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Colonnine per l’autoriparazione delle biciclette, slip e assorbenti sostenibili, cargo bike polifunzionali e eco-furgoncini per consegnare prodotti locali. Quattro idee green per un futuro circolare. Sono le Giovani idee in circolo piemontesi, individuate e premiate dal progetto Metti in Circolo il Cambiamento, promosso da Lvia insieme a Legambiente, per promuovere il necessario cambiamento culturale verso i principi dell’economia circolare.

WomanNature

Il progetto delle giovani Yana Nyzhegorodova e Veronica Di Natale si propone di applicare l’economia circolare alla produzione di slip e assorbenti, alternative comode e sostenibili ai classici assorbenti usa e getta. Un’intuizione nata dal problema dell’ingente quantità di rifiuti che ogni donna produce post-parto e durante il ciclo mestruale.

Ad oggi, Yana e Veronica hanno ideato quattro tipologie diverse di slip, di cui hanno già creato cartamodelli e prototipi, pensati per diversi tipi di flussi e assorbenza.

Il progetto prevede l’ideazione di slip e assorbenti realizzati con tessuti solo made in Italy, ipoallergenici, sostenibili e di qualità, come ad esempio con cotone biologico. Ma non solo, tutti i loro prodotti devono essere realizzati in maniera etica e venduti a prezzi accessibili.

Il progetto WomanNature, per confezionare i prodotti, sta cercando sartorie sociali con cui collaborare.

TurinGoAt

TurinGoAt è un servizio di self-reparing per biciclette accessibile, economico e sempre disponibile, ideato da cinque giovani con competenze e formazioni differenti ma con l’obiettivo comune di rendere la città a misura d’uomo.

Nasce in risposta ai problemi legati all’assenza, nella città di Torino, di servizi dedicati alla auto-manutenzione su strada di biciclette e monopattini e alla scarsa presenza di investimenti e incentivi alla mobilità ciclabile.

Il progetto vuole rendere disponibile, in punti strategici, colonnine attrezzate per l’autoriparazione su strada delle biciclette e per la ricarica della mobilità elettrica (e-bike e monopattini elettrici), oltre a incentivare la mobilità attiva tramite payback.

Le colonnine, differenti in base alle diverse necessità dei ciclisti, conterranno strumenti per la manutenzione ordinaria della bicicletta, come cacciaviti, leve smonta copertone, pompe, spazzole per la pulizia e diverse tipologie di chiavi.

TurinGoAt si rivolge sia ai cittadini interessati alla mobilità sostenibile, ma anche al Comune, attento alla salute dei cittadini e dell’ambiente, e alle imprese del territorio che possono avere opportunità di guadagno.

Una Cargo bike per due

Un unico mezzo per realizzare due progetti. La Cargo bike per due è il mezzo scelto da GreenTo – realtà studentesca nata nel 2015, oggi Circolo di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, e censita sulla app Mercato Circolare -, per portare avanti Plastic Free Movida (PFM) e Radiobici, la radio che pedala.

Plastic Free Movida è un sistema integrato su scala urbana volto a ridurre il consumo di bicchieri di plastica usa e getta nei luoghi della movida torinese. L’obiettivo è quello di sostituire i bicchieri monouso con bicchieri in polipropilene resistenti, attraverso il sistema del “vuoto a rendere”. Il progetto prevede, inoltre, la creazione di una rete tra i locali dello stesso quartiere, consentendo a chi consuma di poter riutilizzare il bicchiere più volte e, alla fine, di ottenere in qualunque locale la restituzione della caparra rendendo il bicchiere.

In questo caso, la Cargo bike verrà usata per tutta la parte logistica del progetto, riducendo al minimo le emissioni.

Radiobici, la radio che pedala, è, invece, una trasmissione nata da GreenToChange, un programma radiofonico realizzato in collaborazione con la web radio RadioOhm. Il programma racconta iniziative sostenibili portate avanti da imprese, associazioni e privati cittadini. 

La Cargo bike in questo caso farà da stazione radiofonica vera e propria, con la quale pedalare per le vie di Torino, parlando di ambiente. 

Sgasà

Un servizio di consegna sostenibile con un eco-furgoncino 100% elettrico che viaggia tra le città della provincia di Cuneo. Ma non solo.
L’obiettivo di Sgasà, infatti, è quello di creare una rete di acquisto solidale che permetta l’incontro e il dialogo tra i produttori locali e i consumatori attenti al tema della sostenibilità, favorendo la valorizzazione e la diffusione di prodotti sfusi, locali, etici e plastic free, venduti a prezzi accessibili.

Sgasà mira a creare una rete sostenibile, che sia in grado di promuovere modalità produttive etiche ed ecologiche, di incentivare il consumo critico, di coinvolgere i consumatori già esistenti nel territorio e di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti fragili.

Infine, il progetto vuole individuare i produttori virtuosi del territorio, al fine di organizzare una piattaforma per far incontrare la domanda e l’offerta di prodotti alimentari di alta qualità e a ridotto impatto ambientale.

Le quattro idee green piemontesi sono state presentate il 25 febbraio nel primo dei quattro incontri pensati per fare dialogare i giovani vincitori del Bando e gli stakeholder del territorio. Un’occasione di conoscenza e confronto per attivare ulteriori spunti di crescita e possibili sinergie.

L’evento è stato presieduto da Lorenzo Barucca, Responsabile Nazionale di Economia Civile di Legambiente e Nicoletta Gorgerino, responsabile di Lvia e del progetto Metti in Circolo il Cambiamento.

Sono 13 in totale le idee vincitrici, selezionate in quanto radicate sul territorio, innovative e con un impatto duraturo nel tempo e premiate con un contributo di 3 mila euro.

Metti in Circolo il Cambiamento è un progetto di educazione alla cittadinanza globale e di formazione professionale per promuovere idee “green” e si sviluppa in quattro Regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Sicilia). Il progetto si propone di aumentare la formazione, la responsabilità e le competenze tecniche e digitali legate al tema dell’economia circolare e si rivolge alle scuole secondarie, ai neolaureati e a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e 32 anni.

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Reinventare i tessuti e tessere nuove relazioni. Il mondo delle sartorie sociali https://www.mercatocircolare.it/sartorie-sociali/ Fri, 11 Dec 2020 14:33:39 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1269 Parlare di sartorie sociali potrebbe  evocare l’immagine di  tessuti poveri, materiali logori che vengono recuperati e riadattati, un recupero fatto da mani piene di buona […]

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Parlare di sartorie sociali potrebbe  evocare l’immagine di  tessuti poveri, materiali logori che vengono recuperati e riadattati, un recupero fatto da mani piene di buona volontà magari le mani ruvide delle nostre nonne che ci ricucivano qualsiasi cosa, dagli stracci, ai vestiti strappati dopo una caduta al bottone perso per la strada…. 

Le sartorie sociali, invece, sono vere e proprie sartorie che, accanto alla classica attività sartoriale, offrono un’opportunità di occupazione grazie all’inserimento di soggetti socialmente vulnerabili e svantaggiati. Queste realtà permettono quindi di apprendere un mestiere attraverso la trasformazione degli scarti in risorse, dando nuova vita e benefici, ai tessuti, agli abiti dismessi, scarti di produzione  e alle persone coinvolte.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà e dei prodotti più interessanti che si basano su questi valori. 

Gelso è una piccola sartoria al femminile nata in centro a Torino alla fine degli anni Novanta grazie ad un gruppo di volontarie, presso l’Istituto delle Rosine. Il laboratorio sartoriale, finalizzato all’inserimento lavorativo, si caratterizza fin dalle origini per la produzione artigianale di qualità.

L’attività si struttura progressivamente in forma di impresa cooperativa sociale in grado di offrire servizi che spaziano dalle riparazioni sartoriali alla confezione di capi in conto terzi, fino alla creazione di una collezione propria.
Dal 2015 la sartoria è entrata a far parte della cooperativa sociale Patchanka e nell’autunno 2017 ha avviato un laboratorio all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino con l’obiettivo di offrire formazione e impiego a persone detenute.

La Sartoria Sociale  è un’impresa sociale multidimensionale, nata nel 2012 dalla cooperativa Sociale Al Revés, per offrire un servizio di presa in carico delle persone così dette svantaggiate e favorire l’inclusione socio-lavorativa e socio-relazionale di persone svantaggiate.

Il progetto coinvolge persone di varie etnie nella trasformazione e recupero di abbigliamento usato, favorendo percorsi di empowerment e di educazione al lavoro. Il messaggio che si vuole veicolare è quello di una nuova possibilità di vita per il capo e per la persona : in Sartoria Sociale gli scarti tessili diventano risorse e gli incontri si trasformano in relazioni.

Con lo slogan #SiamoTuttiExDiQualcosa la Sartoria vuole valorizzare le provenienze di ognuno e proporsi come un luogo “altro” di accoglienza di storie, narrazioni ed esperienze.

Il laboratorio di Palermo è uno shop (fisico e online) dove si eseguono riparazioni sartoriali, si producono abiti e accessori, si lavora conto terzi, si organizzano attività e incontri, corsi di cucito e bricolage rivolti a singoli, a gruppi e alle scuole.

Grazie alla collaborazione con i servizi sociali del settore privato e pubblico, propone anche percorsi di autoimprenditorialità per creare una piattaforma reale di scambio e collaborazione tra persone di ambienti e problematiche totalmente diverse.

Con la nascita del Pagliarelli Lab, nel 2013, un ramo produttivo della Sartoria prende vita nella sezione femminile del carcere Pagliarelli di Palermo: qui le detenute vengono formate e avviate alla manifattura tessile, con l’obiettivo della risocializzazione e del reinserimento professionale.

Ancora, La Capulana è un laboratorio socio-sartoriale, a cura di due donne, nato per finanziare il progetto di accoglienza della Fraternità Parola e Vita, un’associazione di promozione sociale di Piombino.

Con i coloratissimi tessuti del Mozambico si creano gli akunandzilo (letteralmente senza fuoco), sacche in tessuto di puro cotone per cucinare in modo naturale risparmiando energia. Un metodo di cottura naturale impiegato in Sud Africa, queste sacche sono capaci di mantenere il calore e dunque permettere al cibo, che è stato portato precedentemente ad ebollizione, di continuare la cottura nonostante sia stata rimossa la fonte di calore. Con la stoffa che avanza, vengono creati accessori, soprattutto per bambini, come le fasce porta bebè. Da Febbraio 2020, il laboratorio socio-sartoriale La Capulana è anche Bottega sFusa, Biologica e a Km0.

Infine, il progetto Tèssere nasce in provincia di Ogliastra nel 2014 grazie all’impegno delle cooperative sociali Schema Libero e Aquilone in sinergia con una società di progettazione ambientale, un’associazione interculturale, la Caritas Diocesana e le amministrazioni locali. Il progetto prevede la raccolta e il riutilizzo del tessile non più utilizzato (tovaglie, lenzuola, tende, canovacci, vestiti etc.).

La passione, l’impegno e la creatività di un gruppo di donne, danno vita ad una serie di manufatti come tappeti, coperte, accessori e abbigliamento, utilizzando una tecnica tradizionale “de sa trama ‘e manta”. La lavorazione avviene così: i tessuti sono tagliati a strisce, le quali vengono arrotolate e costituiscono la trama nel telaio, che unita all’ordito di lana o cotone, da vita ad arazzi, tappeti, borse e molto altro.

Tèssere, pone infatti l’attenzione all’essere, alla persona e alla sua dignità, dignità che nasce anche dal lavoro, proprio per questo vengono offerti anche percorsi di reinserimento lavorativo per soggetti in situazione di difficoltà. La cooperativa offre servizio di sartoria e lavanderia, oltre ad organizzare corsi di ricamo e cucito.

Le sartorie sociali sono dunque un luogo dove esprimere la propria creatività, con competenza e professione, creando insieme nuovi progetti e speranze grazie alla condivisione e alla cooperazione tra le persone.

La Fondazione Progetto Legalità Onlus, ha realizzato una piattaforma per mappare e diffondere il lavoro delle sartorie sociali che promuovono inclusione ed economia circolare. Uno strumento a disposizione di tutti i progetti che si occupano di inclusione sociale e cura della persona attraverso il cucito e il riciclo tessile.

Abbiamo parlato di Sartorie sociali anche a Spuntini Circolari

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