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Negli ultimi anni, è aumentata la preferenza dei consumatori verso le varie forme di vendita diretta, in cui il commercio dei prodotti agro-alimentari avviene direttamente dal produttore primario al consumatore, abbattendo così le distanze tra il campo e la tavola.

In questi casi parliamo anche di filiera corta o locale, un modello che crea una prossimità non soltanto geografica tra gli attori, ma anche sociale, riducendo gli intermediari, generando una maggior condivisione di saperi e tradizioni e valorizzando la comunità e i prodotti del territorio.

Il vantaggio della vendita diretta è la possibilità di degustare prodotti stagionali, freschi e di qualità a prezzi convenienti, acquistati dal produttore a un prezzo giusto e a ridotto impatto ambientale, generalmente prodotto dai trasporti e da imballaggi non necessari.

Inoltre, come abbiamo evidenziato in un nostro articolo precedente, l’eliminazione di passaggi intermedi, oltre ad allungare la durata dei prodotti stagionali, consente di ridurre gli sprechi. Infatti, è stato evidenziato come le filiere corte biologiche e locali abbattano i livelli di scarti nelle fasi precedenti al consumo finale, che normalmente oscillano attorno al 40%, fino a portarli a solo il 5%.

Gli esempi di filiera corta nel territorio sono molteplici, oltre alla vendita diretta in azienda, ci sono le consegne a domicilio, i negozi collettivi degli agricoltori, i mercati rionali, i mercati contadini e le varie forme di gruppi di acquisto.

Il problema si pone per chi abita nelle grandi città, poiché non sempre si hanno a disposizione negozi di frutta e verdura fresca a km0 o mercati rionali vicini e non rimane che acquistare nei supermercati che vendono prodotti belli, ma non per questo buoni.

La filiera corta ha generato un processo di ritorno dei contadini alla produzione ortofrutticola nelle cinture peri-urbane, spinti da una domanda di prodotti locali non sempre soddisfatta dalla grande distribuzione organizzata. Proprio da questi principi nasce l’idea delle cassette di frutta e verdura a domicilio: dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi e senza imballaggi. Frutta, verdura, pasta, pane, latte, carne, riso e molto altro, sono gli elementi che compongono le cassette ordinabili dai contadini locali per azzerare le distanze. Tutti i contadini e i produttori sono situati nel territorio e chi acquista conosce sempre la provenienza dei cibi che riceve.

Per chi non vuole rinunciare ai prodotti freschi e locali ma non ha la possibilità o il tempo di acquistarli personalmente dal contadino esistono portali auto-organizzati dove i produttori stessi vendono i propri prodotti ortofrutticoli o piattaforme gestite da terzi per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Entrambe le strutture hanno l’obiettivo comune di offrire un servizio facile e veloce: è possibile acquistare le cassette online, in ogni momento, direttamente dal proprio dispositivo.

Si possono acquistare box di prodotti selezionabili o mix di frutta e verdura di stagione, scegliendo tra il ritiro in un punto vendita, una sola consegna al domicilio o un abbonamento settimanale. Insomma, non ci sono più scuse per non comprare dal produttore. La vendita diretta ormai è a portata di mano.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune realtà, sia portali dei produttori, sia piattaforme gestite da terzi, che si impegnano ad accorciare la filiera e consentono a tutti di acquistare prodotti freschi e sani.

I PRODUTTORI

portaNatura nasce nel 2009 in provincia di Alessandria dall’idea di una coppia di convertire la propria azienda agricola in agricoltura biologica e biodinamica. Oggi è un sito di spesa bio a domicilio che permette di ordinare online e di ricevere a casa una box di prodotti biologici senza intermediari, senza lunghi viaggi e senza sprechi. Da orti, campi e frutteti coltivati senza sostanze chimiche di sintesi, portaNatura garantisce frutta e verdura fresche di stagione, a cui si possono aggiungere anche uova, farina, pane, latte, pasta, cereali e tutto ciò che serve in cucina e per la casa. In ogni box di portaNatura ci sono la frutta e la verdura che provengono da piccole nicchie di produttori biologici virtuosi che in genere non trovano spazio nei negozi, nei supermercati né nei grandi shop online. I prodotti sono consegnati in bicicletta o usando altri mezzi ecologici, con imballaggi sempre più ridotti, anche i contenitori, le box e le bottiglie di vetro utilizzate per la consegna, non vengono gettate ma ripulite e rimesse in circolo. Il servizio di portaNatura per il momento è attivo a Milano e hinterland, Genova, Torino, Alessandria, Novi Ligure. Inserendo il proprio CAP sul sito è possibile verificare se si effettua la consegna nell’area indicata.

In Alto Adige invece troviamo Bioexpress, un gruppo di produttori locali che si dedica alla coltivazione di frutta e verdura applicando le regole dell’agricoltura biologica. In collaborazione con altri colleghi produttori di diverse regioni d’Italia si impegna inoltre nella commercializzazione diretta dei propri prodotti. Il sistema di vendita di Bioexpress non solo instaura un rapporto diretto e personalizzato tra il produttore e il consumatore ma consente anche un vantaggio di prezzo per il consumatore e un ricavo equo per il produttore. Particolare attenzione viene dedicata alla produzione locale e, attraverso un articolato piano di produzione, riesce a garantire una vasta e varia offerta di frutta e verdura, rispettando le caratteristiche di stagionalità e di regionalità. Sul sito Bioexpress propone anche gustose ricette da cucinare con i prodotti stagionali.

LE PIATTAFORME

Il Contadino Online è una piattaforma nata dall’idea di portare in ogni casa e in ogni famiglia, a prezzi decisamente convenienti, prodotti genuini e sani direttamente dalla produzione. Il Contadino Online consegna in tutta Italia e seleziona solo prodotti di qualità, certificati da produttori qualificati e rispettosi della natura. Attraverso il loro portale e-commerce è possibile ordinare varie tipologie di prodotti, dalla frutta e verdura alla pasta, dai formaggi alla birra artigianale, che verranno consegnati direttamente a casa.

Infine, Spesa dal contadino, un portale ricco di informazioni sull’enogastronomia legata al mondo contadino e agricolo. Il suo obiettivo è quello di essere il punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati a conoscere le fattorie che vendono direttamente i prodotti tipici e tradizionali del territorio, con la convinzione che una filiera corta ed una spesa a km zero fatta direttamente presso gli agricoltori rappresentino un grosso stimolo a conoscere il territorio e siano un’opportunità fantastica per una spesa più economica, più ecologica e più genuina. Spesa dal Contadino non consegna a domicilio, ma suggerisce le attività che dispongono di un punto vendita dove il cliente può acquistare a km zero i loro prodotti.

Dal campo alla tavola è stato anche il tema di una delle puntate di Spuntini Circolari

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Lotta allo spreco alimentare. Dalla distribuzione, alla vendita, al consumo finale. https://www.mercatocircolare.it/spreco-alimentare/ Sat, 23 Jan 2021 14:33:14 +0000 https://www.mercatocircolare.it/?p=1373 Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni […]

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Un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale viene perso o sprecato ogni anno lungo l’intera filiera. Stiamo parlando di circa 1,3 milioni di tonnellate edibili per un valore di 2.600 miliardi di dollari, secondo le stime della Fao.

Per questo è sempre più urgente una “lotta” allo spreco alimentare che tenga conto anche della necessità di salvaguardare le risorse idriche, ittiche e forestali e del suolo;  si tratta, infatti, di un problema non “solo” di cibo, ma di tutto il processo produttivo.  Una priorità globale, inserita anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che prevede, entro il 2030, “di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto” (obiettivo 12.3).  

Un dato interessante è che, restringendo il discorso allo spreco pre-consumo, il livello massimo si attesta al 40% per quanto riguarda i sistemi agroindustriali, mentre per le filiere corte, biologiche e locali non supera il 5% (Ispra).

Le possibili strategie di resilienza per contrastare lo spreco alimentare sono molteplici: assegnare maggior valore sociale ed economico al cibo; favorire una produzione e un accesso equi al cibo, evitare eccessi commerciali e spettacolari. I fabbisogni totali e le eccedenze vanno ridotti, la produzione ecologica e autosufficiente va sostenuta e aumentata, invertendo il consumo di suolo agricolo/naturale, sostenendo reti alimentari alternative, aggregando comunità resilienti, riducendo i prodotti animali, iper-processati, grassi insalubri, sali, zuccheri, contenendo i legami con i sistemi finanziari e il commercio internazionale, favorendo esempi di bioeconomia (quasi) circolare che evitino il cosiddetto ‘paradosso di Jevons (simultanei aumenti di efficienza e di risorse totali consumate).

 
 LO SPRECO ALIMENTARE IN ITALIA
 

Ad oggi, l’Italia si trova al settimo posto all’interno del Food Sustainability Index, l’indice che analizza la sostenibilità alimentare secondo tre “pilastri”: nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare.

Guardando nel dettaglio ai dati italiani, secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, sia i consumatori che la grande distribuzione sono sempre più attenti allo spreco di cibo, fenomeno che vale ogni anno più di 15 miliardi di euro, ovvero lo 0,88% del Pil.

 Più di un italiano su due, si legge nel report, ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometro zero dal campo alla tavola con prodotti freschi che durano di più.

Una tendenza confermata anche da un’indagine di Altroconsumo sottolinea come il 56% degli italiani ritenga che potrebbe ridurre i propri sprechi alimentari se ci fossero più opportunità di comprare alimenti sfusi e che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” andrebbe cambiata per fare chiarezza, dato che i prodotti possono essere consumati in sicurezza anche oltre la data indicata.

L’app Mercato Circolare raccoglie alcune delle realtà più interessanti che si impegnano per la risoluzione di questo problema. Eccone alcune:

LE ASSOCIAZIONI

Disco Soupe Firenze, una zuppa contro lo spreco, ad esempio, nasce nel 2017 grazie alle associazioni SenzaSpreco e dis.forme, prendendo ispirazione dal movimento internazionale che nasce invece a Parigi nel 2012, sempre con l’intento di sensibilizzare le persone alla problematica dello spreco alimentare.

Il progetto Disco Soupe, infatti, invita chiunque a organizzare riunioni collettive in cui si cucina solo ed esclusivamente con frutta e verdura di scarto, ossia con quei prodotti che non si comprano o non si vendono perché non esteticamente perfetti anche se qualitativamente buoni, in un’atmosfera di festa dove la musica è protagonista. Ogni volta il processo è simile; vengono raccolti gli alimenti invenduti e donati dai negozianti dell’area attorno all’evento (verdura, frutta e pane).

Insieme ai partecipanti viene scelto il menù, vengono cucinate le diverse ricette e viene allestito il pranzo, offerto gratuitamente a tutti gli avventori. Il progetto Disco Soupe, ad oggi, si è diffuso in venticinque paesi (tra cui l’Italia) in ben quattro continenti (Africa, America, Europa e Asia), in particolare grazie alla rete Slow Food Youth Network, voluta appunto da Slow Food.

Per scoprire quando sarà organizzata la prossima Disco Soupe Firenze basta seguire le pagine facebook SenzaSpreco e dis.forme o iscriversi al gruppo facebook DiscoSoupeFirenze.

L’associazione Recup, invece, è nata a Milano nel 2016, e combatte lo spreco alimentare e l’esclusione sociale, recuperando il cibo invenduto nei mercati rionali della città e mettendolo a disposizione delle persone che ne hanno bisogno.

Nata dal desiderio di Rebecca, che ha deciso di importare a Milano questa buona pratica, scoperta dopo aver vissuto per un periodo in Francia, si compone di una ventina di volontari presenti in sette mercati della città. A fine mercato recupera il cibo dai commercianti che liberamente decidono di donare i prodotti che altrimenti scarterebbero, li raggruppa in un punto di ritrovo all’interno dello stesso mercato, suddividendo i prodotti buoni da quelli effettivamente non più commestibili e li mette a disposizione gratuitamente per le persone.

E poi c’è il progetto fa bene nato a Torino nel 2013 da un’idea dell’Associazione Plug insieme alla Cooperativa Liberi Tutti  con l’obiettivo di raccogliere le eccedenze alimentari invendute e le donazioni spontanee degli acquirenti all’interno dei mercati rionali e di gestirne la redistribuzione a famiglie in difficoltà economica, in cambio di azioni di “restituzione” nella comunità locale .

LE APP

Sul fronte digitale troviamo, invece,  l’app MyFoody, nata a Milano nel 2015 per abbattere gli sprechi causati dall’eccedenza nella distribuzione. L’app raccoglie le segnalazioni dei supermercati che propongono a prezzi scontati i prodotti vicino alla data di scadenza o con difetti di nella confezione, tutti generi alimentari perfettamente commestibili che rischierebbero di finire in discarica.

Grazie a MyFoody, invece, possono essere acquistati dai consumatori e dagli esercizi commerciali oppure ritirati gratuitamente dagli enti non profit, perché donati.

Attualmente fanno parte della rete di MyFoody i supermercati di UniCoop Tirreno, Unes, U2 e Lidl.

Grande diffusione negli ultimi anni sta avendo anche  Toogoodtogo, app che consente di individuare nella propria zona bar, ristoranti, supermercati e attività commerciali alimentari che promuovono beni e prodotti in scadenza o in eccedenza.

Attraverso l’app ristoratori e commercianti di prodotti freschi possono proporre ogni giorno delle Magic Box con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Ciascun commerciante ha la possibilità di indicare ogni giorno la quantità di Magic Box disponibili a seconda di quanto invenduto.

I consumatori possono trovare i locali aderenti ed acquistare pasti a prezzi minimi, tra i 2 e i 6 euro. Per ritirarla basta recarsi al negozio nella fascia oraria specificata.

Le attività aderenti a questa iniziativa sono oltre 6.500, dislocate in tutta Italia, fra panettieri, alimentari, ristoranti, pasticcerie e supermercati.

ToGoodToGo organizza anche numerose iniziative, come “Save The Panettone”, attiva per tutto il mese di gennaio e fino al 3 febbraio. L’iniziativa permette agli utenti dell’app di trovare delle Magic Box speciali di pasticcerie, gastronomie, supermercati contenenti gli ultimi prodotti natalizi che necessitano di essere salvati.

 
Altre realtà le puoi trovare sull’app Mercato Circolare con il tag lotta allo spreco. E se ne conosci una che ancora non è censita segnalacela a info@mercatocircolare.it

Abbiamo parlato di lotta allo spreco alimentare anche in questa puntata di Spuntini Circolari

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