoluzione di questo problema offrendo soluzioni rivolte ad imprese o enti. 

Equoevento Onlus è una organizzazione senza scopo di lucro, nata nel dicembre del 2014 a Roma dall’idea di quattro giovani professionisti che, rendendosi conto dell’enorme spreco di cibo durante gli eventi, hanno scelto di porvi rimedio recuperando e donando le eccedenze alimentari a enti caritatevoli, case famiglia, poveri e bisognosi. Si rivolge a privati ma anche a a imprese ed enti che fanno eventi, rinfreschi o catering. Attraverso la rete di volontari di Equoevento il cibo prodotto in eccesso negli eventi e non consumato, viene ritirato e donato ai meno fortunati. Sottraendo il cibo alla logica dello spreco si effettua un’azione di sostenibilità, perché da potenziale rifiuto il cibo in eccesso diventa importante risorsa, riducendo le emissioni di CO2 e aiutando chi ne ha bisogno.

Partendo dal Lazio, dove è nato, Equoevento ora opera anche in Lombardia, Torino, Lecce, Parigi e Madrid.

CIR Food, cooperativa italiana nata nel 1992, opera nella ristorazione collettiva e commerciale e incentiva azioni di educazione ambientale con l’obiettivo di educare gli utenti a minor spreco di cibo. Infatti, in molte realtà che gestisce ha promosso la sottoscrizione di protocolli di intesa con comuni, privati, Asl e associazioni al fine di recuperare le eccedenze alimentari e donarle ad enti caritatevoli.

In molte scuole poi, per educare i bambini a recuperare il cibo anziché buttarlo, ha introdotto il progetto “Aiutaci a ridurre lo spreco”: ai bambini viene dato un sacchettino di cotone biologico da usare per portare a casa cibo non deperibile non consumato a scuola, per esempio frutta e pane.

L’idea di Last Minute Market è di trasformare lo spreco in risorsa. Last Minute Market è un’iniziativa sociale nata nel 1998 per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari. Ogni anno, infatti, vengono smaltite 1,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari consumabili, pari ad un valore di mercato di 4 miliardi di euro. Il progetto, della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna e coordinato dal Professore Andrea Segré, ha l’obiettivo di quantificare gli sprechi commestibili legati alla grande distribuzione del settore alimentare per promuoverne un riutilizzo all’interno dei circuiti della solidarietà.

Oggi, gli ambiti di azione si sono ampliati ad altre tipologie di beni non alimentari, ad esempio i farmaci. Last Minute Market promuove un’azione di sviluppo locale sostenibile, con ricadute positive a livello ambientale, economico e sociale. Infatti, permette non solo di sopperire alle necessità materiali di determinate fasce di cittadini, ma assume anche un’interessante valenza educativa nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica alle problematiche dello spreco incentivando il consumo consapevole. Dal 2019 Last Minute Market si è trasformata in impresa sociale.

Abbiamo approfondito il tema della lotta allo spreco alimentare nel b2b anche con il nostro format Spuntini Circolari

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Lotta allo spreco alimentare. Dalla distribuzione, alla vendita, al consumo finale. https://www.mercatocircolare.it/spreco-alimentare/ Sat, 23 Jan 2021 14:33:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1373 Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni […]

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Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni di tonnellate edibili per un valore di 2.600 miliardi di dollari, secondo le stime della Fao.

Per questo è sempre più urgente una “lotta” allo spreco alimentare che tenga conto anche della necessità di salvaguardare le risorse idriche, ittiche e forestali e del suolo;  si tratta, infatti, di un problema non “solo” di cibo, ma di tutto il processo produttivo.  Una priorità globale, inserita anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che prevede, entro il 2030, “di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto” (obiettivo 12.3).  

Un dato interessante è che, restringendo il discorso allo spreco pre-consumo, il livello massimo si attesta al 40% per quanto riguarda i sistemi agroindustriali, mentre per le filiere corte, biologiche e locali non supera il 5% (Ispra).

Le possibili strategie di resilienza per contrastare lo spreco alimentare sono molteplici: assegnare maggior valore sociale ed economico al cibo; favorire una produzione e un accesso equi al cibo, evitare eccessi commerciali e spettacolari. I fabbisogni totali e le eccedenze vanno ridotti, la produzione ecologica e autosufficiente va sostenuta e aumentata, invertendo il consumo di suolo agricolo/naturale, sostenendo reti alimentari alternative, aggregando comunità resilienti, riducendo i prodotti animali, iper-processati, grassi insalubri, sali, zuccheri, contenendo i legami con i sistemi finanziari e il commercio internazionale, favorendo esempi di bioeconomia (quasi) circolare che evitino il cosiddetto ‘paradosso di Jevons (simultanei aumenti di efficienza e di risorse totali consumate).

 
 LO SPRECO ALIMENTARE IN ITALIA
 

Ad oggi, l’Italia si trova al settimo posto all’interno del Food Sustainability Index, l’indice che analizza la sostenibilità alimentare secondo tre “pilastri”: nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare.

Guardando nel dettaglio ai dati italiani, secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, sia i consumatori che la grande distribuzione sono sempre più attenti allo spreco di cibo, fenomeno che vale ogni anno più di 15 miliardi di euro, ovvero lo 0,88% del Pil.

 Più di un italiano su due, si legge nel report, ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometro zero dal campo alla tavola con prodotti freschi che durano di più.

Una tendenza confermata anche da un’indagine di Altroconsumo sottolinea come il 56% degli italiani ritenga che potrebbe ridurre i propri sprechi alimentari se ci fossero più opportunità di comprare alimenti sfusi e che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” andrebbe cambiata per fare chiarezza, dato che i prodotti possono essere consumati in sicurezza anche oltre la data indicata.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che si impegnano per la risoluzione di questo problema. Eccone alcune:

LE ASSOCIAZIONI

Disco Soupe Firenze, una zuppa contro lo spreco, ad esempio, nasce nel 2017 grazie alle associazioni SenzaSpreco e dis.forme, prendendo ispirazione dal movimento internazionale che nasce invece a Parigi nel 2012, sempre con l’intento di sensibilizzare le persone alla problematica dello spreco alimentare.

Il progetto Disco Soupe, infatti, invita chiunque a organizzare riunioni collettive in cui si cucina solo ed esclusivamente con frutta e verdura di scarto, ossia con quei prodotti che non si comprano o non si vendono perché non esteticamente perfetti anche se qualitativamente buoni, in un’atmosfera di festa dove la musica è protagonista. Ogni volta il processo è simile; vengono raccolti gli alimenti invenduti e donati dai negozianti dell’area attorno all’evento (verdura, frutta e pane).

Insieme ai partecipanti viene scelto il menù, vengono cucinate le diverse ricette e viene allestito il pranzo, offerto gratuitamente a tutti gli avventori. Il progetto Disco Soupe, ad oggi, si è diffuso in venticinque paesi (tra cui l’Italia) in ben quattro continenti (Africa, America, Europa e Asia), in particolare grazie alla rete Slow Food Youth Network, voluta appunto da Slow Food.

Per scoprire quando sarà organizzata la prossima Disco Soupe Firenze basta seguire le pagine facebook SenzaSpreco e dis.forme o iscriversi al gruppo facebook DiscoSoupeFirenze.

L’associazione Recup, invece, è nata a Milano nel 2016, e combatte lo spreco alimentare e l’esclusione sociale, recuperando il cibo invenduto nei mercati rionali della città e mettendolo a disposizione delle persone che ne hanno bisogno.

Nata dal desiderio di Rebecca, che ha deciso di importare a Milano questa buona pratica, scoperta dopo aver vissuto per un periodo in Francia, si compone di una ventina di volontari presenti in sette mercati della città. A fine mercato recupera il cibo dai commercianti che liberamente decidono di donare i prodotti che altrimenti scarterebbero, li raggruppa in un punto di ritrovo all’interno dello stesso mercato, suddividendo i prodotti buoni da quelli effettivamente non più commestibili e li mette a disposizione gratuitamente per le persone.

E poi c’è il progetto fa bene nato a Torino nel 2013 da un’idea dell’Associazione Plug insieme alla Cooperativa Liberi Tutti  con l’obiettivo di raccogliere le eccedenze alimentari invendute e le donazioni spontanee degli acquirenti all’interno dei mercati rionali e di gestirne la redistribuzione a famiglie in difficoltà economica, in cambio di azioni di “restituzione” nella comunità locale .

LE APP

Sul fronte digitale troviamo, invece,  l’app MyFoody, nata a Milano nel 2015 per abbattere gli sprechi causati dall’eccedenza nella distribuzione. L’app raccoglie le segnalazioni dei supermercati che propongono a prezzi scontati i prodotti vicino alla data di scadenza o con difetti di nella confezione, tutti generi alimentari perfettamente commestibili che rischierebbero di finire in discarica.

Grazie a MyFoody, invece, possono essere acquistati dai consumatori e dagli esercizi commerciali oppure ritirati gratuitamente dagli enti non profit, perché donati.

Attualmente fanno parte della rete di MyFoody i supermercati di UniCoop Tirreno, Unes, U2 e Lidl.

Grande diffusione negli ultimi anni sta avendo anche  Toogoodtogo, app che consente di individuare nella propria zona bar, ristoranti, supermercati e attività commerciali alimentari che promuovono beni e prodotti in scadenza o in eccedenza.

Attraverso l’app ristoratori e commercianti di prodotti freschi possono proporre ogni giorno delle Magic Box con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Ciascun commerciante ha la possibilità di indicare ogni giorno la quantità di Magic Box disponibili a seconda di quanto invenduto.

I consumatori possono trovare i locali aderenti ed acquistare pasti a prezzi minimi, tra i 2 e i 6 euro. Per ritirarla basta recarsi al negozio nella fascia oraria specificata.

Le attività aderenti a questa iniziativa sono oltre 6.500, dislocate in tutta Italia, fra panettieri, alimentari, ristoranti, pasticcerie e supermercati.

ToGoodToGo organizza anche numerose iniziative, come “Save The Panettone”, attiva per tutto il mese di gennaio e fino al 3 febbraio. L’iniziativa permette agli utenti dell’app di trovare delle Magic Box speciali di pasticcerie, gastronomie, supermercati contenenti gli ultimi prodotti natalizi che necessitano di essere salvati.

 
Altre realtà le puoi trovare sull’app Mercato Circolare con il tag lotta allo spreco. E se ne conosci una che ancora non è censita segnalacela a info@mercatocircolare.it

Abbiamo parlato di lotta allo spreco alimentare anche in questa puntata di Spuntini Circolari

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