{"id":1800,"date":"2021-08-12T18:46:20","date_gmt":"2021-08-12T16:46:20","guid":{"rendered":"https:\/\/www.mercatocircolare.it\/?p=1800"},"modified":"2021-08-13T14:49:23","modified_gmt":"2021-08-13T12:49:23","slug":"il-cibo-del-futuro-quali-alternative-per-il-benessere-del-pianeta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.mercatocircolare.it\/il-cibo-del-futuro-quali-alternative-per-il-benessere-del-pianeta\/","title":{"rendered":"Il cibo del futuro: quali alternative per il benessere del pianeta?"},"content":{"rendered":"\n
Diventeremo tutti vegetariani? <\/em>
Gli insetti sono il cibo del futuro?<\/em><\/p>domanda di GG su Conversation Community<\/a><\/cite><\/blockquote>\n\n\n\nMangiare \u00e8 un\u2019attivit\u00e0 che riguarda da vicino ognuno di noi: ogni giorno per pi\u00f9 volte al giorno scegliamo cosa mettere nel nostro piatto.<\/p>\n\n\n\n
Come sappiamo, tutte le nostre scelte hanno un impatto ambientale e quello che mangiamo non \u00e8 esente da tutto ci\u00f2. Tra le tante alternative per\u00f2, ci sono alimenti che incidono maggiormente sull\u2019ambiente.
Il consumo di carne, ad esempio, \u00e8 tra questi.<\/p>\n\n\n\nL’eccessivo consumo di carne<\/strong><\/h3>\n\n\n\n
Negli ultimi 60 anni il consumo di carne \u00e8 cresciuto molto rapidamente<\/a>: la quantit\u00e0 di carne prodotta \u00e8 oggi quasi cinque volte maggiore di quella dei primi anni ’60: siamo passati da 70 milioni di tonnellate a quasi 340 milioni di tonnellate nel 2020. Un tale incremento \u00e8 dovuto non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale. Ma quali saranno le conseguenze di questo incremento? aumento delle emissioni inquinanti e perdita di biodiversit\u00e0!<\/p>\n\n\n\n
Secondo il WWF<\/a> circa l\u201980% del disboscamento della foresta amazzonica \u00e8 dovuto alla necessit\u00e0 di fare spazio agli allevamenti di bovini. Questa perdita di foreste libera nell\u2019aria migliaia di tonnellate di CO2<\/a>, e ci priva della possibilit\u00e0 di ri-assorbire l\u2019anidride carbonica presente nell\u2019atmosfera. E non solo, gli impatti si vedono anche dal punto di vista del consumo del suolo: secondo la FAO, gli allevamenti equivalgono al 26% di tutte terre emerse<\/a> ghiacciai inclusi e il 70% di tutta la superficie dell\u2019Unione Europea<\/a> \u00e8 destinata alla produzione di mangime e foraggio per gli animali. In aggiunta, i ruminanti come bovini e ovini producono e rilasciano metano come effetto della digestione e lo stoccaggio del loro letame produce esalazioni di metano e di protossido di azoto. Infatti, l\u2019industria della carne, sempre secondo la FAO, \u00e8 oggi una delle <\/strong>principali responsabili <\/strong>dell\u2019emissione di gas serra nell\u2019atmosfera, producendo il 14% delle emissioni globali<\/a>. Senza dimenticare la questione etica: Compassion in World Farming<\/a> stima in circa 70 miliardi gli animali terrestri allevati ogni anno per l\u2019alimentazione umana, due terzi dei quali condannati ad una vita-non vita negli allevamenti intensivi.<\/p>\n\n\n\n
Le possibilit\u00e0 per il futuro<\/strong><\/h3>\n\n\n\n
Cosa possiamo fare? La commissione Eat-Lancet<\/a> suggerisce di ridurre il nostro consumo di manzo del 90% rispetto agli standard attuali, che equivarrebbe a consumare circa una bistecca al mese. Per aiutare il nostro pianeta \u00e8 suggerito di mangiare pi\u00f9 fagioli e legumi, noci e semi. L\u2019ideale, per\u00f2, sarebbe passare completamente a una dieta vegetariana o, ancora meglio, vegana.<\/p>\n\n\n\n
Infatti, diete a base di verdure e legumi <\/strong>hanno un\u2019impronta sul clima significativamente minore. Secondo Nature<\/a>, entro il 2050 i cambiamenti dietetici e la maggiore propensione alle diete vegetali potrebbero liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a <\/strong>8 miliardi di tonnellate all\u2019anno, che equivalgono <\/strong>circa al 21% delle emissioni odierne. Le diete a base di carne sono responsabili di quasi il doppio delle emissioni di gas serra al giorno rispetto a quelle vegetariane e circa due volte e mezzo rispetto alle vegane. Ad esempio, se un amante della carne \u00e8 responsabile, ogni anno, di circa 3,3 tonnellate di CO2, un vegetariano \u00e8 responsabile solo di 1,7 tonnellate, ed un vegano di 1,5. Rinunciare alla carne rossa farebbe, da sola, una grande differenza, riducendo la propria impronta di carbonio a 1,9 tonnellate di CO2. <\/p>\n\n\n\n
Nuove alternative sostenibili<\/strong><\/h3>\n\n\n\n
Inoltre, bisogna tenere in considerazione che se i trend di crescita della popolazione mondiale dovessero rimanere invariati, entro il 2050 potremmo ritrovarci in 10 miliardi. Considerando che gi\u00e0 oggi circa un miliardo di persone soffre di denutrizione e che siamo gi\u00e0 in debito con la Terra in quanto a risorse naturali, occorre trovare qualcos’altro da mettere nel piatto. Diventa allora necessario sperimentare generi alimentari \u201calternativi\u201d, sostenibili, nutrienti e che possano bastare per un gran numero di persone.
Anche qui una valida soluzione \u00e8 il passaggio a una dieta vegana: Se infatti sono infatti necessari 930 chili di cereali per nutrire – indirettamente – per un anno una persona la cui alimentazione si basa su alimenti di origine animale, ne basterebbero 180 kg per un’alimentazione su base vegetale (Millstone and Lang,The Atlas of Food: Who Eats What, Where and Why, 2003).
Ma esistono anche cibi di origine animale che non hanno lo stesso impatto della carne che siamo abituati a consumare: gli insetti!<\/strong><\/p>\n\n\n\nNel mondo li consumano regolarmente gi\u00e0 2 miliardi di persone, e sono almeno 1900 le specie commestibili. Per promuovere in tutto il mondo la diffusione di questo alimento, la FAO ha pubblicato un rapporto<\/a> sui benefici dell’entomofagia<\/strong>, il consumo alimentare di insetti.<\/p>\n\n\n\n